Roma - Ovidio -Amore miti e altre storie






Nel bimillenario della sua morte,Ovidio, uno dei piu’ amati della latinita’ per i versi che parlano d’amore di miti e di storie di dei, torna a Roma dopo l’esilio ordinato da Augusto.La sede delle scuderie del Quirinale e’ per me garanzia di mostre sempre ben fatte. C'e' parecchia gente , d'altronde e' il penultimo giorno della mostra ed e' sabato. Dallo splendido scalone d’ingresso da cui salivano i cavalli si sale al piano superiore…e si parte.
Tema principale l’Amore e i suoi corollari: eros seduzione e bellezza.Lo spazio espositivo e’ ampio e ben illuminato.
L’audioguida e’ compresa nel prezzo e nell’introduzione la curatrice Francesca Ghedini ci racconta “…del vittorioso ritorno a Roma del poeta”
In effetti Ovidio pago’ a caro prezzo il suo parlare d’amore in maniera anche carnale. Con la sua opera “Amores” entro’ in rotta di collisione con l’imperatore/ restauratore Augusto…ma anche per altri motivi per i quali studiosi e storici hanno dato diverse interpretazioni. La mostra ospita pezzi eccellenti e altri meno. Spiccano senza dubbio la Venere Callipigia in marmo bianco
(Callipigia dall’etimologia “kalos” cioe’ bello e “pyge” cioe’ natica….letteralmente “Venere dalle belle natiche”) e
la "Venere pudica" di Botticelli.
Sulle pareti ci sono frasi simbolo in latino tradotte solo in inglese e non ho capito il perche’.
Il percorso e’ agevole e si possono scattare foto.Nella parte anteriore non mancano quasi da contraltare all’eros imperante ,le statue di Augusto moralizzatore col capo velato e di Livia sua moglie. C’e poi una video installazione dove l’attore Sebastiano Lo Monaco recita in riva al mare dei passi del poeta scritti quando era in esilio. ( omaggio nella sezione del forum apposita).
Alle “Metamorfosi e’ dedicata la seconda parte…e cosi scopriamo i testi e i dipinti che hanno influenzato la cultura e l’arte occidentale a partire dall’epoca a lui contemporanea sino ai nostri giorni.
Molto belli i preziosissimi manoscritti di eta’ medievale. Sull’ultima parete le parole del poeta con cui la mostra si congeda:


«Ho ormai compiuto un’opera che non potranno cancellare né l’ira di Giove, né il fuoco, né il ferro, né il tempo divoratore… e il mio nome resterà indelebile. E dovunque si estende la potenza romana sulle terre domate, sarò letto dalla gente, e per tutti i secoli, grazie alla fama, se c’è qualcosa di vero nelle profezie dei poeti, vivrò…».

Quando si finisce il percorso si scende da una scala a vetrate da cui si vede dall’alto un bel panorama di Roma che spazia dal Vittoriano alla basilica di San Pietro.