Citazione un po’ lunga, ma in realtà non abbastanza. Perché questo saggio di Orwell dedicato al più grande miracolo della natura, la primavera, meriterebbe di essere citato per intero. E di essere letto, riletto, riletto e ancora riletto. Per scolpirlo nella memoria e non scordare mai nemmeno per un istante la semplicità del suo monito.


George Orwell, Elogio del rospo (1946):

…Se distruggiamo ogni piacere nel corso della vita, quale specie di futuro ci prepareremo? Se non si sa godere per il ritorno della primavera, come faremo a essere felici in un’utopia che ci risparmi il lavoro? In che modo sfrutteremo il tempo libero, che le macchine ci largiranno?
Io ho sempre sospettato che, se i nostri problemi economici e politici verranno effettivamente risolti, la vita diventerà più semplice invece che più complicata, e che il tipo di piacere che si deriva nello scovare una primula precoce sarà ben maggiore del tipo di piacere che si deriva mangiando un gelato sull’aria di un Wurlitzer.
Credo che, conservando il proprio amore infantile per alberi, pesci, farfalle e – per tornare al punto di partenza – rospi, ci si prepara meglio un pacifico e onesto futuro, mentre invece sostenendo che nulla deve essere ammirato tranne l’acciaio e il cemento armato, si rende più probabile una situazione in cui gli esseri umani non avranno altro sfogo per le loro superflue energie se non l’odio e l’adorazione di un qualche duce.
Ad ogni modo, la primavera è arrivata anche a Londra N.1 e nessuno può impedirvi di goderne. Questo è un pensiero rassicurante. Quante volte mi sono fermato a osservare gli amori dei rospi o un paio di lepri impegnate in uno scontro di boxe tra i giovani stocchi del granturco, e ho pensato a tutte le persone importanti che sarebbero state liete di vietarmi quel piacere, solo che avessero potuto.
Ma, per fortuna, non possono. Finchè non siete veramente malato o soffrite la fame o avete paura o vi trovate rinchiuso in una prigione o in un villaggio turistico, la primavera è sempre primavera. Le bombe atomiche si ammassano nelle fabbriche, le polizie s’aggirano minacciose per le città, le menzogne piovono dagli altoparlanti, ma la terra continua a girare intorno al sole e né i dittatori né i burocrati, per quanto profondamente ostili alla cosa, sono in grado di impedirglielo.