Premessa. Mauro, avevi ragione: questo è ancora migliore dei precedenti!!!!!!!
Un pò di trama, innanzitutto.

Notte di solstizio: tre giovani in una macchia isolata del bosco nei pressi di Osterlen. Qualcuno li spia. La loro festa si tinge di sangue. Intanto, la quiete della centrale di polizia di Ystad è spezzata dal ritrovamento del corpo di Svedberg, da anni collega di Wallander, ucciso da tre colpi di pistola sparati in pieno volto. Due foto tra le carte di Svedberg convincono Wallander dell'inesorabile intreccio tra i due casi di omicidio, ma l'assassino è sempre un passo in anticipo sulle mosse degli investigatori, che sono alle prese con gli inquietanti segreti di "uno di loro", un uomo che credevano di conoscere. È impossibile intuirne i movimenti, prevedere chi sarà la sua prossima vittima: in una calma apparente cova la follia criminale.

Mankell fa SEMPRE centro.
Qui troviamo 600 pagine di romanzo che si "bevono" letteralmente; devo ammettere che questo prolifico autore trova sempre argomenti nuovi, trame intriganti al massimo, per cui ogni romanzo è tutto da scoprire.
La storia comincia con un doppio caso da risolvere. Il primo , è quello dei tre ragazzi uccisi durante una festa in costume.
Il secondo è ben più serio, perchè coinvolge un collega di Wallander, Svedberg, trovato ucciso in casa col cranio spappolato da due pallottole.
Tutta la polizia perciò è in sobbuglio: bisogna assolutamente trovare l'assassino del collega!

A questo punto, i poliziotti che indagano cominciano a trovare strani indizi, che li fanno arrivare ad una prima conclusione: Svedberg era una persona ben diversa da come pensavano, e qualche scheletro nell'armadio..lo aveva.
La storia corre, incalzante. E' veramente il caso di scrivere che una pagina tira l'altra, perchè le novità e le sorprese si sprecano.
Ad un certo punto( piccola rivelazione)si capisce addirittura che i due casi erano LEGATI! ma per sapere come, bisogna arrivare alla fine delle 600 pagine, vedere morti su morti, e seguire Wallander nelle sue geniali intuizioni.

Mi commuovono sempre le digressioni sui suoi ricordi personali; il collega Ryndberg, morto di cancro anni prima, che gli aveva insegnato tanto; il padre, con i suoi quadri dei galli cedroni.

E poi stavolta ho ritrovato un pò lo "sfigato" dei primi tempi ; si è scoperto il diabete ( una forma seria)e non si cura; la storica innamorata Baiba, di Riga, lo ha lasciato definitivamente. Che pena!
Una storia tutta da BERE, senza prendere respiro!
E ora voglio proprio vedere se il prossimo è ancora migliore.Fatto molto difficile.
Rosy

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