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Discussione: Diritti umani e pena di morte

          
  1. #106
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    Orrore in Oklahoma per la rottura della vena durante l'iniezione letale.
    Il condannato dato per incosciente si agita e urla, poi muore di infarto, dopo 45 minuti
    .

    Ha fatto una fine terribile a causa della rottura della vena in cui gli stavano iniettando il mix letale di veleni.

    I testimoni raccontano di aver assistito a una scena raccapricciante ed atroce. Tutto sembrava procedere: iniettato l'anestetico, il prigioniero era stato dichiarato dai medici presenti oramai privo di sensi. Ma quando è iniziata la somministrazione del primo dei due farmaci letali il corpo dell'uomo ha cominciato improvvisamente a muoversi, i suoi piedi e le sue braccia ad agitarsi. Ha cominciato a lamentarsi sempre più forte. Con uno scatto Clayton ha tentato anche di sollevarsi, inutilmente.

    In una situazione di caos gli addetti del carcere hanno abbassato la tenda davanti al vetro dietro al quale c'erano i testimoni. Questi ultimi hanno solo potuto ascoltare l'urlo violento con cui l'uomo ha esalato l'ultimo respiro, ucciso da un attacco cardiaco.

    La morte di Clayton è destinata a sollevare polemiche, in una fase in cui ricorrere alla pena di morte nei vari stati Usa che lo permettono è diventato sempre più difficile. Questo anche per la decisione di molti Paesi europei di vietare l'esportazione dei farmaci letali, le cui scorte stanno per esaurirsi, costringendo anche a realizzare mix letali 'meno efficaci'. Tanto che qualcuno - forse una provocazione - ha già proposto un ritorno alla sedia elettrica.

    http://www.repubblica.it/esteri/2014...0609/?ref=fbpr
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  3. #107
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    Orrore in Oklahoma per la rottura della vena durante l'iniezione letale.
    Il condannato dato per incosciente si agita e urla, poi muore di infarto, dopo 45 minuti
    .

    Ha fatto una fine terribile a causa della rottura della vena in cui gli stavano iniettando il mix letale di veleni.

    I testimoni raccontano di aver assistito a una scena raccapricciante ed atroce. Tutto sembrava procedere: iniettato l'anestetico, il prigioniero era stato dichiarato dai medici presenti oramai privo di sensi. Ma quando è iniziata la somministrazione del primo dei due farmaci letali il corpo dell'uomo ha cominciato improvvisamente a muoversi, i suoi piedi e le sue braccia ad agitarsi. Ha cominciato a lamentarsi sempre più forte. Con uno scatto Clayton ha tentato anche di sollevarsi, inutilmente.

    In una situazione di caos gli addetti del carcere hanno abbassato la tenda davanti al vetro dietro al quale c'erano i testimoni. Questi ultimi hanno solo potuto ascoltare l'urlo violento con cui l'uomo ha esalato l'ultimo respiro, ucciso da un attacco cardiaco.

    La morte di Clayton è destinata a sollevare polemiche, in una fase in cui ricorrere alla pena di morte nei vari stati Usa che lo permettono è diventato sempre più difficile. Questo anche per la decisione di molti Paesi europei di vietare l'esportazione dei farmaci letali, le cui scorte stanno per esaurirsi, costringendo anche a realizzare mix letali 'meno efficaci'. Tanto che qualcuno - forse una provocazione - ha già proposto un ritorno alla sedia elettrica.

    http://www.repubblica.it/esteri/2014...0609/?ref=fbpr
    Ammetto senza problemi che il grassettato è un qualcosa che è venuto in mente anche a me.
    La pena di morte è una barbarie per cui trovo tremendamente ipocrite tutte quelle forme di somministrazione di farmaci letali che dovrebbero addolcire il "passaggio" del condannato.
    Provassero a essere più coerenti con la loro indole violenta e ricorressero alla classica pallottola nella nuca come fanno i cinesi e, forse, li troverei meno odiosi, giusto perché mi eviterebbero di sorbirmi il supposto lato "civile" di un atto disumano.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  5. #108
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    Ammetto senza problemi che il grassettato è un qualcosa che è venuto in mente anche a me.
    La pena di morte è una barbarie per cui trovo tremendamente ipocrite tutte quelle forme di somministrazione di farmaci letali che dovrebbero addolcire il "passaggio" del condannato.
    Provassero a essere più coerenti con la loro indole violenta e ricorressero alla classica pallottola nella nuca come fanno i cinesi e, forse, li troverei meno odiosi, giusto perché mi eviterebbero di sorbirmi il supposto lato "civile" di un atto disumano.
    Sinceramente anch'io ho pensato più volte che una pallottola sarebbe forse il metodo migliore, meno doloroso, rispetto a questi 45 minuti di tortura.

    La vicenda è solo l'ultima di una serie legata alla somministrazione di nuovi cocktail letali nei penitenziari americani per far fronte all'esaurimento delle scorte di pentobarbital, un barbiturico ad azione rapida che le aziende europee non forniscono più, non solo per motivi etici, ma anche per motivi legali (norme europee vietano di vendere "strumenti di tortura") e commerciali (la pubblicità negativa che ne deriva).

    Era la prima volta che il mix di farmaci iniettato a Lockett veniva usato in Oklahoma durante un'esecuzione.
    La seconda esecuzione programmata nella stessa giornata è stata rinviata di 14 giorni.

    I due condannati avevano cercato di rimandare le esecuzioni sostenendo che mantenere il segreto sulle sostanze letali da iniettare violasse la Costituzione. I loro appelli a vari tribunali per conoscere il mix letale che sarebbe stato loro iniettato hanno spaccato l’opinione pubblica e riacceso il dibattito sulla segretezza delle iniezioni letali, con le case farmaceutiche che, per timori politici, rifiutato di fornire le informazioni sulle droghe e gli stati americani che cercano di trovare alternative, provando mix letali mai testati.

    La risposta del giudice Steven Taylor era stata inequivocabile: i condannati a morte non hanno diritto di sapere quale sostanza verrà loro somministrata, così come chi viene ucciso con la sedia elettrica non deve sapere quale è la società che fornisce l'energia per la scossa fatale, e chi viene impiccato non ha ragione di conoscere il materiale delle corda del cappio.

    Il boicottaggio europeo ha reso più complicato per i penitenziari americani trovare nuove sostanze, e forse ha reso più dolorosa e più lunga l'esecuzione dei condannati a morte.

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  7. #109
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    Mauro non possono usare solo una pallottola. Come farebbero le case "farma/letali" senza questa entrata monetaria?
    Che schifo!
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

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  9. #110
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    Mauro non possono usare solo una pallottola. Come farebbero le case "farma/letali" senza questa entrata monetaria?
    Che schifo!
    Nonostante io sia un feroce detrattore del business farmaceutico, in questo caso mi trovo a pensare che non ci sia dietro questa lobby e a sostegno di questa ipotesi cito quanto scritto da Daniela.

    La vicenda è solo l'ultima di una serie legata alla somministrazione di nuovi cocktail letali nei penitenziari americani per far fronte all'esaurimento delle scorte di pentobarbital, un barbiturico ad azione rapida che le aziende europee non forniscono più, non solo per motivi etici, ma anche per motivi legali (norme europee vietano di vendere "strumenti di tortura") e commerciali (la pubblicità negativa che ne deriva)

    Un altro motivo che qui non è citato è che, probabilmente, la produzione di tali sostanze è poco remunerativa visto che se ne fa un uso limitato a pochi soggetti, mentre alle case farmaceutiche preme più ingigantire patologie che portano a un uso massivo di farmaci e qui ti cito due esempi:

    - La famosa, temutissima e mai verificatasi epidemia di aviaria per contrastare la quale i governi di mezzo mondo hanno acquistato milioni di dosi di un vaccino mai utilizzato.
    - Il nemico numero uno della civiltà occidentale, il colesterolo, che fino a un certo punto aveva una soglia limite di 220 poi un documento dell'OMS ha abbassato tale soglia da un giorno con l'altro a 200 creando in con un colpo di bacchetta magica milioni di nuovi "malati" da curare a colpi di farmaco.

    Schifezze da sopportare ce ne sono a iosa cara Dark
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  11. #111
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    Già... Da sopportare e da dire
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  12. #112
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    A seguito della tragica e terribile esecuzione in Oklahoma, segnalo queste due petizioni, per chi volesse firmarle:

    Tell the American Pharmacists Association: Stop enabling inhumane executions:
    http://act.credoaction.com/sign/apa_executions?sp_ref=41130743.4.7639.f.27559.2&re ferring_akid=10556.6778429.nGovHN&source=fb_share_ sp




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    http://org.salsalabs.com/o/1265/p/di...tion_KEY=15602
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  14. #113
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    A seguito della tragica e terribile esecuzione in Oklahoma, segnalo queste due petizioni, per chi volesse firmarle:

    Tell the American Pharmacists Association: Stop enabling inhumane executions
    Ciao Daniela, grazie per aver postato il link della petizione che ho prontamente firmato.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  16. #114
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    Il 15 aprile oltre 200 studentesse, la maggior parte tra i 16 e i 18 anni, sono state rapite dalla scuola statale femminile secondaria a Chibok, nel nord-est della Nigeria, dal gruppo armato islamista boko haram.

    In un video reso noto il 5 maggio, boko haram ha annunciato che le liceali saranno "vendute al mercato in nome di Allah" come schiave o spose.

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    La scuola dalla quale sono state portate via si trova nella regione a nordest della Nigeria, nello stato di Borno. Chibok è una accademia d'élite per ragazze, chiusa a causa degli attacchi di Boko Haram. Haram fa parte dell'insurrezione islamica che negli ultimi mesi ha causato 1500 morti. Chibox però aveva riaperto per consentire alle alunne di concludere gli esami di fine anno.

    Nella notte del 14 aprile ad assaltare la scuola sono arrivati in 200, armati fino ai denti. Le 15 guardie che dovevano vigilare su Chibok non sono riuscite a fronteggiare l'attacco e sono fuggite, consentendo agli uomini di Boko Haram di far salire sul retro di tre pickup le ragazze e di portarle via.

    Nei giorni seguenti, secondo quanto raccontano gli abitanti dei villaggi, alcune ragazze sono state obbligate a sposare i loro rapitori, vendute a 12 dollari. Altre sarebbero state portate in Chad e in Camerun.

    Sul fronte diplomatico, cresce la polemica per la gestione del caso da parte del governo nigeriano.
    I genitori delle rapite parlano di totale mancanza di collaborazione e partecipazione nelle ricerche.

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    Il caso delle ragazze nigeriane suscita apprensione a livello internazionale.
    La campagna #BringBackOurGirls, è un passaparola su Twitter che vuole riportare l’attenzione internazionale sulla questione, e sono già stati lanciati numerosi appelli per la liberazione.

    Qui si può firmare l'appello:

    http://www.amnesty.it/nigeria-rapimento-ragazze
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  18. #115
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    Come sempre vanno a colpire le istituzioni che lavorano nel senso opposto alla loro visione arcaica e schiavista del mondo. Immagino che per gente che considera normale vendere delle donne, una scuola che le rende istruite, coscienti e, in ultima analisi, giustamente emancipate sia una specie di luogo sacrilego da violare con la massima ferocia.
    Quando leggo queste cose e penso alle mie figlie, mi rendo conto che, con tutti i difetti che ha l'Occidente moderno, sono comunque persone privilegiate dalla fortuna di essere nate qui e ora.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  20. #116
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    Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamenti o punizioni crudeli, disumani e degradanti” (Dichiarazione universale dei diritti umani, articolo 5)

    Ci sono urla che i governi non vogliono sentire. Provengono dal buio delle prigioni e delle stanze degli interrogatori. Sono le urla di chi viene picchiato, frustato, soffocato, stuprato, privato del sonno; sono le urla di chi viene torturato.

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    Il 10 dicembre 1984, l'Onu adottava la Convenzione contro la tortura vietando così uno degli atti più terribili che un essere umano possa commettere contro un altro essere umano.
    Ma, in questi 30 anni, molti governi spesso hanno vietato la tortura per legge ma l'hanno permessa nella pratica. Hanno pestato, frustato, soffocato, semiannegato, stuprato, privato del sonno nel buio delle carceri e nelle stanze degli interrogatori.

    Il divieto di tortura è assoluto: questo significa che mai un pubblico ufficiale o una persona che agisca a titolo ufficiale può infliggere intenzionalmente dolore o sofferenze gravi a un’altra persona anche in situazioni di emergenza, quali una guerra, una catastrofe naturale o creata dall’uomo.

    Tra il 2009 e il 2014, Amnesty International ha registrato torture e altri maltrattamenti in 141 paesi ma, dato il contesto di segretezza nel quale la tortura viene praticata, è probabile che il numero effettivo sia più alto. Nel 2014, 79 paesi hanno praticato la tortura.

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    La campagna di Amnesty International "Stop alla tortura" si rivolge anche all'Italia, affinché sia introdotto nel codice penale il reato di tortura.
    Pur avendo ratificato la Convenzione contro la tortura, in Italia manca il reato di tortura. Questa lacuna ha fatto sì che comportamenti delle forze di polizia qualificabili come tortura venissero sanzionati con pene lievi, spesso non applicate, e ha nuociuto alla stessa credibilità del loro stesso operato.

    Qui si può firmare:
    http://www.amnesty.it/stoptortura?ut...mpaign=DEM1912
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  22. #117
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    IL MONDO SI MOBILITA PER MARIAM

    Amnesty International ha definito ripugnante la sentenza con cui il 5 maggio un tribunale sudanese ha condannato Mariam Yehya Ibrahim, una donna cristiana di 27 anni all’ottavo mese di gravidanza, all’impiccagione per apostasia e a 100 frustate per adulterio.

    La condanna è stata confermata quando Mariam (o Meriam a seconda delle traslitterazioni), in carcere dal 17 febbraio col suo primo figlio di 20 mesi, trascorsi i tre giorni che aveva di tempo ha comunicato al giudice di non avere intenzione di rinunciare alla sua fede.

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    Nella quasi totale assenza del padre, un sudanese musulmano, Mariam è cresciuta nella comunità cristiano-ortodossa della madre, cittadina etiope. Tuttavia, assumendo per legge la religione del padre, la donna è considerata di religione musulmana.

    Dopo la laurea, Mariam ha intrapreso un dottorato in medicina. Ha incontrato un uomo, Daniel Wani, di religione cristiana. Si sono innamorati e sposati ed è nato il primo figlio.

    Uno zelante parente di Mariam ha informato le autorità, che hanno annullato il matrimonio. La denuncia e la successiva decisione di rendere nullo il matrimonio hanno fatto scattare i due “reati”: adulterio per relazione sessuale extramatrimoniale, e apostasia, per abbandono dell’Islam, ai sensi del codice penale del 1991.


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    Mariam è una prigioniera di coscienza, condannata solo a causa della sua fede religiosa.
    Se gli appelli delle organizzazioni per i diritti umani e le pressioni della comunità internazionale non avranno esito, Mariam sarà impiccata subito dopo il parto. Sempre che la gravidanza si conclusa positivamente. In carcere, Mariam non sta ricevendo le cure prenatali necessarie e sarebbe stata picchiata.

    http://lepersoneeladignita.corriere....per-apostasia/




    P.S. A noi firmare non costa nulla, a volte gli appelli internazionali possono servire.
    http://www.amnesty.it/sudan-cattolica-fustigazione

    Anche il quotidiano Avvenire ha lanciato una campagna via Twitter con l'hashtag #meriamdevevivere ripreso da migliaia di persone. Italians for Darfur ha lanciato sul proprio sito un appello che ha già raccolto centinaia di firme. «Con un click», questo lo slogan, «puoi contribuire a salvare la vita di un'innocente».

    http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/...apostasia.aspx
    http://www.famigliacristiana.it/arti...-mobilita.aspx
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    Sudan: Meriam Ibrahim assolta e scarcerata.
    Da Amnesty International Italia oltre 21.000 firme all'Ambasciata sudanese.



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    Meriam Ibrahim, la 27enne di religione cristiana condannata in primo grado il 15 maggio all'impiccagione per apostasia e alla fustigazione per adulterio, è stata rimessa in libertà nel pomeriggio del 23 giugno. Era in carcere dall'agosto 2013, col suo primo figlio attualmente di 20 mesi, e in carcere aveva dato alla luce un secondo figlio un mese fa.
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  26. #119
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    Sudan: Meriam Ibrahim assolta e scarcerata.
    Da Amnesty International Italia oltre 21.000 firme all'Ambasciata sudanese.



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    Meriam Ibrahim, la 27enne di religione cristiana condannata in primo grado il 15 maggio all'impiccagione per apostasia e alla fustigazione per adulterio, è stata rimessa in libertà nel pomeriggio del 23 giugno. Era in carcere dall'agosto 2013, col suo primo figlio attualmente di 20 mesi, e in carcere aveva dato alla luce un secondo figlio un mese fa.
    finalmente una buona notizia! Firmare le petizioni serve a qualcosa.
    Grazie Daniela per tenerci aggiornati

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    finalmente una buona notizia! Firmare le petizioni serve a qualcosa.
    Grazie Daniela per tenerci aggiornati
    Grazie a chi ha firmato!
    A volte la firma che a noi non costa nulla può fare la differenza tra la vita e la morte.
    In questo caso la differenza l'ha proprio fatta la mobilitazione internazionale (Italians for Darfur ha raccolto più di 150 mila firme, 82000 mail Avvenire).


    Dagli appelli per la liberazione di Meriam si è allontanato il fratello di Meriam: «se non si pente e non si converte all’Islam, deve morire» aveva detto in una dichiarazione shock. «Ora per lei è meglio andare negli Stati Uniti, dato che suo fratello ha detto che l’avrebbe uccisa» in caso di annullamento della sentenza, ha detto al Daily Mail Safwan Abobaker, attivista del gruppo Hardwired. «Il governo sudanese deve proteggerla e l’ambasciata americana in Sudan deve trovare un modo per portarla in Usa» ha aggiunto. Il marito di Meriam, Daniel Wani, è cittadino statunitense dal 2005.


    ULTIMA NOTIZIA:
    La sudanese Meriam arrestata di nuovo a un giorno dall'assoluzione. La donna è stata fermata all'aeroporto di Khartoum, mentre cercava di prendere un aereo insieme al marito Daniel, un cittadino sudanese con passaporto americano e si trova ora con i suoi legali in un ufficio delle autorità a Khartoum.
    http://www.ilgiornale.it/news/esteri...e-1031101.html
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