Thanks Thanks:  80
Likes Likes:  535
Visualizzazione dei risultati da 1 a 15 su 432

Discussione: La poesia del giorno

          

Visualizzazione ibrida

Messaggio precedente Messaggio precedente   Prossimo messaggio Prossimo messaggio
  1. #1
    Master Member L'avatar di Claire
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Alta Murgia
    Messaggi
    1,819
    Post Thanks / Like
    Una bella poesia di John Keats.


    Ode a un Usignuolo.


    Il cuore mi duole, e un sonnolento torpore affligge
    i miei sensi, come se della cicuta io abbia bevuto,
    o vuotato un greve sonnifero fino alle fecce
    or è solo un minuto, e verso Lete sia sprofondato:
    non è per invidia della tua felice sorte,
    ma per esser troppo felice nella tua felicità,
    che tu, Driade degli alberi dalle ali leggere,
    in un melodioso recinto
    verde di faggi, e dalle ombre innumerevoli,
    canti dell'estate agevolmente a gola piena.


    Oh, per un sorso della vendemmia! che sia stato
    rinfrescato per lungo tempo nella terra profondamente
    sàpido di Flora e del rustico prato, [scavata,
    di danza, e canzoni provenzali, e dell'assolata allegria!
    Oh! per una coppa piena del tepido Mezzogiorno,
    pieno del vero, del rosato Ippocrene,
    con perlate bolle occhieggianti sull'orlo,
    e la bocca macchiata di porpora:
    ch' io potessi bere, e lasciare il mondo non veduto,
    e con te vanire via nella foresta opaca:


    Vanir via lontano, dissolvermi, e affatto dimenticare
    ciò che tu tra le foglie non hai mai conosciuto,
    il languore, la febbre, e l'ansia
    qui, dove gli uomini seggono e odon l'un l'altro gemere
    dove la paralisi scuote pochi, tristi, ultimi capelli grigi,
    dove la giovinezza si fa pallida e spettrale, e muore;
    dove pur il pensare è un esser pieni di dolore
    e di disperazioni dagli occhI plumbei,
    dove la Bellezza non può serbare i suoi occhi luminosi,
    o il nuovo Amore struggersi per essi più là di domani.

    Via! via! perché io voglio fuggire a te,
    non tratto sul carro da Bacco e dai suoi leopardi,
    ma sulle invisibili ali della Poesia,
    benché l'ottuso cervello confonda e ritardi:
    già con te! tenera è la notte,
    e forse la Regina Luna è sul suo trono,
    con a grappoli intorno tutte le sue Fate stellari;
    ma qui non c' è luce alcuna,
    fuor di quanta dal cielo con le brezze spira
    per verdeggianti tenebre e sinuose vie di muschi.

    Io non posso vedere quali fiori siano ai miei piedi,
    né che molle incenso penda sulle fronde,
    ma, nella profumata oscurità, indovino ogni dolcezza
    di cui il mese propizio dota
    l'erba, il boschetto,- e il selvaggio albero da frutta;
    il biancospino, e la pastorale eglantina;
    viole che presto appassiscono ricoperte di foglie;
    e la figliuola maggiore del mezzo maggio,
    la veniente rosa muscosa, piena di rugiadoso vino,
    mormoreggiante dimora delle mosche nelle sere estive..

    All'oscuro io ascolto; e ben molte volte
    son io stato a mezzo innamorato della confortevole Morte,
    l'ho chiamata con soavi nomi in molte meditate rime
    perchè si portasse nell'aria il mio tranquillo fiato;
    ora più che mai sembra delizioso morire,
    aver file sulla mezzanotte senza alcun dolore,
    mentre tu versi fuori la tua anima intorno
    in una tale estasi!
    ancora tu canteresti, ed io avrei orecchie invano
    al tuo alto requie divenuto una zolla.

    Tu non nascesti per la morte, immortale Uccello!
    le affannate generazioni non ti calpestano;
    la voce ch' io odo in questa fuggevole notte fu udita
    in antichi giorni dall' imperatore e dal villano:
    forse la stessa canzone che trovò un sentiero
    per il triste cuore di Ruth, quando, piena di nostalgia
    ella stette in lagrime tra il grano straniero;
    la stessa che spesse volte ha
    affascinato magiche finestre, aperte sulla schiuma
    di perigliosi mari, in fatate terre abbandonate.

    Abbandonate! la parola stessa è come una campana
    che rintocchi per ritrarmi da te alla mia solitudine!
    Addio! la fantasia non può frodare così bene
    com'ella ha fama di fare, ingannevole silfo.
    Addio! addio! la tua lamentosa antifona svanisce
    oltre i prati vicini, sopra la silenziosa corrente,
    su per il fianco del colle; ed ora è sepolta profonda
    nelle prossime radure della valle:
    fu una visione, o un sogno ad occhi aperti?
    fuggita è quella musica: son io desto o dormo?

    John Keats

    traduzione di Raffaello Piccoli

    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  2. #2
    Master Member L'avatar di Rosy
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Arenzano ( Genova)
    Messaggi
    3,864
    Post Thanks / Like

    Smile Sillabe

    Del tuo passaggio quello ch’è rimasto
    poco alla volta lo livella il tempo

    come un ciottolo il fiume.
    Soltanto del tuo nome sono ormai sicuro.
    Lo dico sempre al mare e lo ripeto
    e chissà mai che una notte,
    quando ci soffocano il reticolato e la pietra,
    mi serva da parola di salvezza
    e scopra all’improvviso ch’è svanito anch’esso.

    Titos Patrikios


    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

Tag per questa discussione

Segnalibri

Permessi di invio

  • Non puoi inserire discussioni
  • Non puoi inserire repliche
  • Non puoi inserire allegati
  • Non puoi modificare i tuoi messaggi
  •