STOP
di Angelo Maria Ripellino

Stop

Non attenderti più, non chiamarti,
consumarsi come una lanterna,
non cercarti, non telefonarti,
nascondere il viso tra umide mani
piangere in segreto come l'alba,
e tornare da solo in quella strada,
dove cinguettavano i tuoi baci.

Spegnere questo fuoco divorante,
strozzare le idre del desiderio,
non attenderti più, non chiamarti,
scivolare nel tempo e nell'ombra.

Perderti come un mito, e fra vent'anni
ritrovarti, ormai gonfia di buon senso,
con bracciate di figli e di faccende,
e ricordare con te le fugaci
carezze, il sortilegio del distacco.

Biascicando, esprimerti il rimpianto
di ciò che è perduto, che mi lasciai sfuggire:
della tua giovinezza stellare,
del tuo piccolo corpo di uccello ferito.

E sarà scialbo il ricordo, grigiastro, sfiorito,
e nulla potrà risvegliare quei giorni.