Grazie Sir per questi splendidi e colti post che arricchiscono e danno lustro al nostro forum
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La poesia lirica
La lirica (lyrikè, poiesis) è la poesia cantata con l'accompagnamento della lira o dell'aulos (strumento simile al clarinetto). Con questo termine si designano autori, e sono molti, che si esprimono in questa forma artistica, anche se assume vari modi espressivi. Infatti avremo:
- lirici giambici, che adoperano un "metro" poetico chiamato giambo, e che si accompagnano con l'arpa o lira
- lirici elegiaci, che si esprimono col metro elegiaco, e si accompagnano con il già menzionato aulos.
- lirici melici , in cui troviamo melici monodici: melos significa solo, senza accompagnamento, odè significa "io canto". Ma la poesia melica può anche essere corale (melica corale)
I critici alessandrini stabilirono, così, dei canoni (modalità espressive) per ogni autore, che prenderemo quindi in esame: poesia giambica, poesia elegiaca, poesia melica.
Resta da dire che alcuni di questi autori si espressero in più canoni.
La lirica giambica: Archiloco, Semonide, Ipponatte
La lingua che troviamo nella poesia giambica è quella epica. La poesia giambica è chiamata anche poesia che esprime l'invettiva, la maldicenza, la satira, i tratti osceni del vivere umano.
Questa poesia viene espressa nell'ambito delle eterie (gruppi chiusi, aristocratici, formati da soli uomini) e in particolare nei simposi, raduni di persone con le stesse affinità di pensiero, politico ed economico. Da esso trae il cosiddetto "spirito giambico" (iambikè idea).
Archiloco
Animo mio, pieno d’acerbe cure,
Or su risorgi ed allontana il duolo,
Spingendo innanzi il petto, alla dimora
De’ nemici appressandoti tranquillo.
Vincendo, gioia non mostrarne aperta,
Nè, vinto, in casa tua farne lamento,
Abbattuto: gioisci nelle liete
Vicende, e per le rie non aver doglia
Oltre misura: volgi in tuo pensiero
Qual vece abbia tra gli uomini fortuna.
(dai Frammenti)
Molto bevi e di vin puro:
Nessun scotto hai tu pagato.
Come amico, di sicuro
Niun qua dentro t’ha chiamato,
A impudenza ghiottornia
Guida, e il senno porta via.
(Dai Frammenti)
Colgo l'occasione per ringraziarti anch'io per questo tuo stupendo lavoro di divulgazione. Forse non sei del tutto consapevole di quanto sia apprezzabile e di quanto sia importante il lento ed instancabile lavoro di trascrizione e spiegazione che avviene nei post dei forum come il nostro. La tua mediazione permette l'accesso al mondo classico di giovani che non andrebbero mai a consultare spontaneamente.
Senza voler essere immodesto e con tutti i limiti immaginabili dell'analogia, credo veramente che il nostro impegno sia paragonabile a quello degli amanuensi che hanno tramandato la cultura greca e latina all'Occidente, superando la invasioni barbariche e l'oblio utilitaristico. Noi in qualche modo tramandiamo la nostra cultura all'era digitale... ognuno modestamente agendo nel suo piccolo.
Quindi ancora grazie!
E (credo) non solo a nome mio.
Carissimi Annamaria e Rupert, grazie e grazie ancora. Le vostre parole sono un balsamo che mi permettono ancora di andare avanti. Ringrazio tanto anche Silvia, che mi è di aiuto e mi dà preziosi consigli.
Sapete una cosa? Ero sul punto di mollare tutto. Volevo mollare perchè non trovavo corrispondenza in questo mio proporre le antiquae litterae. Voi mi date motivi più che sufficienti per continuare.
Grazie, amico Rupert. Tu sei insegnante, e come pochi potrai capire lo sforzo di dover trasmettere un pensiero, un'informazione. Sapevo di poter contare sulla nostra vecchia e ormai consolidata amicizia.
Carlo
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