ESIODO (VIII-VII sec.a.C.)

Il mondo greco antico subì (e visse) fortemente l'opera di Omero: le sue opere avevano carattere andragogico, pedagogico, riferimento ideale e pratico per le popolazioni elladiche, per i soldati, per i rapporti interpersonali. Erano, come si diceva, parte della paideia, ossìa un insieme di comportamenti, di leggi non scritte ai quali ogni cittadino si atteneva.
Con Omero, però, va ricordato anche Esiodo: infatti le opere di questo letterato fanno parte del patrimonio ideale tradizionale, la paideia.
Nacque, Esiodo, in Beozia: i suoi genitori erano latifondisti, proprietari terrieri.

Il giovane Esiodo venne ben presto a conoscenza delle gesta eroiche narrate dagli aedi ed anche della poesia epica, forse dagli Omerici giunti in Boezia; egli decise di usare il loro stesso metro poetico , l’esametro, per cantare, però, ergomenti diversi da quelli che era ormai abituato ad ascoltare: ossìa, la dura e tenace attività quotidiana con la quale gli uomini alla terra i mezzi per sopravvivere e l’insieme delle credenze religiose che rispettava e aveva imparato a conoscere da varie fonti. Nacquero così le Opere e i Giorni e la Teogonia

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