In realtà scrivendo questo post ho scoperto che la serie di cui parlo è stata tradotta anche in italiano ed è disponibile anche in italiano col titolo: Murderbot. I diari della macchina assassina (Mondadori, collana Oscar Fantastica, 2020).

Credo che l'idea di base dei titoli di lettura leggera non ancora tradotti possa comunque essere difendibile e quindi persisto.


Sotto il titolo complessivo "The Murderbot Diaries" Martha Wells (lascio all'immancabile Wikipedia il compito di fornire le indicazioni biografiche), ha raccolto una serie di novelle senza troppe complicazioni intellettuali e quindi di agevolissima lettura per tutti. Esse hanno come protagonista un automa ideato come agente/sistema di sicurezza e di protezione personale. Si tratta di un robot-guardia del corpo (per intenderci) che opera in un contesto interstellare dominato e controllato da grandi compagnie commerciali. La sua caratteristica più interessante è che una serie di avvenimanti concatenati lo rende autonomo e indipendente dal controllo della compagnia commerciale che lo impiega(va).

Si tratta di una sorta di percorso di progressiva umanizzazione dell'automa, che rimanendo in contatto con altri automi (bots) di vario genere, dalle astronavi alle scavatrici minerarie, agisce a protezione di "clienti" che egli stesso sceglie di aiutare, seguendo criteri sempre molto logici, ma spesso anche assai bizzarri.
Ne risultano avventure di un Robin Hood in versione AI, con una morale tutta sua e terribilmente umana, mettendo spesso in evidenza l'inumanita di molte azioni umane guidate da meschinità o avidità.