Devo dire sinceramente che, come mi ha entusiasmato il primo periodo di Henning Mankell sino a "Il ritorno del maestro di danza", mi ha veramente deluso l'ultima produzione da "Il cinese" in poi, compreso l'ultimo romanzo "L'uomo inquieto". Ne "Il cinese" alla denuncia della travolgente espansione economica cinese in Africa, non si accompagna un'efficace trama gialla, ricca di trovate inverosimili e che ricorda gli stereotipi del "Pericolo giallo" dei gialli di un tempo ormai lontano. Poi non capisco che bisogno ci fosse di titolare "Muro di fuoco" il romanzo che in svedese si chiama "Brandvägg" ossia "Firewall" un titolo che sarebbe stato molto logico al contrario di quello scelto, davvero fuori luogo.