Clausola

Ci sono danni che non copre l’assicurazione
combinata sulla casa, lo so.
Le chiamate perse, per esempio,
le lettere strappate, la corda di seta,
la notte che c’è dietro gli specchi,
questa piaga di vetri nel petto.
L’ablazione della mia sete.

Così presi la malattia dei saponi.

Per questo l’amai, con tutto il mio disgusto.
Contro la vita inquieta
fui vuoto nel suo vuoto, freddo nel portaoggetti,
materia immobile.
Lasciai crescere le pareti di questa casa
con me dentro.

Passarono secoli, secoli d’orologio.

Non abbonderò in dettagli, signorina.
Dirò solo che ho strappato la porta dai cardini,
che ho avuto la misericordia
di gettare nel fango
lo zucchero a velo,
che adesso entra luce nella mia dispensa.
Lo so, la polizza nemmeno contempla
l’amore verso terzi, il temporale di sole,
il tumulto nelle strade né la rivolta della formica.

Ma questo è un caso di delicatezza maggiore.

io chiamavo solo per dirle, amica,
che ho finito per concedermi
con tutti i rischi
l’incertezza di vivere
completamente spalancata.

Carmen Camacho