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10-February-2012, 14:55
#1
Io
"Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita".
Boris Pasternak
“Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)
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10-February-2012, 15:43
#2
Senior Member
"La follia è il legame della società umana."
A parlare in prima persona è la follia.
“Insomma, nessuna società, nessun legame nella vita potrebbe essere gradevole o duraturo senza di me: né un popolo potrebbe sopportare a lungo il suo principe… né un maestro il suo discepolo, né un amico l’amico, né una moglie il marito, né un compagno il compagno… se non si ingannassero continuamente a vicenda, se non si adulassero, se non chiudessero prudentemente un occhio, se non si lusingassero vicendevolmente col miele della follia.”
Da "Elogio della follia" di Erasmo da Rotterdam
E’ chiara ed evidente l’ironia di Erasmo, la sua “follia”, alla quale noi oggi potremmo dare un nome diverso, invita alla tolleranza , alla generosità; è superiore ed evangelica allo stesso tempo, si contrappone, infine, ai poveri di spirito che si manifestano con l’avidità di apparire ad ogni costo.
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13-February-2012, 20:08
#3
old crone
Questo brano da "I fratelli Karamazov" di Dostoevskij lo cito spesso perché mi fa venire
la pelle d'oca, lo trovo tristemente attuale.
"Quando la madre abbraccerà il carnefice che fece straziare suoi figlio dai cani, e tutt'e tre proclameranno tra le lacrime: 'Tu sei giusto, Signore!', allora certo sarà il trionfo della conoscenza e tutto si spiegherà. Ma ecco, è proprio questo che mi blocca, è proprio questo che io non posso accettare. E mentre sono sulla terra mi affretto a prendere le mie misure. Vedi, Alëša, se vivrò anch'io... fino a quel momento, o se resusciterò per vederlo, potrà realmente accadere che io esclami con gli altri, vedendo la madre abbracciare il carnefice del suo bimbo: 'Sei giusto, Signore!', ma io questo non lo voglio esclamare.
Finché sono ancora in tempo, corro ai ripari e perciò rifiuto del tutto la suprema armonia. Essa non vale neanche una sola lacrima di quella bambina torturata che si batteva il petto con il suo piccolo pugno e pregava il "buon Dio" nel suo fetido anfratto, versando le sue lacrime invendicate. Non la vale, perché quelle lacrime sono ancora da riscattare. E dovranno essere riscattate, altrimenti non ci potrà mai essere neanche l'armonia. Ma come, come le riscatterai?
E' forse possibile? Vendicandole in seguito? Ma a che mi serve vendicarle, a che mi serve l'inferno per i carnefici, a che può rimediare l'inferno quando i bambini sono già stati martirizzati? E che armonia è questa, se c'è l'inferno? Io voglio perdonare, voglio abbracciare, e non che si continui a soffrire.
E se le sofferenze dei bambini sono servite a completare quella somma di sofferenze che era necessaria per il raggiungimento della verità, io affermo fin d'ora che tutta la verità non vale un simile prezzo.
[...]
Non è che non accetti Dio, Alëša, ma Gli restituisco nel modo più rispettoso il mio biglietto." (da I Fratelli Karamazov, Dostoevskij)
La vita morde forte alle spalle e quando sorride ti fa solo del male (Mauro Berchi)
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01-November-2018, 11:27
#4
Moderator
Siamo tutti nati nel fango, ma alcuni di noi guardano le stelle. (O.Wilde)
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Outsider Member
Da incorniciare:
La verità non si insegna; bisogna scoprirla, conquistarla. Pensare, farsi una coscienza. Non cercare uno che pensi per voi, che vi insegni come dovete essere liberi. Qui si vedono gli effetti: dagli effetti risalire alle cause, individuare il male. Strapparsi dalla massa, dal pensiero collettivo, come una pietra dall’acciottolato, ritrovare in se stessi l’individuo, la coscienza personale. Impostare il problema morale.
Domani, appena toccherete col piede la vostra terra, troverete uno che vi insegnerà la verità, poi un secondo che vorrà insegnarvela, poi un quarto, un quinto che vorranno tutti insegnarvi la verità in termini diversi, spesso contrastanti.
Bisogna prepararsi qui, “liberarsi” qui in prigionia, per non rimanere prigionieri del primo che v’aspetta alla stazione, o del secondo o del terzo.
Ma passare ogni parola loro al vaglio della propria coscienza e, dalle individuate falsità d’ognuno, scoprire la verità.
Giovannino Guareschi, Diario Clandestino
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