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15-January-2016, 14:06
#1
Moderator
Lettura e lettori - Statistiche e dati di riferimento
Nelle nostre discussioni facciamo spesso riferimento a dati statistici su lettura e lettori in Italia e in Europa, ma nel forum non c'era ancora un luogo specifico in cui postare e andare a cercare quei dati ed eventualmente discuterne.
Eccolo.
Sono appena stati pubblicati i dati ISTAT sulla lettura.
Nulla di nuovo sotto il sole. Ma c'è un dato che mi ha colpito:
"Tra il 2010 e il 2014 la spesa delle famiglie per libri, giornali e periodici si è contratta del 18%, quella per articoli di cancelleria del 31%. La riduzione risulta molto più alta di quella registrata complessivamente per l'acquisto di beni (6%)".
Risulta chiaro che la lettura è percepita come rinunciabile dalla grande maggioranza della popolazione e con essa, temo, anche la formazione e la cultura.
Chissà se prima o poi qualcuno (magari nella classe politica) si renderà mai conto che la cultura e la formazione sono le principali risorse economiche di uno Stato.
"non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)
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15-January-2016, 14:16
#2
Moderator
Un precedente articolo de "Il Fatto Quotidiano" "Il Fatto Quotidiano" commenta i dati dello scorso anno relativi all'editoria con qualche velenosa considerazione su politici e manager.
"non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)
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17-January-2016, 12:41
#3
Administrator
"9,1% delle famiglie non ha alcun libro in casa, il 64,4% ne ha al massimo 100"
Nessun libro?!
Questo è un dato che non mi aspettavo:
"La quota di lettori risulta superiore al 50% della popolazione solo tra gli 11 e i 19 anni e nelle età successive tende a diminuire; in particolare, la fascia di età in cui si legge di più è quella dei 15-17enni."
Bravi! Almeno la Rowling e il Moccia (mio tanto odiato) hanno fatto effetto!
The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.
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18-January-2016, 14:04
#4
Moderator
Originariamente inviato da
DarkCoffee
"9,1% delle famiglie non ha alcun libro in casa, il 64,4% ne ha al massimo 100"
Nessun libro?!
È chiaramente un problema di cultura (non intesa come erudizione, ma come sistema dei valori di riferimento) e di priorità.
Ho recentemente assistito ad una scena significativa. Mamma giovanile nel secondo lustro della trentina carica di sacchetti e capi firmati presi tra i saldi. La figlia, di una dozzina d'anni, le porta un libro per ragazzi trovato nel vicino reparto libri del grande magazzino e le chiede di acquistarlo. La mamma volta il tomo e inorridita risponde. Venti Euro? ma sei matta? Rimettilo al suo posto!
Il messaggio educativo è chiaro. Vestiti sì, libri no.
Non ho nulla contro la moda e i vestiti. Sono certo anche che il valore d'acquisto della busta paga dei lavoratori italiani non favorisca certo l'investimento in beni culturali. Ma nel caso specifico la scelta delle priorità era così palesemente sbilanciata e così netta che ho dovuto arricciare il naso.
Originariamente inviato da
DarkCoffee
Questo è un dato che non mi aspettavo:
"La quota di lettori risulta superiore al 50% della popolazione solo tra gli 11 e i 19 anni e nelle età successive tende a diminuire; in particolare, la fascia di età in cui si legge di più è quella dei 15-17enni."
Sembrerebbe quasi un rito di passaggio. Negli ultimi anni della scolarità obbligatoria bisogna leggere e maneggiare quei pericolosissimi strumenti che sono i libri, per poi guadagnarsi il diritto all'analfabetismo di ritorno e all'ignoranza programmatica.
"non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)
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19-January-2016, 09:41
#5
Administrator
Originariamente inviato da
Rupert
È chiaramente un problema di cultura (non intesa come erudizione, ma come sistema dei valori di riferimento) e di priorità.
Ho recentemente assistito ad una scena significativa. Mamma giovanile nel secondo lustro della trentina carica di sacchetti e capi firmati presi tra i saldi. La figlia, di una dozzina d'anni, le porta un libro per ragazzi trovato nel vicino reparto libri del grande magazzino e le chiede di acquistarlo. La mamma volta il tomo e inorridita risponde. Venti Euro? ma sei matta? Rimettilo al suo posto!
Il messaggio educativo è chiaro.
Vestiti sì, libri no.
Non ho nulla contro la moda e i vestiti. Sono certo anche che il valore d'acquisto della busta paga dei lavoratori italiani non favorisca certo l'investimento in beni culturali. Ma nel caso specifico la scelta delle priorità era così palesemente sbilanciata e così netta che ho dovuto arricciare il naso.
Sembrerebbe quasi un rito di passaggio. Negli ultimi anni della scolarità obbligatoria bisogna leggere e maneggiare quei pericolosissimi strumenti che sono i libri, per poi guadagnarsi il diritto all'analfabetismo di ritorno e all'ignoranza programmatica.
I libri non sono uno status symbol come i vestiti o qualsiasi altro bene di (rapido) consumo con cui pavoneggiarsi inutilmente in ufficio o davanti a scuola quando si vanno a prendere i figli.
Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.
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