Se devo dire la mia, credo che chiunque legga per desiderio di conoscenza, cercando sempre di trarre spunti di riflessione da ciò che legge, si può dire "lettore".
Per quanto mi riguarda, traggo ugualmente piacere da una lettura un po' più ostica per le mie conoscenze così come dalla lettura "ludica", di puro piacere.
Posso aver voglia di abbordare un testo filosofico (con tutte le difficoltà che ne conseguono, visto che le nozioni di filosofia che si apprendono a scuola non sempre ti danno gli strumenti necessari per appropriarti di un linguaggio inaccessibile ai più), così come aver voglia di leggere un manga.
In qualche modo entrambi i testi mi arricchiranno, mi daranno qualcosa.
Devo dire che negli anni ho cercato di mitigare un certo snobismo (non sempre fondatissimo) tipico da scolaretta che non porta da nessuna parte.
Tuttavia non riesco a non essere selettiva: visto il poco tempo a disposizione, preferisco cimentarmi con un autore che mi intriga, mi trascina, mi apre le porte di mondi a me ignoti, che nella lettura di un best seller giusto per curiosità.
Mio padre, ad esempio, è un fagocitatutto (scusate il neologismo): può passare da I fratelli Karamazov ai gialli di poche pretese, da Manzoni a Moccia con una disinvoltura che ammiro. Secondo lui bisogna essere informati su tutto prima di potersi esprimere.
Io lo prendo bonariamente in giro dicendogli che ha un'anima da Liala racchiusa nel corpo di un orango...