Non ho resistito: letto e gustato. Un robusto divertissement di fine estate.

Queneau ai miei occhi si conferma degno fondatore dell'OuLiPo, ogni sua opera è una sfida o un esperimento, la sua penna cesella con vivace originalità; soluzioni narrative e trame sempre diverse e nuove, accattivanti. Un autore che non propina minestra riscaldata. Questa volta il sapore è piccantissimo, ottenuto con ingredienti semplici e d'effetto: umorismo nero senza veli e irriverente, un Queneau giocoso e sornione, che sorprende per la capacità di ricondurre l'umano alle minime dimensioni senza toni queruli, anzi - trastullando e trastullandosi