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Discussione: Ho appena visto... / Mostre in corso, visitate, apprezzate, detestate, amate...

          

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  1. #1
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    Imago urbis. La memoria del luogo attraverso la cartografia...

    Ho visitato la mostra Imago urbis. La memoria del luogo attraverso la cartografia dal Rinascimento al Romanticismo. Al Max Museo di Chiasso, Svizzera (ma a un passo dalla frontiera)

    È vero. Sono di parte. Insegno storia e geografia e provo un amore incondizionato per le carte topografiche antiche. È chiaro che per affrontarla con qualche ricaduta positiva è necessario avere un interesse specifico di partenza. Ma a me è piaciuta moltissssssssimo!

    Purtroppo, come al solito ho visitato la mostra nei suoi ultimi giorni d^'apertura e quindi se a qualcuno interessasse rimangono pochissimi giorni (fino a domenica). Al''entrata la gentilissima addetta del museo consegna al vivitatore una lente d'ingrandimento, che si rivela utilissima per l'osservazione di dettaglio di quelle che sono n tutto e per tutto delle opere d'arte grafica eccezionali e che conservano la memolria dei luoghi come non sono più.


    Milano nel Cinquecento



    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  2. #2
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    Domani vado a Pavia a vedere la mostra sui Longobardi. Poi vi racconto. Spero che mantenga le promesse...
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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  4. #3
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    Domani vado a Pavia a vedere la mostra sui Longobardi. Poi vi racconto. Spero che mantenga le promesse...
    Se verrai a Cividale un giorno, magari ci facciamo un aperitivo!

  5. #4
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    Mah!

    Pavia è una bellissima città ed è sempre un piacere farvi una capatina. L'occasione l'ha fornita la mostra sui Longobardi che chiude i battenti domani.
    Moltissimi visitatori, il che è certamente un merito da attrubuire a chiunque proponga un'occasione di divulgazione della cultura. E poi l'indotto è notevole. Potrebbe essere un'idea solida per compensare le perdite per la mancata partecipazione della squadra nazionale italiana di calcio ai campionati mondiali, qualcosa del tipo: "restiamo in palla, facciamo cultura".
    Ma sto divagando e meno il can per l'aia perché sono molto irritato. Trovo che la mostra rappresenti essenzialmente un'occasione persa.
    I locali dell'esposizione sono piccoli, angusti, bui e inadatti ad opitare una mostra. In nessun caso una mostra di grande richiamo.
    L'impianto didattico è carente: l'esposizione è disposta per zolle tematiche, ma chi di storia sa già fatica a trovare i motivi specifici dell'allestimento, come per esempio le nuove frontiere della ricerca archeologica o le nuove acquisizioni che hanno portato a nuovi punti di vista; chi invece di storia e di Longobardi non sa, fatica a raccapezzarsi nel marasma.

    Dedico un capoverso a parte per esecrare la guida che ha accompagnato il gruppo che con me ha visitato la mostra. Una cara persona, ma assolutamente e completamente priva di qualsiasi cognizione sull'argomento di cui discettava. Ha infilato una litania di luoghi comuni generici e fuorvianti alternati a colossali castronerie ed esempi generici riportati da culture diverse da quella di cui parlava. All'ennesimo accenno ingiustificato al ciclo bretone e ai cavalieri della tavola rotonda ho estirpato lo sgracchiante auricolare e o cercato di fendermi un percorso personale ra gli esposti. Al termine della visita ho silenziosamente restituito l'auricolare alla guida. Sono certo che se avessi aperto bocca l'avrei coperta di improperii e contumelie. Sarebbe stato oltremodo inelegante. Per contraddire il detto secondo il quale un bel tacer non fu mai scritto, scrivo ora a voi il furnte tenore del mio tacer pavese.

    È vero, bisogna pure quadagnarsi da vivere e si buò sbarcare il lunario facendo la guida su un oggetto che non s'ama e di cui non si sa nulla. Ma parolaccia, parolaccia, parolaccia, scurrilità indecente e ancora parolaccia... esistono i libri per documentarsi e non è vietato leggere qualcosa per prepararsi, magari anche solo la voce "Longobardi" su Wikipedia!



    Quote Originariamente inviato da kaipirissima Visualizza il messaggio
    Se verrai a Cividale un giorno, magari ci facciamo un aperitivo!
    Ci sono stato. Purtroppo molto tempo fa e devo assolutamente tornare. Bellissima! Sia la città che l'esposizione permanente. Didatticamente molto più efficace che l'evento estemporaneo di Pavia. Chi volesse veramente imparare qualcosa sui Longobardi farebbe certamente buona cosa visitando Cividale.
    Aldilà della cultura storica, a Cividale ho avuto la fortuna di trovare ristoro in un esercizio pubblico del centro che mi ha deliziato con dei formaggi deliziosi che sapevano veramente di formaggio e non di polistirolo, come purtroppo accade assai spesso nei ristoranti. Probabilmente gli esercenti hanno paura di scuotere i palati assopiti dei maniatori di junk food con sapori veri della tradizione locale. Eccellente anche il vino che accompagnava gli assaggi casearii. Veramente un bel Ricordo
    Credo che se dovessi tornare in zona l'aperitivo ti proporrei volentieri di farlo in quel posto... Se lo ritrovo... se c'è ancora... O magari in un posto che conosci e che ha le stesse caratteristiche .
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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  7. #5
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    Lightbulb Milano, da romantica a scapigliata.

    Vale il viaggio, anche perché a Novara, se non si è della zona, si hanno poche opportunità di passare "per caso".

    La vitalità delle proposte espositive del castello visconteo Sforzesco forniscono invece buoni pretesti per recarsi nel borgo piemontese. L'esposizione su Milano ritratta come affascinante signora dal multiforme aspetto e dall'umore cangiante in epoca romantica e poi scapigliata, vale certamente il viaggio.
    I curatori hanno fatto uno splendido lavoro di allestimento e di mediazione didattica (sono sempre molto sensibile alla qualità della diffusione della cultura artistica).

    L'apertura (dapprima prevista fino al 12 di marzo) è stata prolungata fino al 10 d'aprile. Quindi chi abita nell'area milanese può felicemente cogliere l'occasione per una gita culturale fuori porta, magari inserendo anche una tappa eno-gastronomica, che non guasta mai. Personalmente ne ho approfittato per approfondire i temi del Gattinara e della fassona...

    In ogni caso, la scoperta della Milano che fu e dei milanesi che ne hanno fatto la storia, quella minuta di tutti i giorno e quella dei grandi avvenimenti rivoluzionari e risorgimentali, vale il viaggio.


    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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