Quote Originariamente inviato da Rupert Visualizza il messaggio
Prima di tutto grazie Claire per la stimolante discussione .

Se si prendono due ambiti espressivi a caso (o anche non espresivi) e si cerca di tracciare una linea di separazione netta tra i due ambiti, facilmente si è colti da grande imbarazzo quando si comincino a cercare i criteri di separazione. Credo che qzesta ossessione di separare le materie ci venga dalla scuola, che sminuzza il sapere in discipline definite, tanto che quando chiedo a un allivo di tracciare un banale grafico ombro-termco è di solito in grande apprensione, perché se la materia insegnata non porta il cartellino "matematica" l'allievo in questione non sa più neanche compiere la più banale delle addizioni... per non parlare delle mamme che vengono a protestare perché segno gli errori di ortografia nei lavori scritti di una materia che non reca il cartellino "italiano"...
Ad ogni modo: dove si trova il confine fra arte figurativa e poesia? L'idea della messa in scena delle parole di un componimento non è esattamente nuova e rivoluzionaria. Pensiamo a un Lamartine e ai suoi calligrammi. Sono poesia? Chi oserebbe dire di no? Sono disegni? Chi sarebbe così avventato da negarlo? ...


Guillaume Apollinaire, Calligramme, extrait du poème du 9 février 1915, (poèmes à Lou).
Caro Rupert grazie a te.

Belli i Calligrammi di Apollinaire! Non saranno rivoluzionari ma in essi la poesia è riconoscibilissima, è compiuta.
Stabilire se sono poesia o disegni non è un problema che il lettore attento si pone. Ma se vogliamo tornare a Gomringer e ad altri poeti concreti , gli elementi lessicali ,come tu stesso hai affermato, sono pochissimi e la disposizione spaziale delle parole da il senso complessivo all'opera in una visione coreografica che mi fa parlare appunto di poesia contaminata. Ecco che allora si pone il problema, almeno per me, di porre dei paletti e fare dei distinguo tra poesia e arte grafica. Naturalmente non sta a me dire dove vanno messi questi paletti ma è comunque necessario porli. Proprio per stabilire dei limiti tra sperimentazione utile e sperimentazione fine a se stessa e, ancor più in generale, i limiti tra sperimentazione e "Troppa" sperimentazione. La poesia non può rischiare di diventare un calderone onnivoro in cui chiunque può scaricare di tutto.