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Dalla seconda di copertina:
"I barboni sono randagi scappati dalle nostre case, odorano dei nostri armadi, puzzano di ciò che non hanno, ma anche di tutto ciò che ci manca. Perché forse ci manca quell'andare silenzioso totalmente libero, quel deambulare perplesso, magari losco, eppure così naturale, così necessario, quel fottersene del tempo meteorologico e di quello irreversibile dell'orologio. Chi di noi non ha sentito il desiderio di accasciarsi per strada, come marionetta, gambe larghe sull'asfalto, testa reclinata sul guanciale di un muro? E lasciare al fiume il suo grande, impegnativo corso. Venirne fuori, venirne in pace. Tacito brandello di carne umana sul selciato dell'umanità."


E’ un racconto breve, un lavoro teatrale, che la Mazzantini ha scritto pensando al marito attore, quindi “un monologo intimo eppure circense che gli desse la possibilità di sgangherarsi. Perché ogni tanto viene voglia di stendersi sul guanciale dell’abbandono, di dire: ma sì, voglio essere molle e cagionevole, stupido e disdicevole…
Così ho pensato: scrivo di uno che sta in strada, senza sociologia, solo un’anima che vaga, che strepita. Uno buffo, con le sue lacrime, un suo umorismo. Uno che non si scansa, che ha ancora voglia di guardare in faccia la gente. Un anatraccio curioso che risale il fiume e scruta i regolari, i Cormorani, quelli che stanno nel recinto della società organizzata.
Straparla, dice la sua, buon senso e bestialità, ride di gusto e poi s’accascia. Ha un vecchio trauma stretto nel cuore come un trofeo, e un guinzaglio al posto della cravatta: è roba del suo cane, del suo lutto. E’ il cazzotto, la sciancata. E’ il piano della vita che s’inclina, si mette di traverso. Una notte è uscito, s’è messo a quattro zampe, è andato.
Zorro mi ha aiutato a stanare un timore che da qualche parte appartiene a tutti. Perché dentro ognuno di noi, inconfessata, incappucciata, c’è questa estrema possibilità: perdere improvvisamente i fili, le zavorre che ci tengono ancorati al mondo regolare.”
Un bel libro, che si legge facilmente e rapidamente, come una sferzata e si può racchiudere in una frase “Per me la vita è un giorno, uno solo, dall’alba al tramonto, e amen.”