Sono del parere che sia assolutamente giusto che ognuno possa scrivere poesia come desidera, con qualunque grado di sperimentalità. Sta poi al lettore dire "mi piace", "non mi piace", "esito poetico interessante", "schifezza disgustosa"... Insomma è il lettore (io, tu, noi tutti) che deve esercitare il proprio senso critico, possibilmente senza pregiudizi, ma anche senza concessioni.
Poi agisce il tempo. Il tempo è il miglior setaccio e separa in modo spesso irreversibile ciò che si ricorderà come grande esperienza poetica e ciò che cadrà irrimediabilmente nell'oblio.