Voyage autour de ma chambre, di Xavier de Maistre (libro che consiglio vivamente, e di cui traggo quel che segue, da Wiki)
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In 42 capitoli, quanti sono i giorni di confinamento, Xavier de Maistre percorre in lungo e in largo e in diagonale, zigzagando e facendo spesso camminare sulle gambe posteriori la poltrona da cui non ama scollarsi, i 36 passi di lato della sua stanza quadrata, commentando mobili e oggetti e richiamando vecchi ricordi.
Il monologo dell'autore si sdoppia spesso in un dialogo, tra due parti di sé, l'anima e quella che è detta "l'altra", la bestia, cioè il corpo, le quali battibeccano con grazia, chiamandosi con rispetto persino "Madame", e da cui spesso esce vincitrice "l'altra".
Sono presenti anche una cagnetta amatissima, Rosine, e un servitore, Joannetti, anch'egli prediletto e insostituibile, che tuttavia lo abbandona di punto in bianco, perché si è sposato e si deve trasferire ad Asti.
Ogni oggetto che l'autore ci presenta è occasione di divagazioni e di aneddoti, di osservazioni filosofiche basate su una morale corrente, benevola, generosa e arguta.
Quando descrive la stampe e i quadri della sua stanza presenta per ultimo, come pezzo forte della collezione il quadro più apprezzato dagli ospiti, soprattutto dalle dame, che è uno specchio! Infatti, sempre "imparziale e vero, rimanda agli occhi dello spettatore le rose della giovinezza e le rughe dell'età matura, senza calunniare né lusingare nessuno.
Un capitolo dedicato a una rosa secca, trovata in cassetto, ci dipinge una scena settecentesca di cavalier servente, che vede ignorato il fiore offerto alla sua dama; infatti questa, occupata a pettinarsi, bada solo ad afferrare le forcine che il cavaliere le porge trovandole al tatto, perché‚ non toglie mai gli occhi dallo specchio "per paura di perdersi di vista".
I rari momenti di malinconia, come il ricordo di un amico scomparso, sono sempre superati di slancio con una fede pura, sincera e mai bigotta, di autentico e universale spiritualismo.