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Discussione: Maurizio De Giovanni

          

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  1. #1
    Io L'avatar di dolores
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    Ieri Repubblica ha presentato Il metodo del coccodrillo con un'intervista all'autore: MAURIZIO DE GIOVANNI
    06 maggio 2012 — pagina 48 sezione: CULTURA



    Ricciardi va in pausa, entra Lojacono.
    Ricciardi è il commisario che scarpinando per la Napoli degli anni Trenta e ascoltando i fantasmi (è un po' paragnosta, ma non tanto da farsi spiattellare la soluzione) si è fatto strada per tanti romanzi (da Il senso del dolore, 2007, a Per mano mia, 2011) rendendo il suo autore Maurizio De Giovanni, già (e tuttora) funzionario di banca, un giallista di buon successo.
    Il commissario Lojacono, invece, è un nostro contemporaneo sotto tutti gli aspetti, dal tormentato fresco divorzio alle spalle (pena collaterale per un sospetto forse ingiusto di collusione mafiosa che gli ha sfasciato la famiglia e l'ha fatto trasferire dalla Sicilia) al rapporto col computer nell'ufficio denunce dello scalcinato commissariato partenopeo in cui la disgrazia lo ha catapultato, a far finta di lavorare giocando infinite partite a scopa contro l'avversario digitale finché il destino non lo richiama in servizio full time contro un imprendibile serial killer di ragazzi. Ma soprattutto il poliziotto Giuseppe Lojacono, protagonista di Il metodo del coccodrillo in questi giorni in libreria, è la scommessa di un salto di popolarità: dalla Fandango, che ha lanciato De Giovanni, a Mondadori - mentre Einaudi ripubblica la serie "Ricciardi" e la proseguirà dal prossimo autunno - e dalle storie della Napoli di una volta al noir sulle frontiere interiori del male.

    Com'è stato il passaggio, De Giovanni?
    «Un po' ansiogeno, grazie. Anche se in fondo io credo di scrivere sempre allo stesso modo. Ho cominciato a fare il narratore solo cinque anni fa, a 48 anni: più che un talento formidabile di scrittura, che sarebbe emerso prima, credo che alla base del mio lavoro ci siano le tante letture digerite, tutto materiale che cerco di riversare nelle mie storie».

    L' esperienza di buon lettore come primo bagaglio del romanziere?
    «È così. Nel mio scaffale, oltre a tutti i giallisti italiani e insieme al Conte di Montecristo che mi rileggo ogni cinque anni, ci sono Simenon e Ed McBain. Loro mi hanno convinto che non c' è relazione fisica più forte di un omicidio, tra due esseri umani. E nessun autoediting più efficace dell' impianto di un poliziesco per liberarsi delle parti superflue della scrittura. Voglio dire che tanto con Lojacono quanto con Ricciardi, come autore cerco di osservare gli avvenimenti insieme al lettore, senza soffocare la storia per la voglia di esibire uno stile».

    Tra lettore e scrittore, il passo è breve? Lei come lo ha fatto?
    «Per caso, con un concorso di racconti a cui mi hanno iscritto degli amici scommettendo che non ci avrei partecipato. Praticamente Ricciardi è nato per non dargli soddisfazione. Ma tra leggere e scrivere la differenza è come tra abitare in una bella casa e costruirsela da soli. Una fatica. Comunque il lavoro in banca non lo lascio, perché non vorrei mai essere costretto a scrivere, se dovesse capitare che non ho niente da dire».

    Ma perché lasciare gli anni Trenta?
    «Intanto li ho abbandonati, insieme al mio Ricciardi, solo per un po' . Sembra strano pure a me, ma incontro per strada delle signore che mi chiedono in continuazione nuove puntate di quel personaggio. Con un Ricciardi all' anno sarebbe facile andare avanti per sempre. Però avevo in testa una storia che voleva essere raccontata altrimenti, e ci ho provato. Così, se funziona, finirò per trovarmi con due investigatori alla volta».

    Differenti, ma gemelli: tutti e due solitari, con un passato difficile, rapporti tesi col resto del mondo e perfino contesi tra due donne. Cosa li distingue?
    «Beh, intanto Lojacono non ha visioni ma solo intuizioni e sospetti. E poi per lui non vedo grandi sviluppi sentimentali, pensa soprattutto alla figlia che da quando si è separato non può vedere più. Ma soprattutto sono diversi la città e la società in cui vivono. Quella di Il metodo del coccodrillo è una Napoli dura, piena di muri e di indifferenza, lontana dal cliché di una città chiacchierona e chiassosa. Il teatro giusto per la messa in scena di due solitudini, quella dell'investigatore ma anche quella dell'assassino. Al principio avevo addirittura pensato a capitoli alternati solo con le loro voci. Poi sono arrivate anche le voci degli altri, vittime e comprimari a chiedere spazio».

    Stare nel presente le avrà comunque risparmiato un bel po' di ricerca storica...
    «Lo pensavo anch'io, ma ho dovuto ricredermi. Ho dovuto imparare un sacco di procedura penale, invece, e anche il questore di Napoli, che per fortuna è un fan di Ricciardi, mi ha dato qualche consiglio. Perché quello che nelle diverse epoche non cambia è che un giallo deve essere preciso».

    Il suo nuovo poliziotto ha «gli occhi stretti, quasi da cinese». Un piccolo omaggio a McBain?
    «Ma certo, come il Carella dell' 87° Distretto. Sono contento che l'ha notato. Coi 55 romanzi di quella serie ci ho passato la giovinezza. Volevo il mio Carella anch' io».

    MAURIZIO BONO

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubb…
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  2. #2
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    Bella, questa intervista. Mi fa già scattare la voglia ...di acquistare!
    Ma vado con calma.
    Certo Lojacono ha già ( lo intuisco) le caratteristiche che io richiedo ai miei poliziotti preferiti: tormentato quel che basta, ecc ecc. E la lista si allunga...
    ciao, Buona giornata!
    Rosy
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    M.Medeiros

  3. #3
    Sydbar L'avatar di sydbar
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    RECENSIONE

    CINICO - Il metodo del coccodrillo

    Il coccodrillo animale antico, animale paziente, animale predatore che attende la sua preda e senza esitazione la colpisce saziando la sua fame, animale famoso per le sue lacrime (si applica a chi, dopo averne combinata una, travolto dalle conseguenze inattese o più gravi del previsto, si pente di aver male operato), non so ma questo coccodrillo è di sicuro uno che non si pentirà nemmeno all'ultima pagina del libro.
    Lo stile di De Giovanni è impeccabile, capitoli brevi, descrizioni di una Napoli decadente e sconvolta dalla criminalità che si insinua sin negli ambienti dei più giovani, napoletani persone che seppur in disgrazia hanno sempre nel cuore un sole che li rigenera e fa venir voglia di vivere, una descrizione dei passaggi burocratici del procedimento penale puntuali ed attinenti.
    Un ispettore di Polizia, Giuseppe Lojacono, protagonista assoluto che si affianca in antitesi al serial killer "coccodrillo", due persone che alla fine hanno l'anima consumata per lo stesso motivo...
    Un Sostituo Procuratore della Repubblica, Laura Piras, sarda, energica, testarda, caparbia, attraente, "bella ma in gamba".
    E le vittime, inconsapevoli ed innocenti, alto è il prezzo da pagare per gli "errori e colpe", ma errori e colpe di chi???
    Un libro piacevolissimo, come sempre l'autore con incommensurabile maestri ci abitua ad una lettura scorrevole e trascinante, forse la trama richiama "Per esclusione" del duo Novelli e Zarini, ed un finale cinico, travolgente, spossante, che non ammette pentimenti...neanche nel lettore, che rimarrà soddisfatto per l'attenzione dedicata; ricorda molto vagamente Seven, film del 1995 di David Fincher, trarro per concludere una citazione da questo lungometraggio: "Hemingway una volta ha scritto: 'Il mondo è un bel posto, e vale la pena lottare per esso.' Condivido la seconda parte".
    Ed io aggiungo: "vale la pena leggere".
    Buona lettura a tutti.
    Syd
    Vanità, decisamente il mio peccato preferito...

  4. #4
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    Bene , bene, Syd:mi avete convinta; messo in lista.
    ma ho ordinato giorni fa il terzo e quarto del commissario Ricciardi. Alla prossima tornata!
    ciao
    Rosy
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  5. #5
    Sydbar L'avatar di sydbar
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    Vorrei dirti Rosy che dei due libri che hai acquistato non ne rimarrai assolutamente delusa. De Giovanni è davvero affasinante con queste pagine.
    Syd
    Vanità, decisamente il mio peccato preferito...

  6. #6
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    Quote Originariamente inviato da sydbar Visualizza il messaggio
    Vorrei dirti Rosy che dei due libri che hai acquistato non ne rimarrai assolutamente delusa. De Giovanni è davvero affasinante con queste pagine.
    Syd
    Ti rispondo, caro Syd, affermando che stanotte ne ho lette 100 pagine ( l'autunno..) e ne sono assolutamente affascinata. Il suo modo di scrivere mi incanta. Ha uno stile( a mio gusto, per carità) perfetto, accattivante, coinvolgente...e potrei continuare. Se potessi ne leggerei due contemporaneamente!
    Vi dirò alla fine, ma hai ragione, Syd.
    ciao
    Rosy
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    M.Medeiros

  7. #7
    Sydbar L'avatar di sydbar
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    Attendo con ansia la tua impressione su queste tue ulteriori letture...aaah ti cito "Se potessi ne leggerei due contemporaneamente!", no sono assolutamente stupendi da leggere separatamente in modo consequenziale...vedrai vedrai...che spettacolo.
    Vanità, decisamente il mio peccato preferito...

  8. #8
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    Smile

    Sono a due terzi del GIORNO DEI MORTI.
    Non riesco a staccarmi, complice il mio malanno...
    Posso già anticipare che è certo il migliore, di sette lunghezze- per me- dei tre che conosco, e che MI SARA' DIFFICILE scrivere le emozioni che mi desta.
    De Giovanni scrive in un modo superlativo.
    Rosy
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    M.Medeiros

  9. #9
    Sydbar L'avatar di sydbar
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    Rosy...credimi Il giorno dei morti è fantastico con un finale che neanche immagini. F I D A T I!!!
    Vanità, decisamente il mio peccato preferito...

  10. #10
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    Smile IL GIORNO DEI MORTI ( l'autunno...)

    Letto. Letto d'un fiato e già lo rimpiango, come un amore perduto.
    Un piccolo capolavoro. Per ora il migliore fra i tre che ho letti.

    Sono talmente tante le emozioni suscitate, che non sono certa di saperle trasmettere; ma ci proverò.
    Innanzitutto, la storia.
    E' semplice e non ha bisogno di trame copiate da internet.

    E' autunno; un autunno freddo e piovoso, che entra nelle ossa e mette in corpo ed in cuore una malinconia senza fine.
    Sullo scalone del Tondo di Capodimonte viene trovato un bambino morto. Seduto composto sui gradini, un povero corpicino, che denota una vita di povertà e di angherie; vicino a lui, un cagnolino altrettanto sparuto e derelitto, lo veglia amorevolmente.
    Niente di strano, dicono tutti: in quei tempi bui, i bambini di strada, che vivevano di espedienti e di miseria , erano moltissimi! Ed allora ci può stare che uno di loro sia morto , magari dal freddo, dalla malnutrizione...un cuoricino che non ha retto.
    Ma il commissario Ricciardi non si accontenta di questa ipotesi frettolosa. E comincia ad indagare.

    Sulla storia, mi fermo qua. Ma le sorprese saranno tante e il finale , da lasciare senza fiato! ( Syd, come avevi ragione!).

    Che cosa mi ha colpita, ed ha fatto sì che questa storia mi fosse cara molto più di tante altre?

    Innanzitutto, lo stile: meraviglioso, semplicemente. Pur avendo molti beniamini nel panorama italiano attuale, direi che a mio gusto, De Giovanni sia il migliore come stile di scrittura e come originalità.
    Le sue storie, al di là della trama, sono poesia pura.
    Quando le leggo, ho il connubio di prosa e poesia.

    Un esempio a caso ( ma dovrei ricopiare tutto il libro)
    Pag.121
    "La prima mattina di freddo ha un sapore e un colore che non ha nessun'altra mattina. Perchè il freddo arriva sempre di notte, quando tutti dormono, per cogliere di sorpresa; e arriva sull'ala del vento.
    Arriva cambiando il sapore della pioggia, che prima sapeva un pò di mare e adesso sa di ghiaccio, e diventa di aghi che penetrano i tessuti , e muta la luce da nera e gialla a grigia e uniforme.
    .......
    La prima mattina di freddo, anche se è stata lungamente temuta e attesa, giungerà inaspettata, e coglierà di sorpresa gli anziani, con nuovi dolori e la certezza che quello sarà per loro l'ultimo inverno.
    Lo scialle nero sarà fermato al collo da una spilla, il cappello consunto sarà tenuto anche in casa, nello sguardo ci sarà una nuova malinconia.E non sarà solo per il clima che un brivido correrà lungo la schiena.
    La prima mattina di freddo porta cattivi pensieri."

    Poi, i protagonisti.
    La figura del bambino, che emergerà a poco a poco in numerosi flash back durante lo scorrere della storia, è indimenticabile.
    Pare di vederlo; una figuretta vestita di stracci, tenuti su da un cordino, con i geloni e le gambe magre piene di cicatrici. Un bastardino che lo segue, adorante: è il suo unico amico al mondo. Il dividersi un morso di torta gelosamente conservato...
    Come non amarli. ... mi hanno fatto piangere.
    Mi hanno ricordato tanti Ultimi che conosco, che ormai fanno parte del mio mondo...parallelo.

    Anche le figure negative sono superbamente tratteggiate: il prete avido e bugiardo; la dama di beneficenza ( una delle due, attenzione; l'altra è buona, almeno pare); lo zoppo misterioso che segue il bambino.

    Ricciardi è un personaggio unico nel suo genere
    ; ormai di lui conosciamo tutto, i pensieri, gli incubi, i sogni. In questo romanzo mi è parso un pò meno anacronistico del solito: pare che qualche passo nella realtà lo compia, fra dubbi e paure... Questa volta ruotano intorno a lui ben due figure femminili, entrambe affascinanti , a loro modo. Chi vincerà?

    Infine, IL GIALLO.
    Questo, amici miei, è un vero giallo.
    Senza spargimenti di sangue, senza scene cruente- se si esclude la miseria, che è cruenta di suo...- l'autore ci guida passo dopo passo verso un finale veramente mozzafiato.Un finale impensato, inimmaginabile.E lo rende, seppure a suo modo, un Giallo con la maiuscola.
    Mi fermo qui, ho scritto già troppo, ma De Giovanni merita questo e di più. Citerò un paio di altri brani indimenticabili ( appena trovo un momento).
    IMPERDIBILE.
    Rosy

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  11. #11
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    Rosy!!! Bellissima recensione..tieni i libri da parte che me li devi prestare tutti!

  12. #12
    Master Member L'avatar di maureen
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    Grazie per i consigli e le recensioni.
    Segnato anche De Giovanni, curiosissima di leggerlo.

  13. #13
    Master Member L'avatar di Rosy
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    Quote Originariamente inviato da maureen Visualizza il messaggio
    Grazie per i consigli e le recensioni.
    Segnato anche De Giovanni, curiosissima di leggerlo.
    Lo so che si continua a segnare, ma credi Maureen, ne vale la pena.
    Lo stile, le storie, sono diversi da tutti! ciao cara!
    Rosy
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  14. #14
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    per me il giorno dei morti sta al secondo posto dopo per mano mia, invece la mia amica è d'accordo con te Rosy.
    abbiamo fatto acquistare in biblioteca i libri di Ricciardi e proprio ieri la bibliotecaria ci ha telefonato orgogliosissima per avvisarci che ha l'ultimo di De Giovanni e ce lo ha messo da parte.

    resta da decidere se sarò io o Susi a leggerlo per prima!

  15. #15
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    Quote Originariamente inviato da kaipirissima Visualizza il messaggio
    per me il giorno dei morti sta al secondo posto dopo per mano mia, invece la mia amica è d'accordo con te Rosy.
    abbiamo fatto acquistare in biblioteca i libri di Ricciardi e proprio ieri la bibliotecaria ci ha telefonato orgogliosissima per avvisarci che ha l'ultimo di De Giovanni e ce lo ha messo da parte.

    resta da decidere se sarò io o Susi a leggerlo per prima!
    Io inizio stasera ( o domani) il quarto, poi comprerò PER MANO MIA.
    Così vado in ordine. Sono contenta che piaccia anche a voi. ciao!
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