Mentre mi accingo a commentare il 5o Mankell con Wallander, mi rendo conto che non c'è il quarto ( L'uomo che sorrideva). Dimenticanza? oppure l'ho scritto e salvato chissà dove?
Me ne occuperò.
Quinta avventura del commissario Wallander, dunque. Titolo: LA FALSA PISTA.
Mi rendo conto che non è facile scrivere qualcosa di nuovo e di diverso, quando il giudizio è positivo, come sempre.
Avevo già scritto altrove che mi incuriosiva, questa storia, essendo citata come la migliore della saga.
In effetti il giallo, un corposo tomo di 476 pagine, è ottimamente riuscito. Il tema del serial killer sanguinario ha sempre mordente sui lettori.
La vicenda parte in modo intrigante al massimo. Wallander è chiamato a vedere una ragazza che da ore sta immobile come una statua in mezzo ad un campo giallo di colza.
Cha cosa mai farà?
Lo scopre subito, il nostro poliziotto: sotto i suoi occhi sgomenti, la giovane si cosparge di benzina e si dà fuoco, bruciando viva senza emettere un lamento!
E' uno shok per il commissario, che non riesce ad evitare questa tragedia.
Contemporaneamente, un famoso ex Ministro viene ucciso con un colpo di ascia , e derubato dello scalpo!
Questa seconda morte sgomenta ulteriormente Wallander, che si trova ad occuparsi dei due casi nello stesso momento.
Quando poi gli uccisi e...scalpati( si dice?) diventano due, poi tre...la situazione si fa torrida, come l'estate in corso, e forse salteranno anche le ferie di tutto il distretto di Ystad!
Bisogna fermare questo pazzo assassino.
Chi sia quest'ultimo, il lettore lo sa presto.
Il problema , perciò, non è scoprire qualcuno, ma COME Wallander arriverà alla scoperta della verità, terribile.
Il romanzo è ricco di riflessioni; ogni episodio è motivo di profondi pensieri, ragionamenti.
Più volte il nostro poliziotto- aiutato dal suo team che ormai abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare- sente che sta sfiorando qualcosa di simile alla verità finale, alla scoperta...ma sono pensieri fuggevoli, che solo alla fine verranno a galla , ricomponendo tutti i tasselli dell'intricato puzzle.
E - sorpresa! - scopriremo che i due casi iniziali non erano poi così...distanti tra loro.
Un giallo veramente eccellente, da divorare. In questo momento, mi riesce difficile pensarne un altro migliore, di Mankell!
Il finale è doppiamente commovente ( leggi: lacrime a gogò).
La storia si conclude infatti con l'incontro tra Wallander ed il padre della ragazza suicida col fuoco: due pagine toccanti, senza essere sdolcinate ( strappalacrime lo sono, ma a ...strappare le mie CI VUOLE POCO!).
Due padri uniti per un momento dallo stesso dolore. Uno , perchè ha perso l'unica figlia; l'altro, perchè non è riuscito ad impedirne la morte.
E infine, Il nostro Kurt riesce finalmente a portare il suo vecchio padre a Roma- sogno di una vita- prima che la malattia lo renda invalido per sempre.
Mi piace questo pensiero.
Pag.474.
"Un meritato riposo lo aspettava.
Si versò un bicchiere di whisky e spiegò una cartina di Roma sul tavolo. Non vi era mai stato.
Non parlava una parola di italiano.
MA SIAMO IN DUE, pensò.
Neppure mio padre è mai stato a Roma, se non nei suoi sogni.
Neanche lui parla italiano.
Entreremo insieme in quei sogni e ci aiuteremo a vicenda".
Raccomandato.
Rosy
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