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15-October-2015, 19:20
#1
Moderator
io sono arrivato d'un sol sorso al capitolo 12, poi , per motivi assolutamente indipendenti dal libro, ho subito una battuta d'arresto e conto di riprendere con la necessaria dedizione nel fine settimana.
È una sensazione solo mia o il "personaggio" che finisce per sbiadire in secondo piano è proprio il gioco (descritto) del tennis? È quasi come se fosse il convitato di pietra della narrazione.
"non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)
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Moderator
Originariamente inviato da
Rupert
È una sensazione solo mia o il "personaggio" che finisce per sbiadire in secondo piano è proprio il gioco (descritto) del tennis? È quasi come se fosse il convitato di pietra della narrazione.
di Tennis ce n'è tanto, la cosa sorprendente è che non è un libro che ti fa amare il tennis.
apparentemente non sembra tanto una passione quanto un lavoro, l'unico che Andrè sappia o abbia mai imparato a fare. tutto è molto tecnico, metodico, pragmatico. eppure il tennis, con i games, i sets, ecc. risulta essere la nemesi di Andrè.
un nemico più che un amico.
un continuo pungolo che ti mette in discussione, che ti scava dentro, che non ha pietà di te, a cui è impossibile nascondersi. e un po' credo sia per questo che Andrè ha bisogno di una squadra a fianco, Gil, Bred, ecc.
il Tennis, come lo vive Andrè, diventa un personaggio invisibile, che lo costringe a superare una prova dopo l'altra.
sembra quasi che Andrè non lotti contro il suo avversario, ma contro il tennis stesso che di volta in volta s'incarna nel suo avversario.
però la nemesi sei tu, e quindi ogni volta lotti contro te stesso.
cavolo.
questo un po' la mia idea, ma non ho ancora finito il libro, anche se mi manca poco ormai... capitolo 28
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Administrator
Originariamente inviato da
kaipirissima
di Tennis ce n'è tanto, la cosa sorprendente è che non è un libro che ti fa amare il tennis.
apparentemente non sembra tanto una passione quanto un lavoro, l'unico che Andrè sappia o abbia mai imparato a fare. tutto è molto tecnico, metodico, pragmatico. eppure il tennis, con i games, i sets, ecc. risulta essere la nemesi di Andrè.
un nemico più che un amico.
un continuo pungolo che ti mette in discussione, che ti scava dentro, che non ha pietà di te, a cui è impossibile nascondersi. e un po' credo sia per questo che Andrè ha bisogno di una squadra a fianco, Gil, Bred, ecc.
il Tennis, come lo vive Andrè, diventa un personaggio invisibile, che lo costringe a superare una prova dopo l'altra.
sembra quasi che Andrè non lotti contro il suo avversario, ma contro il tennis stesso che di volta in volta s'incarna nel suo avversario.
però la nemesi sei tu, e quindi ogni volta lotti contro te stesso.
cavolo.
questo un po' la mia idea, ma non ho ancora finito il libro, anche se mi manca poco ormai... capitolo 28
Bellissima analisi che condivido in pieno.
Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.
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