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Discussione: Il caffè

          

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  1. #1
    Master Member L'avatar di daniela
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    Cafè Terrace at night
    Vincent Van Gogh
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  2. #2
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Voglia d'estate

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    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  3. #3
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    ma se nojosa ipocondrìa t'opprime,
    o troppo intorno a le vezzose membra
    adipe cresce, de' tuoi labbri onora
    la nettarea bevanda ove abbronzato
    fuma, ed arde il legume a te d'Aleppo
    giunto, e da Moca che di mille navi
    popolata mai sempre insuperbisce.

    Parini, Mattino.

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  5. #4
    Master Member L'avatar di Rosy
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    L'ULTIMO CAFFE'

    Non poter dormire,
    pe’ vecchi, brutto segno
    di morte vicina:
    vuol dire
    che il congegno
    vitale si scombina.


    Solo
    sul tetto
    della vecchia casa dirimpetto
    esala un fumajolo
    a spire
    nell’alba
    umidiccia e scialba
    un lieve fumo.
    Là dirimpetto
    abita un buon vecchietto
    che certo è in cucina
    per il suo caffè.


    (Vicina
    la morte
    a chi non può dormire.)


    Curvo sul fuoco
    soffia il vecchietto forte;
    poi la bianca tazza
    solita
    prepara: tre pezzetti
    di zucchero, che amaro
    gli sa sempre il caffè.
    Schizza faville il fuoco.


    (Vecchietto caro,
    tu forse non m ’aspetti.
    Tra poco
    pur verrai con me.)


    Su la vasta piazza
    dorme ancor l ’ombra bassa;
    qualche mattiniero
    nero
    vi passa.
    Languida qualche stella
    dal cielo occhieggia ancora.
    Salutan la novella
    squallida aurora
    da presso e da lontano
    i galli. Eccolo: dietro
    il vetro
    del balcon, pian piano
    ora
    sorseggia il buon vecchietto
    caldo il suo caffè.
    Prima che tragga il sorso,
    vi soffia; chiude gli occhi:
    chi sa che mai ricorda!
    Forse gli sciocchi
    sogni di questa notte.


    Venivano
    da bianche tombe
    lontane
    tante colombe
    a frotte.
    Di sotto il guanciale
    sgusciava una serpetta
    che gli dava un morso
    sul cuore
    senza fargli male.


    Ancora, ancora un sorso,
    vecchietto, non dar retta.
    Perché ti guardi attorno?
    Silenzio. Batton l ’ore.
    Le cinque. Chi t ’aspetta?
    È giorno, vedi? è giorno
    già chiaro.
    Finisci il tuo caffè.


    (Poi, vecchietto caro,
    fa’ cuore,
    te ne verrai con me.)

    LUIGI PIRANDELLO
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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