Dopo aver letto tutte le vostre interessantissime considerazioni provo anch'io a fornire un piccolo contributo


Quote Originariamente inviato da kurtz Visualizza il messaggio
- supplenti e orari provvisori. Da che ne ho memoria, l'anno scolastico comincia con un orario provvisorio, ore buche e professori supplenti. E' un fenomeno francamente incomprensibile per chi, come me, è abituato a programmare. E' come se un'azienda che produce panettoni venisse sorpresa, ogni anno, dal Natale.
- preparazione dei docenti. I miei figli hanno avuto professori di spagnolo che non sapevano lo spagnolo, professori di inglese con incomprensibile pronuncia palermitano- inglese, professori di matematica che semplicemente non insegnavano e una professoressa di italiano che era convinta che i bravi, di Manzoni, fossero appunto bravi. Ci andai a parlare ed era semplicemente incapace di comprendere l'ironia di Manzoni. Naturalmente non aveva mai letto i Promessi Sposi prima, nè si era preoccupata di studiare l'argomento. Potrei andare avanti a lungo, e sarebbe una galleria degli orrori. L'ultimo e più drammatico riguarda gli insegnanti di sostegno. Nella mia innocenza credevo che gli insegnanti di sostegno avessero una preparazione specifica. In realtÃ* sono semplicemente chiunque.
- dotazioni: sono abituato a pagare carta igienica, sapone e fazzoletti ai miei figli. A contribuire a inizio anno per le spese delle scuola. Ovviamente laboratori, attivitÃ* didattiche extra etc sono una chimera.


I miei figli se la sono cavata e se la cavano brillantemente, supportati da me e mia moglie, entrambi laureati, e da ogni possibile sostegno esterno. Ma il ragazzino che io sono stato, quaranta anni fa, figlio di operai magari immigrati, oggi non avrebbe speranze.
L'inefficienza della scuola pubblica crea una societÃ* classista che, francamente, mi fa orrore.

- Il fenomeno dell'orario provvisorio va di pari passo con l'italica abitudine a ricorrere al ricorso (la ripetizione è voluta). Si ricorre contro le graduatorie, contro le nomine e sa Dio cos'altro, creando degli enormi ingolfamenti burocratici che sono la cifra principale della pubblica amministrazione italiana.
- La preparazione dei docenti: aggiungo un aneddoto capitato a un compagno di scuola di mia figlia alle elementari (circa dieci anni fa) che parlando di Hitler disse che era morto suicida e venne ripreso dalla "maestra" (virgolette d'obbligo) che sostenne che non era possibile data la personalità del soggetto
- Più che la carta igienica siamo ormai al contributo volontario, caldamente richiesto e raccomandato, per cui esiste un apposito percorso dal sito della scuola a quello dei pagamenti della Pubblica Amministrazione.


La scuola italiana è fatta di molta buona volontà da parte di quei pochi che la vivono come una missione e molto menefreghismo da parte di chi la considera una sorta di disturbo necessario ad arrivare al 27 del mese o, peggio ancora, per chi la vive come una punizione del destino che non ha riservato loro un posto nella società più prestigioso e meglio remunerato.
E il classismo di cui parla Kurtz comincia già nel momento in cui si sceglie la scuola ... ho avuto la fortuna/sfortuna di mandare le mie figlie alla scuola dell'obbligo in quel ghetto per ricchi che è il quartiere di Milano Due a Segrate e se da un lato la fortuna stava nel fatto di avere ottimi insegnanti (a parte quella di cui sopra) la sfortuna è stata quella di conoscere da vicino lo snobismo classista dei genitori che è sfociato in terza media quando facevano a gara per mandarli nelle scuole (pubbliche) più prestigiose al di là di ogni ragionevole dubbio o intenzione del ragazzo. La campionessa di questo sport l'ho sentita con le mie orecchie dire a una cena di fine scuola materna (!) "I miei figli non potranno che andare al Berchet, sennò cosa studiano a fare?"






Quote Originariamente inviato da Rupert Visualizza il messaggio
Il problema è che a medio e lungo termine si tratta di una politica suicida, in termini di Stato e di economia nazionale.
I cervelli funzionanti tendono a fuggire e andare dove possono effettivamente dare sviluppo alle loro capacità. Questo si ripercuote su tutta il sistema di formazione: la signora che non conosce i bravi manzoniani e insegna ciò che non sa di latino ha frequentato un liceo che le ha concesso una maturità, in virtù della quale ha potuto iscriversi ad un corso di laurea, che le ha attribuito un titolo accademico, che a sua volta le ha permesso di partecipare a un concorso che l'ha selezionata come eccellente, ponendola in cima a una graduatoria che l'ha posta vita natural durante e senza possibilità di rimozione ad operare in una scuola, cha riesce solo a spostare le "peppe tence" da un luogo dove hanno combinato disastri a un altro dove ne combineranno fino a quando non sarà necessario spostarle di nuovo... o fino a quando non rimarranno che "peppe tence". E da qui il circolo si chiude e ricomincia un altro giro vizioso fino all'estesa inettitudine eretta a sistema.
Questo è un grave problema, perché in termini di concorrenzialità, l'unica risorsa veramente irrimpiazzabile è il know how, in qualunque settore dell'economia e in qualunque campo d'attività.
Per converso la manovalanza non qualificata è in concorrenza con la manovalanza non qualificata di tutto il resto del mondo e in questo gioco al ribasso e al massacro perdono tutti, ma sopravvive (molto male) chi accetta condizioni di schiavitù e precarietà. Fa male al fegato (chiaramente un blando eufemismo) percepire che chi si trova a guidare il Paese non percepisca quest'emergenza nazionale come grave e urgente.

La cosa che più mi rattrista e che mi spinge spesso a dire alle mie figlie che credo sia il caso di considerare seriamente un loro futuro lontano da questo Paese è che chi si trova a guidarlo non è che non percepisca quest'emergenza nazionale come grave e urgente ma semplicemente fonda il suo perpetuarsi al potere proprio facendo sì che la classe dirigente del futuro sia parte di quella èlite che ha accesso a canali formativi diversi e più efficienti di quelli derelitti della scuola pubblica.
E il fatto che la manovalanza non qualificata sia in concorrenza con la manovalanza non qualificata di tutto il resto del mondo è semplicemente parte dello stesso disegno perché tutto ciò che sta al di sotto di una linea di galleggiamento sempre più alta non riveste alcun interesse per chi ne sta abbondantemente al di sopra.
Io vivo nell'hinterland milanese e qui, più che altrove, si ha la netta percezione di come la società italiana sia inesorabilmente viaggiando verso un modello in cui non esisterà più un ceto medio ma soltanto una piccola parte di popolazione indecentemente ricca a cui farà da contraltare una stragrande maggioranza di persone collocate sul pericoloso crinale della soglia di povertà.