Quote Originariamente inviato da Rupert Visualizza il messaggio
Mille anni fa ho frequentato la scuola elementare e la scuola media in una localitÃ* della Brianza. Con molto profitto e discreta soddisfazione. Lo affermo per sgombrare il campo da sospetti di pregiudizio o partito preso di carattere campanilista o nazionalista.
Quando rimpatriai nella Confederazione elvetica e fui inserito nel sistema scolastico allora vigente in Canton Ticino, la mia preparazione disciplinare in quasi tutte le materie era all'altezza di quella dei miei compagni di ginnasio confederati.
Nel frattempo, purtroppo, è cambiato qualcosa nella scuola italiana. Radicalmente.
Oggi sono un dirigente scolastico e mi sento di segnalare, seppur nel nostro piccolo, un problema di cui percepisco solo marginalmente gli effetti, ma che intuisco essere di proporzioni colossali e di gravitÃ* addirittura cataclismatica. Lo so. L'affermazione è carica d'enfasi, ma temo che sia giustificata.

Se da una parte leggo su Scuola italiana che ilsistema scolastico della Penisola risulterebbe il più stressante del continente, la percezione che il miopur limitato osservatorio mi permette di avere dei risultati che questo sistema attualmente produce sono deludenti e preoccupanti.

Tutti gli allievi che negli ultimi cinque anni si sono trasferiti da una scuola italiana all'istituto scolastico in cui opero in Svizzera, e ripeto tutti (stiamo in realtÃ* parlando di un paio di decine di allievi in 5 anni, ma sconcertantemente senza eccezioni rilevanti) hanno sofferto di una grave e diffusa fragilitÃ* nella loro preparazione di base, accompagnata da una percezione ingannevole e sopravvalutatissima sia delle loro reali competenze, sia delle loro capacitÃ* di studio e d'organizzazione del lavoro personale.
Sia ben chiaro: non parlo d'intelligenza. Parlo di preparazione generale e di capacitÃ* di studiare.
Potrei aprire una piccola parentesi sulla banalizzazione dell'uso di sostenze stupefacenti e sulla fragilitÃ* emotiva, ma è una storia per un'altra occasione.
In breve. tutti gli allievi provenienti da scuole italiane che si sono inseriti nella scuola in cui lavoro fanno moltissima fatica ad adattarsi alle richieste minime delle varie materie e non raggiungono quasi mai il livello minimo di competenze richiesto per l'ammissione alla scuola media superiore.
Chiaro, ci sono anche problemi specifici legati alle materie differenti, in particolare le lingue e in special modo il tedesco. ma questo in passato non è mai stato veramente un problema. Oggi invece sembra essere un ostacolo insuperabile.
Segnalo in particolare un differenziale di preparazione importante in matematica. Segnalo anche ( e mi fa veramente male al cuore perché è sempre stato il fiore all'occhiello della cultura e della scuola italiana) gravi carenze nella formazione culturale, linguistica e umanistica di base.
Sono piuttosto sconcertato e desolato. Non ho diagnosi da proporre né correttivi geniali. Certamente intuisco che la carenza di investimenti nella scuola, a partire dalla retribuzione e dalle condizioni di lavoro e di formazione dei docenti, siano una delle possibili origini del problema.
Posso solo limitarmi a rilevare e a segnalare dall'esterno la gravissima situazione in cui versa la scuola italiana, e con essa la formazione di base di un'intera generazione.
Credo che sia urgente correre ai ripari. Ma se fossi in Italia non saprei da che parte iniziare.

... Per citare un famoso testo partenopeo sulla condizione scolastico: "Io speriamo che me la cavo"...

Come Rupert, mille anni fa ho frequentato la scuola pubblica italiana.
Figlio di un operaio e una casalinga, ho potuto proseguire gli studi fino alla laurea. Oggi sono un manager.
Ho tre figli, 22, 20 e 16 anni. Seguendo il loro percorso scolastico ho avuto modo di apprezzare il progressivo deteriorarsi della scuola pubblica.
Alcuni esempi:
- supplenti e orari provvisori. Da che ne ho memoria, l'anno scolastico comincia con un orario provvisorio, ore buche e professori supplenti. E' un fenomeno francamente incomprensibile per chi, come me, è abituato a programmare. E' come se un'azienda che produce panettoni venisse sorpresa, ogni anno, dal Natale.
- preparazione dei docenti. I miei figli hanno avuto professori di spagnolo che non sapevano lo spagnolo, professori di inglese con incomprensibile pronuncia palermitano- inglese, professori di matematica che semplicemente non insegnavano e una professoressa di italiano che era convinta che i bravi, di Manzoni, fossero appunto bravi. Ci andai a parlare ed era semplicemente incapace di comprendere l'ironia di Manzoni. Naturalmente non aveva mai letto i Promessi Sposi prima, nè si era preoccupata di studiare l'argomento. Potrei andare avanti a lungo, e sarebbe una galleria degli orrori. L'ultimo e più drammatico riguarda gli insegnanti di sostegno. Nella mia innocenza credevo che gli insegnanti di sostegno avessero una preparazione specifica. In realtÃ* sono semplicemente chiunque.
- dotazioni: sono abituato a pagare carta igienica, sapone e fazzoletti ai miei figli. A contribuire a inizio anno per le spese delle scuola. Ovviamente laboratori, attivitÃ* didattiche extra etc sono una chimera.

I miei figli se la sono cavata e se la cavano brillantemente, supportati da me e mia moglie, entrambi laureati, e da ogni possibile sostegno esterno. Ma il ragazzino che io sono stato, quaranta anni fa, figlio di operai magari immigrati, oggi non avrebbe speranze.
L'inefficienza della scuola pubblica crea una societÃ* classista che, francamente, mi fa orrore.

Per deformazione professionale ho provato a capire le radici del problema. Ho individuato queste:
- il sistema scuola è pensato per tutelare gli insegnanti più che per fornire una adeguata preparazione agli studenti. Una volta vinto il concorso, gli insegnati non devono dare altra prova di sè. Il concorso, peraltro, può valutare la preparazione ma non la capacitÃ* di insegnare.
- i presidi non hanno reali poteri. La selezione degli insegnanti, le graduatorie etc sono decise dal ministero. Se un insegnante è drammaticamente inadeguato, non lo possono cacciare. L'insegnante che credeva che i bravi fossero bravi, non conosceva il latino e ciò nonostante insegnava latino e italiano in un liceo classico. Sotto la pressione delle nostre proteste, è stata semplicemente spostata di classe.
- la preparazione degli studenti, non viene misurata, o meglio, viene misurata attraverso i test invalsi, ma questa misurazione non viene usata se non per fini statistici

La modesta proposta:
-usiamo i test invalsi (o similari) per misurare la preparazione degli alunni. Stabiliamo un livello minimo. Se una classe è costantemente sotto il livello minimo abbiamo , evidentemente, un problema con l'insegnante. Se una scuola è sotto il livello minimo, evidentemente abbiamo un problema con il preside.
- diamo tutto il potere ai presidi. Lasciamo che reclutino gli insegnanti e li sostituiscano, se necessario. Se non esercitano correttamente il loro potere, se assumono parenti e amici, lo scopriremo dai test invalsi e li potremo licenziare.
- i premi e gli incentivi andrebbero alle scuole migliori e ai professori migliori, risolvendo l'annosa questione di una scuola che non premia il merito degli insegnanti.

In sintesi:
- il ministero fa i programmi, e controlla i risultati delle scuole, nomina e rimuove i presidi
- i presidi amministrano

Naturalmente questi sono solo i principi generali, occorrerebbero anche, ad esempio, pesare le situazioni. Una scuola di Scampia non può essere uguale a una scuola di Monza, servirebbero misure per equalizzare le diverse situazioni etc etc... ma io farei così.
Buona gioranta