Quote Originariamente inviato da Enribello Visualizza il messaggio
Ah, ma allora SI PUÒ FARE! La didattica a distanza magari durante le allerte meteo o per chi ha qualsiasi altro problema di mobilità.
C'è molto di vero in tutti questi Ah, ma allora si può fare. Ma... Ma non tutto è semplice e lineare come appare.
Per gli altri argomenti non mi esprimo, ma visto che sono in prima linea sulla scuola e sulla didattica mi sento di offrire i miei cinque centesimi d'esperienza.

Ho percepito quanto sia profonda la tana del bianconiglio questa mattina. Ho tenuto una videolezione con la mia classe di quindicenni. Non lo avrebbero detto neanche sotto tortura, ma nei loro sguardi ho visto una tristezza sconfinata e una nostalgia terribile per... LA SCUOLA! Mon le vessazioni, i compiti in classe, le interrogazioni, ma quello che per un quindicenne è più importante dell'aria che respira: uno spazio di indipendenza e d'azione che si possa vivere in alternativa, quando non in opposizione, alla famiglia. Immaginetevi questi poveri quindicenni condannati a vivere 24 ore su ventiquattro con mamme ansiose e iperprotettive, con fratelli altrettanto frustrati ed energetici, con papà improvvisamente iperpresenti e magari per l'occasione anche ipernormativi... Più o meno la versione adolescenziale e applicata dell'inferno di Sartre.
Per non parlare della fatica che fanno con questa didattica a distanza. In realtà succede proprio quello che qualunque ordimaneto scolastico democratico vorrebbe compensare, se non eliminare: l'esasperazione di tutte le differenze socioculturali e socioeconomiche: chi ha i mezzi informatici all'avanguardia, può stare al passo, chi ha genitori con formazione accademica, può stare al passo, chi ha un tavolo che non deve contendere a più fratelli e due genitori che lavorano e studiano tutti a distanza, può stare al passo... gli altri... s'arrangiano.

La mia classe (in Canton Ticino esiste una figura detta "docente di classe" che fa da riferimento ed è un po' il docente-mammo della classe, cui ci si riferisce per qualunque tipo di problema organizzativo o relazionale. E devo dire che il ruolo può essere piuttosto impegnativo. La "mia" classe, dicevo, non è la classe modello, ci sono pochi allievi scolasticamente solidi e molti ragazzini e ragazzine un po' persi. Tutti molto preoccupati per il futuro scolastico e professionale e, cosa che non avrei mai pensato di sentire da uno di loro: "per fortuna che ci sono i compiti da fare, sennò ammattirei".

Qualcuno riesce ad immaginare qualcosa di più strabiliante di un quindicenne in chiara disaffezione scolastica che si aggrappa ai compiti coma a un'ancora di salvezza?