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Discussione: Il mio quadro preferito (di oggi)

          

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  1. #1
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    Nome:   Edith Harms.jpg
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    molti uomini mi hanno preso in giro quando ho affermato che per me questo quadro è l'essenza dell'eros.
    l'attesa maliziosa ma consapevole, la complicità, il legame sottile e intenso che c'è nello sguardo sensuale che unisce lei al pittore.
    secondo me, in questo dipinto c'è tutto ciò che deve esserci in un rapporto a due, passione, amore, quel capirsi con uno sguardo, quel comunicare con una posa del corpo. fiducia.

    la modella è Edith Harms moglie del pittore.

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  3. #2
    Senior Member L'avatar di Serena-fundy
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    Questo quadro di Silvio Rotta (1895) si intitola "Nosocomio" e si trova allo GNAM (Galleria Nazionale d'Arte Moderna) di Roma. Amo molto il realismo di questo quadro che mostra una piccola immagine dei manicomio del XIX secolo. Un'operazione riuscita per la sua efficacia e per il tema che veniva considerato un tabù per la mentalità dell'epoca.
    Due cose mi hanno sempre sorpreso: l'intelligenza degli animali e la bestialità degli uomini. Bertrand Russell

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  5. #3
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    Certo che avere in salotto un quadro che ritrae un nosocomio... Rende l'idea di come alcuni interpretino l'arte, cioè come mera produzione estetica, invece, un quadro è come la poesia, non si appende al muro ma la si porta nel cuore, nella mente... Ti aiuta a vedere, ti aiuta a pensare, ti fa riscoprire cose, crea bellezza non dell'oggetto in sè ma negli occhi di chi guarda. L'arte, in fondo, è una specie di innamoramento.

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  7. #4
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Quote Originariamente inviato da kaipirissima Visualizza il messaggio
    Certo che avere in salotto un quadro che ritrae un nosocomio... Rende l'idea di come alcuni interpretino l'arte, cioè come mera produzione estetica, invece, un quadro è come la poesia, non si appende al muro ma la si porta nel cuore, nella mente... Ti aiuta a vedere, ti aiuta a pensare, ti fa riscoprire cose, crea bellezza non dell'oggetto in sè ma negli occhi di chi guarda. L'arte, in fondo, è una specie di innamoramento.
    La critica sociale è molto presente nella pittura dell'Ottocento e dell'inizio del Novecento. I quadri non erano necessariamente destinati ai salotti dei benestanti, ma molto spesso pendevano dalle pareti di istituzioni pubbliche di carattere giudiziario, amministrativo o sanitario. Erano al tempo stesso denunce e rivendicazioni sociali, ma anche speranze e suggerimenti progettuali. Basti pensare al più famoso di tutti, Il quarto stato di Tomasi da Lampedusa...
    L'impatto visivo di un'opera pittorica in un'epoca in cui non c'era il cinema, non c'era la televisione e neppure i quatidiani erano illustrati era semplicemente enorme. D'altronde la maggior parte della popolazione era analfabeta e l'immagine era l'unico mezzo espressivo a loro disposizione, sia in un verso che nell'altro.

    Nome:   quarto-stato.jpg
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    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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  9. #5
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    dopo aver letto le tue righe l'impatto con il quadro è stato davvero notevole. Soprattutto perchè è un quadro visto/stravisto sui libri di scuola ma che mi ha sempre lasciato indifferente!
    Sei proprio un grande prof. Fai venire voglia di studiare e approfondire.
    potremmo aprire un topic su questo genere di pittura contestualizzando le opere, proprio come avete fatto tu e Serena.

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  11. #6
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    Nome:   Dali_Young_Virgin_Auto.jpg
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    Salvador Dali Young Virgin Auto-Sodomized by Her Own Chastity

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  13. #7
    Administrator L'avatar di DarkCoffee
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    Lo so, non è un quadro, ma è troppo significativo secondo me.
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

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  15. #8
    Master Member L'avatar di daniela
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    Lo so, non è un quadro, ma è troppo significativo secondo me.

    Molto inquietante! Rende bene l'idea "Il sonno della ragione genera mostri".
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  16. #9
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    Sacco e rosso si trova alla Tate Modern, Londra.
    ci sono stata settembre scorso, il quadro non l'ho visto, tutta la Tate per me è stata un viaggio nell'inconorensibile, un po' come quando si visita la Biennale, devo esserci passata senza che nulla mi colpisse, o forse mi è sfuggita, chissà. Della Tate, a parte quello che appartiene ormai alla cultura di massa, tipo Boccioni e i 20 cent. , mi è rimasto impresso un uccello dorato di un artista che mi pare avesse un nome dell'Est. L'avevo visto sulla copertina di un manuale di arte e me lo aspettavo enorme come appariva nel libro, invece... Era normale, però vederlo "esistere" ha sfiorato qualcosa dentro di me.
    .

  17. #10
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    Nome:   Ritratto di Dedie.jpg
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    Ritratto di Dedie (Odette Hayden), realizzato nel 1918 da Amedeo Modigliani, olio su tela – 92 x 60 cm, conservato a Parigi (Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou).

    Eseguito nel 1918, anno in cui Modigliani realizza, tra Parigi e Nizza, una sessantina di ritratti, il "Ritratto di Dedie" si colloca nel solco di una formula figurativa rinnovata a partire da una serie di tre rappresentazioni di Jeanne Hebuterne.
    La verticalità della posa, ormai sistematica, è addolcita da una disposizione "ingresiana" della modella, voltata di tre quarti, con i gomiti appoggiati a una sedia per dare risalto alla linea arrotondata delle spalle.
    Il motivo malinconico della testa inclinata, che diventerà uno stereotipo della stilizzazione di Modigliani, segnatamente attraverso la serie di ritratti di Lunia Czechowska, conferisce una soavità leggermente affettata a questa figura elegante, il cui manierismo è neutralizzato dall’austerità del semplice abito nero “a la Manet” che indossa, un nero che incupisce la composizione e accentua la tristezza del viso.
    "Questa tristezza che pervade i volti di Modigliani dà a tutti loro un’indicibile qualità patetica" (Christian Zervos). Sono noti altri due ritratti raffiguranti Odette Hayden, detta Dedie, prima moglie del pittore cubista Henry Hayden (1883-1970): il primo, eseguito nel 1917 è appartenuto a Paul Guillaume, l’agente di Modigliani nel 1914; il secondo, intitolato "Donna seduta" è datato 1919.

    A me questo dipinto piace molto per la sua essenzialità, per la sua malinconia, per la sua dolce sensualità.


    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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