"La zona che circonda il rifugio ha due anime: una è sicuramente nordica, lunare nei colori e glaciale nei suoni. L'altra, quella protesa verso la città di Kiruna ha il fascino e il carattere solare dei paesaggi africani.
Io prendo il sentiero che s'inerpica in salita tra l'erba e i sassi, rincorrendo la vetta. Il Kebnekaise mi accoglie come un vecchio signore dell'inverno che, smarrito il senso del tempo e dell'estate ormai dischiusa su tutti i prati della regione, continua un letargo fatto di neve e di piogge nebbiose.
Dopo le prime ore di cammino, scorgo la cima della montagna. Sembra una cupola bianca, impalpabile e lontana come lontane dovevano essere sembrate le prime montagne ai primi uomini. Poi, in un attimo, scompare in silenzio sotto il peso di nuvole basse. Il mio peregrinare continua lento attorno alle sue pendici, nella speranza che il vento del Nord mi regali il bel tempo."