Ciao Fosca. Scusa la lentezza nella risposta alla tua gentile e interessante "provocazione", che -devo proprio dire- ha anche un certo spessore culturale. Sembra quasi ridicolo a dirsi, ma sono stato "distratto" dal lavoro, che talvolta rapisce corpo, mente e buoni sentimenti.

Ad rem. Certo, se parliamo d'origini e di radici antropologiche, posso convenire sulla dignità di una tradizione.
Annoto al passaggio che non sono mai state trovate conferme di carattere scritturale o archeologico del fatto che in era precristiana la festa di Samhain, come quella correlata e contrapposta di Beltane, fossero in qualche modo incentrate specificamente sulla morte e sui morti (o sui vivi).
Si trattava di festività cicliche che rispecchiavano la ciclicità delle stagioni e dell'alternarsi della vita e della morte come manifestazioni della ciclicità della natura e del soprannaturale, inteso come il divino, percepiti come coessenziali e coesistenti.
Samhain era la festa del raccolto e dell'abbondanza, a cui però segue l'inverno. In termini di divinità le figure divine legate a Beltane e a Samhain ricordano molto, seppure con sfumature diverse, le divinità legate al ciclo generativo venerate in area romana. Cerere, Anna Perenna, Proserpina, Bacco, Plutone...
In epoca cristiana le feste celtiche, come molte altre di popoli nel frattempo romanizzati e poi cristianizzati, sono state "battezzate" e inserite nel quadro di riferimento del cristianesimo. Se si vuole veramente cercare di capire come Samhain si è trasformata mescolandosi con gli elementi portati dal cristianesimo, è molto più significativo andare ad indagare le tradizioni legate alla festa del culto dei defunti laddove le permanenze di cultura celtica hanno avuto lunga durata, sebbene non appaiano più come predominanti o distintive.
Sto parlando delle tradizioni non del tutto cristianizzate del giorno dei morti in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. Insomma Nell'area della Pianura padana, la Nea Keltiké di Emilio Gadda, per intenderci.

Le manifestazioni truculente e sopra le righe, magari originate da festeggiamenti irlandesi del tutto e per tutto simili a quelli appena descritti per la Pianura Padana, ma mescolati nel "Nuovo Mondo" con elementi amerindi precolombiani e tradizioni popolari nordiche (credo, ma questo è un aspetto che dovrei approfondire meglio), ingigantite dall'incredibile amplificatore della cultura popolar-consumistica statunitense, hanno dato vita a una serie di neo-tradizioni grottesche e kitsch che con la celebrazione originale hanno veramente poco da spartire.

D'altr'onde non è affatto sorprendente. Che cos'ha a che vedere col bambino nato a Betlemme che i cristiani credono loro Signore, l'omaccione paffuto e bianco-barbuto che ridacchia senza sosta e schiamazza hohoh!!! al suon d'un campanaccio? L'origine della figura, derivata dai paramenti vescovili di diocesi dai climi freddi è chiarissima. Può piacere oppure no. Ma certamente con il significato cristiano del Natale non c'entra praticamente nulla.
Allo stesso modo le zucche, i dolcetti e gli scherzetti, le pagliacciate spettrali o macabre possono piacere oppure no. Ma con l'origine celtica della festività tutto questo ha veramente pochissimo in comune.