Stesicoro di Matauro ( o Imera) ( 630 - 555 circa a.C.)
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Stesicoro (che in greco significa “ordinatore di cori”) è poeta itinerante. Delle composizioni stesicoree possediamo, oggi, un numero limitato di frammenti.
La lingua è quella dorico-letteraria, ma lo stile è quello omerico.
La poesia stesicorea è un'elaborazione epico-lirica delle leggende greche tramandate, con riferimento però a quelle eroiche, umane, più che a quelle divine.
Ricca è la produzione artistica stesicorea ed i suoi temi, variando da narrazioni, discorsi diretti, ed introspezione che oggi diremmo psicologica.
Secondo una leggenda detta da Aristotele, Stesicoro si trovava a Imera ( o Matauro) quando gli Imeresi credettero opportuno di affidare la difesa della propria città a Falaride, tiranno di Agrigento; Stesicoro, conscio del pericolo che si andava profilando, raccontò di un cavallo che, per mettersi al riparo da un cervo, leggendario suo nemico, invocò l'aiuto dell'uomo; questi lo protesse dal cervo, suo nemico, ma alla fine lo addomesticò e ne divenne quindi padrone (con ovvio riferimento alla fine che avrebbero fatto gli Imeresi qualora si fossero piegati alla volontà del tiranno)



...
«Non aggiungere ai dolori angosce penose
e, per il futuro,
attese gravi tu non predirmi.

Non sempre allo stesso modo,
sulla terra sacra, gli dèi eterni
posero continua la discordia agli umani,
e neppure la concordia: ogni giorno
una mente diversa ispirano gli dèi.
Le tue profezie, o signore, non tutte le avveri Apollo
che lungi saetta.

Ma se è destino - e così han filato le Parche -
ch'io veda i miei figli uccisi l'uno dall'altro,
giunga allora a me sùbito il compimento della morte odiosa,
prima ch'io veda
questi eventi dolorosi, causa di molti gemiti e di pianto:
i figli morti
nel palazzo o la città espugnata.

Suvvia, o figli, date ascolto alle mie parole, amati figli.
Un esito tale a voi io propongo:
che abbia uno la reggia e abiti nella patria Tebe;
e se ne vada l'altro,
tenendo per sé le greggi tutte e l'oro del padre;
e sia la sorte a decidere,
chi per primo sarà estratto per volere delle Parche.

Questo può essere - credo -
lo scioglimento del vostro triste destino,
secondo i moniti del divino vate;
se davvero il Cronide vorrà salvare la progenie e la città
di Cadmo signore,
per molto tempo rinviando la sventura che alla stirpe
regale il destino ha fissato».

Così disse la chiara donna, parlando con dolci parole,
e volendo porre fine alla contesa dei figli nel palazzo,
e insieme a lei l'indovino Tiresia: ed essi diedero ascolto
...


Frammenti


Pomi cidonii

Pomi cidonii a iosa
sul reale carro gettavano,
e foglie di mirto
e ghirlande di rose
e corone di viole.


Oblio

Colla morte
svanisce ogni favore umano.


Apollo e Ade

Danze, giochi e soavi canti
ama Apollo.
Lutto e pianto
rimandano all'Ade.



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