Salutarsi sempre, coi sacchetti del pane in mano
sull'ultimo gradino di casa, sotto la luce sbieca
della metropolitana, tra i colleghi in ufficio.

Salutarsi sempre, dita contro dita
guancia su guancia o a labbra socchiuse.

In stazione – imbarazzata – lasciare una moneta
a chi la chiede, mentre il treno su cui tu sei
dalla città operosa ti allontana.

Salutarsi sempre, te che sopra ogni altro amo
fingendo di ignorare l'addio in agguato
in ogni nostro arrivederci.

Mariella De Santis