Quote Originariamente inviato da Rupert Visualizza il messaggio
Talvolta mi capita di leggere anche in lingua italiana.
L'editoria in lingua italiana è piuttosto asfittica. Molto spesso dalla comparsa di un testo in inglese, tedesco, francese... alla pubblicazione di una traduzione passano anni. Ancora più spesso la traduzione non verrà mai fatta per questioni di calcolo editoriale, opportunità, politiche di disribuzione o semplicemente mancanza di mercato. Mi piange il cuore, ma gli italofoni leggono pochissimo ed il mercato del libro evidentemente ristagna.

Leggo carrettate di testi in lingua originale e assicuro che tutto sta nell'iniziare. In principio si fa fatica. È come imparare di nuovo a leggere. Ci si mette qualche tempo perché il piacere ricavato dalla lettura risulti superiore alla fatica profusa per leggere. Una volta scollinato questo punto d'equilibrio non ci sono più limiti e si aprono mondi interi di cui talvolta non si sospetta neppure l'esistenza.

Se per la prosa la lettura in lingua originale porta con sé un valore aggiunto, per la poesia è invece essenziale poterla apprezzare nella sua versione originale, perché la forma è parte dell'essenza fonica e strutturale del componimento. Ogni traduzione poetica è in qualche misura un tradimento e la poesia tradotta non è quella scritta dal poeta, ma quella scritta da altri, che hanno interpretato e quindi necessariamente modificato il componimento. La traduzione di un'opera è di fatto un testo differente, altro, "falso".
Mi cito da solo perché condivido ancora in tutto e per tutto quello che scrissi nell'ormai lontano 2013 e mi punge vaghezza di rilanciare la discussione.