Vado abbastanza regolarmente a Parigi. Ho amici e conoscenti a Parigi. Generalmente quando sono in città con mia moglie ci ospita una signora che abita a duecento metri da uno degli obiettivi presi di mira dai commando di forsennati che hanno assaltato Parigi ieri sera.
Ho passeggiato per le strade che si vedono nei servizi televisivi sugli attentati. Ho probabilmente mangiato in alcuni dei ristoranti presi d'assalto.
La sensazione è quella di essere in stato di guerra e che la guerra sia contro la democrazia e la tolleranza.
Per lo stato democratico i corni del dilemma si presentano con terribile semplicità: rinunciare a libertà e tolleranza per combattere con misure militari e poliziesche la minaccia terrorista, oppure esporsi alla follia omicida e preservare principii democratici e garanzie di libertà.