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Discussione: Le transitanti di Silvano Nuvolone

          

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  1. #1
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    Le transitanti.


    Ho letto anch'io questo romanzo breve.
    L'idea di definirlo un romanzo non è del tutto... appropriata? poichè il termine specifico rimanda strutturalmente a una storia che inizia e finisce, ricca di personaggi situazioni ecc. e non si può dire che Le transitanti lo sia, poiché anche se ci sono diversi personaggi in realtà l'unico vero protagonista è il lettore. Cosa strana no? Eppure è stata questa la mia sensazione... non il giovane e indolente universitario è il protagonista e neppure la signora dalla grande borsa gialla con vivaci margherite, ma la sottoscritta.
    Ed è per questo che il romanzo non si conclude con l'ultima pagina ma sembra iniziare. Mi viene da sorridere perché Sorgente gioca con l'immagine dei libri che sono parte di noi: pagine di ricordi, di esperienze, di quotidianità, di inutili facezie, di convenzioni che si mantengono in moto per inerzia. Sorgente ci invita a chiudere tutto quello che non è necessario, a fare ordine per lasciare il posto al nuovo.
    Mi accorgo ora che voi che leggete queste mie righe non sapete chi sia Sorgente, eppure per me è una presenza famigliare: il suo cappello, la sua borsa, la sua voce, la sua risata, i suoi occhi, il mistero delle sue apparizioni... cara Sorgente, una signora non scontata che rimane negli di chi l'incontra e lascia dentro l'eco di una risata, ma anche una nota di malinconia e solitudine.


    La trama è semplice eppure mai banale, e seppure la vicenda potrebbe sembrare a un certo punto girare a vuoto, in realtà il testo va in crescendo, arricchendosi di piccole battute, di situazioni inaspettate.


    Mi è piaciuto? Sì. È un romanzo umile, che non vuole stupire nè erigersi a maestro di vita. È una storia che nasce da un disegno abbozzato su un vetro appannato e più non si conclude, altrimenti a che transitiamo a fare?
    Ho apprezzato anche lo stile, semplice ed elegante. Leggero e scorrevole, malinconico e divertente.
    un inno alla giovinezza perchè non fugga via e lasci solo rimpianti di cose non fatte.

  2. #2
    Member L'avatar di NUVOLONE
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    Grazie kaipirissima, una recensione e una interpretazione molto personale del mio romanzo, calzante e che induce alla discussione. Sono felice di aver innescato un meccanismo di riflessione; è proprio quello che volevo fare. Hai ragione, il mio è un romanzo umile e non desiero salire in cattedra ad insegnare, non è il mio compito e neppure lo voglio. Ti ringrazio ancora.
    A presto.
    Silvano.

  3. #3
    Master Member L'avatar di Rosy
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    Quote Originariamente inviato da kaipirissima Visualizza il messaggio
    Le transitanti.


    Ho letto anch'io questo romanzo breve.
    L'idea di definirlo un romanzo non è del tutto... appropriata? poichè il termine specifico rimanda strutturalmente a una storia che inizia e finisce, ricca di personaggi situazioni ecc. e non si può dire che Le transitanti lo sia, poiché anche se ci sono diversi personaggi in realtà l'unico vero protagonista è il lettore. Cosa strana no? Eppure è stata questa la mia sensazione... non il giovane e indolente universitario è il protagonista e neppure la signora dalla grande borsa gialla con vivaci margherite, ma la sottoscritta.
    Ed è per questo che il romanzo non si conclude con l'ultima pagina ma sembra iniziare. Mi viene da sorridere perché Sorgente gioca con l'immagine dei libri che sono parte di noi: pagine di ricordi, di esperienze, di quotidianità, di inutili facezie, di convenzioni che si mantengono in moto per inerzia. Sorgente ci invita a chiudere tutto quello che non è necessario, a fare ordine per lasciare il posto al nuovo.
    Mi accorgo ora che voi che leggete queste mie righe non sapete chi sia Sorgente, eppure per me è una presenza famigliare: il suo cappello, la sua borsa, la sua voce, la sua risata, i suoi occhi, il mistero delle sue apparizioni... cara Sorgente, una signora non scontata che rimane negli di chi l'incontra e lascia dentro l'eco di una risata, ma anche una nota di malinconia e solitudine.


    La trama è semplice eppure mai banale, e seppure la vicenda potrebbe sembrare a un certo punto girare a vuoto, in realtà il testo va in crescendo, arricchendosi di piccole battute, di situazioni inaspettate.


    Mi è piaciuto? Sì. È un romanzo umile, che non vuole stupire nè erigersi a maestro di vita. È una storia che nasce da un disegno abbozzato su un vetro appannato e più non si conclude, altrimenti a che transitiamo a fare?
    Ho apprezzato anche lo stile, semplice ed elegante. Leggero e scorrevole, malinconico e divertente.
    un inno alla giovinezza perchè non fugga via e lasci solo rimpianti di cose non fatte.
    Splendida recensione, che invita alla lettura! Cosa che farò molto presto... Grazie
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  5. #4
    Member L'avatar di NUVOLONE
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    Buona sera Kaipirissima.
    Rispondo a qualche tua domanda, lasciando la porta aperta per altre riflessioni. Mi fa piacere che ogni lettore abbia una sua personale interpretazione, non è detto che quella corretta sia dell'autore anzi, il romanzo permette diversi sentieri e ognuno può portare a qualcosa che assomiglia alla felicità. L'idea è quella di vedere con gli occhi della natura tutte le sciocchezze che l'essere umano architetta per riuscire a non raggiungere proprio quella felicità alla quale anela. Il fatto che le protagoniste ad un certo punto sembrino fermarsi serve a ricordare il nostro stato effimero di equilibrio, ma anche a dare forza al racconto, a farci riflettere e a spronarci affinchè la nostra breve esistenza possa essere quanto mai appagante. Nel romanzo ci sono naturalmente alcune visioni personali ed autobiografiche; Venezia è la città che più amo in assoluto, e quindi ho voluto celebrarla, come luogo unico dello spirito, come un non-luogo dove è possibile trovare la propria anima. Per quando riguarda lo studente,non lo definirei propriamente indolente, ma un osservatore, una persona che si trova a dover affrontare alcune verità dell'esistenza, a scoprire quello che ha perduto, a riflettere sul futuro e tutto ciò soltanto ascoltando una storia, una bella storia, raccontata da un folletto. Non è cosa da poco. Perchè le transitanti, ad un certo punto, si fermano? Forse soltanto per ricordarci la caducità e la brevità della nostra esistenza. Ma poi, si fermano veramente? E' possibile che la nostra esistenza non si arresti mai? Il mio maestro, il poeta Maurizio Romanelli, purtroppo scomparso nel 2012, credeva nella reincarnazione. Amava i gatti e spesso mi diceva che sarebbe sicuramente rinato nel corpo di uno di questi animali. Sicuramente non è che una coincidenza, ma io sembro attirare i gatti, anche il più restio di questi animali non disdegna le mie carezze. E io sono felice e ricordo il mio amico. Questa non è eternità?
    Mi fermo qui, per ora.
    Un saluto a Rosy; se leggerai il mio libro, sarò lieto di conoscere il tuo parere.
    Silvano.

  6. Thanks daniela, kaipirissima thanked for this post
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