La fondazione Beyeler è un'opera d'arte in sé: uno dei pochi spazi che veramente riesce a dare respiro alle opere esposte. Le opere di Redon trovano qui una cornice magnifica e si può ripercorrere il tragitto di conquista del colore e della luce che faticosamente il poeta-pittore di Bordeaux ha tracciato tratto dopo tratto. Già, tratto e non pennellata, perché egli non ha mai usato la tecnica classica dei colori ad olio. Essenzialmente carboncini (stupendi, omirici e immaginifici) e l'inconsueta tecnica del pastello, che conferisce alla sua opera uno spessore assolutamente originale sispetto alla sua epoca.
Difficile anche da classificare secondo i movimenti artistici egli costituisce un punti di contatto tra le avanguardie ottocentesche, il surrealismo e l'espressionismo, senza passare per l'impressionismo, che pure andava per la maggiore tra i suoi conteranei e contemporanei. Simbolista, lo definiscono i manuali, qualunque cosa questa definizione porti con sé.
Ma senza perdermi in disquisizioni sterili sulle nomenclature dirò semplicemente che la mostra pi è piaciuta moltissimo. È vero che per la maggior parte dei frequentatori del nostro forum Basilea resta unpo' fuori mano, ma mi sento lo stesso di consigliare la visita. Anche la città in sé vale la pena d'essere vista.