La viaggiatrice

Tutte le ferrovie sbuffano tra le mie mani,
tutti i grandi porti ospitano navi che mi aspettano
tutte le strade che si dipartono
precipitosamente verso terreni lontani
iniziano proprio qui; poi, dall'altra parte,
felice di festeggiarle, io le ricevo sorridendo.
Se riuscissi ad acchiappare un lembo di questo mondo
troverei anche gli altri tre,
e allora annoderei il mio foulard
lo metterei su un bastone
e poi lo porterei sulle spalle
con dentro tutta la palla terrestre
con le guance rosse
con i noccioli marroni e il sapore di mele.
Pesanti graticci di ferro strepitando
diffondono lontano il mio nome
Una casa diroccata spia i miei passi di nascosto,
ritornano sullo sfondo immagini
già disperse da tempo in lontananza
e nostalgia della cecità e desideri di paralisi;

crea il mio calice da viaggio: ed io bevo assetata.
Con nude, vigorose braccia
vado arando la profondità dei mari,
mentre nei miei occhi luccicanti assorbo il cielo.
Ci sarà un tempo per restarsene quieti
ricercando scarne provviste, poi ritornare a casa
e essere nient'altro che sabbia nelle scarpe.

Gertrud Kolmar