Scrivi, ti prego.


Due righe sole, almeno,


anche se l’animo è sconvolto


e i nervi non tengono più.


Ma ogni giorno.


A denti stretti, magari delle cretinate senza senso,


ma scrivi.


Lo scrivere è una delle più ridicole e patetiche nostre illusioni.


Crediamo di fare cosa importante


tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca.


Comunque, questo è il tuo mestiere,


che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte,


solo questa è la porta da cui,


se mai, potrai trovare scampo.


Scrivi, scrivi.


Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via,


una riga si potrà salvare. (Forse.)


(Dino Buzzati)