Wole Solinka (Nigeria 1934)
Premio Nobel per la letteratura 1986

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Poeta e drammaturgo nigeriano, considerato uno dei più importanti esponenti della letteratura dell'Africa sub-sahariana, nonchè il maggiore drammaturgo africano.
Nel corso della guerra civile nigeriana, viene incarcerato dal 1967 al 1969 per un articolo in cui chiedeva " un cessate il fuoco".
Ha insegnato in numerose università, fra cui Yale, Cornell, Harvard, Sheffield e Cambridge, ed è membro delle più prestigiose associazioni letterarie internazionali. Ha ricevuto diversi riconoscimenti in tutto il mondo e il premio Nobel per la letteratura nel 1986.
Perseguitato e condannato a morte dal dittatore nigeriano Sani Abacha, Soyinka vive ora negli Stati Uniti.

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Conversazione telefonica

Il prezzo sembrava ragionevole, il luogo
indifferente. L'affittuaria aveva giurato di vivere
fuori sede. Non rimaneva nulla
se non la confessione. "Signora" avvisai,
"detesto buttar via tempo in viaggi inutili - sono africano."
Silenzio. Trasmissione zittita di
buone maniere pressurizzate. La voce, quando venne,
spalmata di rossetto, pigolio di lungo
bocchino dorato. Ero stato beccato, che imbecille.
"QUANTO SCURO?"... Non avevo sentito male... "LEI È CHIARO
O MOLTO SCURO?" Bottone B. Bottone A. Tanfo
di respiro rancido di pubblico nascondino telefonico.
Cabina rossa. Cassetta rossa. Autobus rosso
a due piani che schiaccia l'asfalto. Era vero! Svergognata
dal silenzio scortese, la resa
spinse lo stupore a pregare semplificazione.
Lei era piena di riguardo, variando l'enfasi -
"LEI È SCURO? O MOLTO CHIARO?"
Venne la rivelazione.
"Lei intende - come cioccolato semplice o al latte?"
Il suo assenso era clinico, schiacciante nella propria leggera
impersonalità. Rapidamente, regolatomi a quella lunghezza d'onda,
scelsi. "Seppia Africano occidentale" e come pensiero aggiunto,
"Come dice il mio passaporto." Silenzio per spettroscopico
volo di fantasia, fino che la sincerità fece risuonare il suo duro
accento sulla cornetta. "COS'E'?" concedendo
"NON HO IDEA DI COSA SIA." "Tipo castano."
"È SCURO, GIUSTO?" "Non del tutto.
Di faccia, sono castano, ma signora, dovrebbe vedere
il resto di me. Il palmo della mia mano, le piante dei miei piedi
sono di un biondo ossigenato. Lo sfregamento, dovuto -
che stupido pazzo - allo starmene seduto, ha reso
il mio sedere nero corvino - un momento, signora!"- percependo
il suo ricevitore rizzarsi in un fragore di tuono
fin nelle orecchie: "Signora," supplicai, "non vorrebbe piuttosto
controllare di persona?"

Wole Soyinka