Lo scudo, nei combattimenti, copriva il nucleo del corpo (torace e addome) solo in parte, essendo per lo più rotondo e non grande (tale strumento di difesa sarà perfezionato poi dai Romani). Quindi, poteva succedere - e succedeva - che le lance o le frecce colpissero il "nucleo" corporeo.
Nei versi 566-573 del XIII libro, Alcatoo è colpito a morte dalla lancia di Idomeneo: l'eroe troiano, figlio di Esiete, marito di Ippodamia (la figlia di Anchise ), e cognato di Enea, cade a terra, ma il suo cuore (kradìe) batte e pulsa ancora, anche da morto

... e tale lo colpì nel petto
D’Idomenéo la lancia, e la lorica,
Della persona inutile difesa,
Gli traforò. Diè un rauco e sordo suono
Il lacerato usbergo; strepitoso ( v. 570)
Alcatóo cadde, e il battere del core
Fe’ la cima tremar dell’asta infissa,
Ch’ivi alfin tutta si quetò.


(Iliade, XIII, vv 566-573). Traduzione di Vincenzo Monti.