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Discussione: Diritti umani e pena di morte

          
  1. #181
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    "Tu devi vivere. Per te, minuscola creatura senza nome venuta al mondo sotto un cielo di pioggia, su un materasso di fango. Ma anche per noi, che ti guardiamo inteneriti e ipocriti - disposti a piangerti morto e però non disposti ad accoglierti vivo" di MELANIA MAZZUCCO

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    Se l'acqua con cui ti hanno lavato non sarà stata troppo fredda, se i microbi e i batteri che proliferano nella fetida melma pestata da scarpe esauste non infetteranno la ferita del cordone ombelicale, allora anche per noi ci sarà perdono.

    Un giorno saprai dove, come e perché ti è stato tolto tutto, anche il diritto di appartenere, nei tuoi primi istanti, a chi ti ha generato. Invece il mondo intero ti ha visto nudo, inerme, poco più grande della mano che ti sostiene. Se resterai in questo continente, ci incontrerai a scuola, all'università, al lavoro e non potrai non chiederti dov'eravamo, mentre tua madre incinta attraversava il mare bellissimo in cui noi ci facevamo il bagno, o camminava sotto la pioggia ai margini di una strada che non doveva condurre a nulla. E perché nessuno le ha trovato un tetto, o un letto - nemmeno a lei, che degli ultimi era nella condizione di essere l'ultima.

    .......... Se un giorno, in Germania, in Svezia, in Danimarca mi incontrerai, chiedimi dov'ero il 12 marzo del 2016. Ti ho visto nascere, ti dirò, ti ho augurato di vivere, ho scritto di te. Tu mi dirai: non era abbastanza. Ma ci vorranno anni. E io ho ancora modo di dimostrarti che ti considero più prezioso della plastica che ti circonda, che sei tu il futuro mio e dell'unione di nazioni e popoli di cui vorrei essere orgogliosa di fare parte. Di dimostrarti che ti ho riconosciuto.

    http://www.repubblica.it/esteri/2016...5575/?ref=fbpr
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  3. #182
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    "La Turchia non è un paese sicuro per i migranti e i rifugiati e ogni procedura di ritorno sarà arbitraria, illegale e immorale a prescindere da qualsiasi fantomatica garanzia possa precedere questo finale già stabilito" Amnesty International

    "
    Accordo sui migranti? Meglio dire "sulla pelle" dei migranti. Che vergogna questa Europa!" Gino Strada

    UE-Turchia: l’accordo della vergogna

    In un'Europa con più di 500 milioni di persone, l'arrivo di uno o due milioni di persone è subappaltato alla Turchia, un paese dove la libertà è sempre più a rischio. In cambio della benevolenza di Erdogan a tenersi i rifugiati (in quali condizioni, non si sa, la Turchia non aderisce alla Convenzione di Ginevra), i paesi europei sono pronti a concedere quasi tutto: sovvenzioni (minimo 3 miliardi di euro), soppressione dei visti per i cittadini turchi, rilancio del processo di adesione all'Unione e minore attenzione verso le violenze contro la minoranza curda e le violazioni dei diritti democratici in Turchia.




    18 Marzo 2016
    Dichiarazione di Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere Italia

    L'accordo con la Turchia dimostra ancora una volta come i leader europei abbiano perso completamente il contatto con la realtà. Il cinismo di questo accordo è evidente: per ogni siriano che dopo aver rischiato la vita in mare sarà respinto in Grecia, un altro siriano avrà la possibilità di raggiungere l'Europa dalla Turchia. L’applicazione di questo principio di porte girevoli riduce le persone a semplici numeri, negando loro un trattamento umano e il diritto di cercare protezione in Europa.

    L'accordo UE-Turchia è la perfetta illustrazione di questo approccio pericoloso. Lo schema di ammissione volontaria proposto per i siriani in Turchia non è basato sui bisogni di assistenza e protezione di chi fugge dalla guerra, ma sulla capacità della Turchia di frenare le partenze verso l’Europa. Inoltre a prescindere dalla legalità di questo accordo, è lecito domandarsi se la scelta di respingere persone verso il paese che già ospita il maggior numero di rifugiati al mondo rappresenti davvero una strategia responsabile.

    Di fronte alle ragioni di vita e morte di chi cerca protezione in Europa è vergognoso che il solo passaggio sicuro offerto dai leader europei sia condizionato al numero di persone che saranno respinte.

    Allo stesso modo, anche l’assistenza umanitaria che l’Europa offre alla Turchia è null’altro che uno strumento per ottenere un “contenimento” del numero di rifugiati e migranti dalle proprie coste. Questo è del tutto inaccettabile. L’assistenza umanitaria dovrebbe essere basata sui bisogni delle persone, non sulle agende politiche dei governi.

    Sarebbe davvero tempo che i governi europei iniziassero ad affrontare la realtà e, attraverso l’apertura di vie legali e sicure, offrissero una risposta responsabile, unitaria, umana e dignitosa all’inarrestabile richiesta di protezione e assistenza da parte di persone che fuggono da situazioni disperate.

    Cosa prevede l'accordo:
    http://www.internazionale.it/notizie/2016/03/18/cosa-prevede-l-accordo-sui-migranti-tra-europa-e-turchia
    http://www.repubblica.it/esteri/2016/03/18/news/il_testo_completo_dell_accordo_ue-turchia-135813440/



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    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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    La porcata del momento.
    Intanto i trafficanti, che sono molto più attenti e pragmatici di governanti e cittadini europei, hanno ricominciato a battere la rotta libica, che è più difficile da percorrere, ma garantisce l'approdo a un Paese decisamente più accogliente della Turchia.
    La coperta è sempre troppo corta e non fanno che spostarla in vece di allungarla.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  7. #184
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    AMNESTY INTERNATIONAL: NEL 2015 RECORD DI ESECUZIONI CAPITALI, NUMERO DI ESECUZIONI PIU' ALTO DA OLTRE 25 ANNI

    * tre paesi (Iran, Pakistan e Arabia Saudita) sono stati responsabili di quasi il 90 per cento delle esecuzioni note, in mancanza dei dati sulla Cina

    * per la prima volta, con le quattro abrogazioni del 2015, la maggior parte dei paesi del mondo risulta abolizionista per tutti i reati.

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    Nel corso del 2015 sono state giustiziate più persone che in qualsiasi altro anno dell'ultimo quarto di secolo. E' quanto rivelano i dati del rapporto sull'uso della pena capitale nel mondo, diffuso da Amnesty International.
    Maggiori responsabili di questa impennata delle esecuzioni sono Cina, Iran, Pakistan, Arabia Saudita e Stati Uniti d'America, spesso al termine di processi gravemente irregolari.


    Alcuni paesi, come Cina, Iran e Arabia Saudita, hanno continuato a emettere condanne a morte per reati - tra cui traffico di droga, corruzione, adulterio e blasfemia - che non sono considerati tra i "reati più gravi" cui secondo il diritto internazionale la pena di morte deve limitarsi a essere applicata.
    Amnesty International ha registrato un considerevole aumento delle esecuzioni anche in altri paesi, tra cui Egitto e Somalia. Il numero dei paesi in cui sono state eseguite condanne a morte è salito a 25, rispetto ai 22 del 2014. Almeno sei paesi che non avevano eseguito condanne a morte nell'anno precedente lo hanno fatto nel 2015.

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    Nel 2015 sono stati messi a morte da 25 Paesi almeno 1.634 prigionieri, il 54% in più rispetto all'anno precedente.
    Il dato del 2015 non comprende la Cina, Paese che tratta le informazioni sulla pena di morte come segreto di Stato.
    Gli Usa restano l’'unico Paese del Nord America a praticare esecuzioni.
    In Europa la Bielorussia è l'unico paese a usare la pena di morte: nel 2015 non vi sono state esecuzioni ma sono state emesse due nuove condanne a morte.

    Altri quattro Paesi hanno invece abolito nel 2015 la pena di morte per tutti i reati, portando a 102 il numero dei Paesi abolizionisti.
    Per la prima volta la maggioranza dei paesi del mondo, 102, è completamente abolizionista. In totale, sono 140 quelli che non ricorrono più alla pena di morte per legge o nella prassi.

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    Amnesty International si oppone alla pena di morte in ogni caso, senza eccezione alcuna, a prescindere dalla natura o dalle circostanze del reato, dall'innocenza o da altre caratteristiche della persona messa a morte o dal metodo usato per l'esecuzione. Non vi è alcuna prova che la pena di morte abbia una maggiore efficacia deterrente nei confronti del crimine rispetto ad altre sanzioni.

    liberamente tratto da:
    http://www.amnesty.it/dati-sulla-pen...-oltre-25-anni
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  9. #185
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    "Pronti a salpare" di Edoardo Bennato è il brano vincitore della XIV edizione del Premio Amnesty International Italia, indetto nel 2003 dall'organizzazione per i diritti umani e dall'associazione culturale Voci per la Libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel corso dell'anno precedente.



    Informato del premio, Edoardo Bennato ha dichiarato:

    "Avevo in mente questa frase, 'Pronti a salpare', molto prima di sapere che ne avrei scritto una canzone che avrebbe dato addirittura titolo a tutto un nuovo album. Pensavo: 'Pronti a salpare' non è dedicato a chi scappa dall'inferno della miseria, delle guerre, delle carestie. Loro sono ovviamente sempre 'pronti a salpare'. Ma è dedicato al cosiddetto 'mondo occidentale', il mondo del benessere, della pace, dell'abbondanza, che deve e sottolineo deve, essere pronto a salpare, a cambiare modo di pensare. Non è buonismo spicciolo. Non abbiamo altra scelta e non serve chiudere le frontiere o alzare muri. L'umanità da sempre è in cammino: un concetto che non si può fermare. Dunque siamo noi, volenti o nolenti, a dover essere 'pronti a salpare'!"

    http://www.amnesty.it/pronti-a-salpa...al-italia-2016
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  10. #186
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    Pena di morte: Pfizer blocca l’uso
    dei suoi farmaci per le iniezioni letali



    Pfizer, una delle più grandi società farmaceutiche del mondo, ha annunciato venerdì 13 maggio che rafforzerà ulteriormente i controlli per accertarsi che nessuna delle sostanze che produce venga utilizzata per somministrare iniezioni letali nelle condanne a morte eseguite negli Stati Uniti. Pfizer aveva già deciso di non vendere più sostanze a questo scopo, ma per i singoli stati era ancora possibile recuperare i farmaci necessari per via indiretta. La decisione di venerdì è considerata importante dal punto di vista simbolico, visto che Pfizer è una delle società farmaceutiche più influenti del mondo. Ma ha anche delle conseguenze pratiche: con la decisione di Pfizer, tutte e 20 le società che avevano ottenuto l’autorizzazione del governo federale americano a vendere sostanze impiegate nelle iniezioni letali hanno sospeso la vendita di questi prodotti.

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    Negli ultimi anni per evitare di essere associate con la pena di morte, molte case farmaceutiche hanno vietato la vendita dei loro prodotti ai penitenziari. Esperimenti con nuovi farmaci, una serie di esecuzioni mal riuscite e sforzi segreti per ottenere componenti chimici letali hanno spinto in tribunale diversi stati. I legali dei condannati a morte hanno aumentato la pressione sulle autorita' statali, premendo per una maggiore trasparenza su come i farmaci letali sono ottenuti.

    ''Con l'annuncio di Pfizer, gli stati che prevedono la pena di morte devono andare sottobanco se vogliono ottenere medicinali per le iniezioni letali'' afferma Maya Foa, dell'associazione per la difesa dei diritti umani Reprieve. Da tempo alcuni stati americani hanno cercato di importare medicinali non approvati dalla Federal Drug Administration dall'estero, ma i loro tentativi si sono infranti negli agenti federali che li hanno bloccati e sequestrati.

    La mancanza di farmaci letali nei penitenziari ha quindi costretto molti stati a sospendere le esecuzioni a morte per mesi se non piu' a lungo. Nel 2015 si e' assistito a un crollo del numero delle esecuzioni e delle condanne, scese negli Stati Uniti a livelli non visti da quaranta anni. E proprio la mancanza di medicinali e' uno dei fattori che ha favorito il calo.

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    Uno dei metodi usati per aggirare le decisioni delle società farmaceutiche era quello di comprare le sostanze da terze parti. Ma decisioni come quella presa da Pfizer venerdì, che ha stabilito che venderà le sostanze soltanto ai clienti che si impegneranno a non rivenderle agli stati dove si pratica la pena di morte, hanno reso anche questa strada molto complicata da seguire.

    Un’altra possibilità è quella di rivolgersi alle “compounding pharmacies“, piccole società farmaceutiche che di solito si occupano di creare farmaci personalizzati oppure copie “da banco” di farmaci prodotti dalle grandi aziende farmaceutiche. Spesso però, i prodotti trovati in questi modi alternativi si sono rivelati imprevedibili e poco efficaci.

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    Nell’aprile del 2014, ad esempio, Clayton Locket, condannato a morte in Oklahoma per stupro e omicidio, morì dopo 45 minuti di agonia. La causa dell’incidente, secondo alcuni, era stato il miscuglio di sostanze usato nell’iniezione, che non sarebbe stato sufficientemente efficace. Pochi mesi prima, nel gennaio 2014, Dennis McGuire, condannato a morte in Ohio, impiegò 25 minuti a morire, rantolando per tutto il tempo, hanno raccontato i testimoni. Un’altra esecuzione in Arizona è durata quasi due ore.

    Questi episodi hanno causato polemiche e critiche molto dure da parte dell’opinione pubblica. Il governo dell’Ohio ha deciso di rimandare tutte le condanne a morte previste per il 2015, e sospensioni simili sono state decise anche in Arizona e Oklahoma. Altri stati hanno deciso di cambiare metodo di esecuzione, passando all’utilizzo della sedia elettrica, la camera a gas o addirittura il plotone di esecuzione.

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    Sono in corso diverse cause contro gli stati che hanno deciso di mantenere la massima segretezza sulle sostanze impiegate e sulle società che le producono. Mantenere il segreto, sostengono diversi avvocati per i diritti civili, non permette all’opinione pubblica di accertarsi che le sostanze utilizzate non comportino sofferenze inutili per i condannati.

    Sul tema della pena di morte si e' espresso Papa Francesco nel suo viaggio negli Stati Uniti, lanciando un appello direttamente al Congresso. Un appello accolto nel gelo dai parlamentari e dai senatori americani. Il tema e' stato anche al centro di uno scontro fra i due candidati democratici alla Casa Bianca, Hillary Clinton e Bernie Sanders. L'ex segretario di stato ritiene che andrebbe limitata e non abolita, mentre Sanders e' per una sua totale abolizione.
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  11. #187
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    “L'inchiesta pubblicata oggi da Repubblica segue la strada di quello su cui Amnesty International nutre forti sospetti: che quelle quattro violazioni dei diritti umani inflitte a Giulio Regeni, l’arresto arbitrario, la sparizione forzata, la tortura e l’assassinio si collochino nel contesto della più ampia violazione dei diritti umani in Egitto” ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce italiano di Amnesty International.

    “Lo considero dunque un delitto di stato. Di un servizio di sicurezza per danneggiare un altro? Non importa. Quello che esce confermato da questa ricostruzione – seppur con gli evidenti limiti dell’anonimato – è quell’abitudine alla tortura impunita, che negli anni successivi a Mubarak e soprattutto negli ultimi tre ha prodotto migliaia di vittime.”

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    Le persone vengono prelevate per strada, a casa, sul luogo di lavoro, a scuola da agenti della sicurezza e portate in centri di detenzione ufficiali e non, dove sono tenuti all'insaputa dei familiari, senza poter comunicare con avvocati e senza comparire di fronte a un giudice.

    Dopo settimane o mesi, alcune vittime riappaiono con segni di tortura e maltrattamenti. Il totale delle sparizioni forzate in Egitto negli ultimi otto mesi arriva così a 735 casi documentati. Di 498 degli scomparsi non si sa ancora nulla.

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    Oggi è la Giornata Mondiale del Rifugiato.

    Nel 2015 nel mondo i rifugiati sono stati 65,3 milioni.
    Circa la metà dei rifugiati di tutto il mondo sono bambini e la guerra in Siria - afferma l'Unhcr - resta la principale causa mondiale di fuga.

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    L’Europa è disposta a fare qualunque cosa - anche compromettere i diritti umani fondamentali - per interrompere il flusso di persone che arrivano alle sue frontiere. Il concetto stesso di "rifugiato" e la protezione che offre è in pericolo.

    Il mondo sta diventando un posto pericoloso per i rifugiati.

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    Nel mondo e in Europa si continua ad affrontare la crisi dei rifugiati in maniera caotica e disumana, costruendo muri, e facendo accordi con paesi non sicuri, come la Libia e la Turchia.
    Per fermare la strage nel mar Mediterraneo, è necessario un nuovo approccio globale fondato sulla protezione delle persone, sulla cooperazione tra stati e su una più equa ripartizione delle responsabilità, è necessario aprire al più presto canali sicuri e legali per i rifugiati che garantiscano condizioni di accoglienza dignitose e umane alle persone che arrivano in Europa.

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    Con il progetto pilota dei "corridoi umanitari" la Comunità di Sant'Egidio con le Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, d’intesa col governo italiano, ha fatto arrivare dal Libano nel nostro Paese, in tutta sicurezza, 280 rifugiati, in larga parte siriani. Un’alternativa ai viaggi della morte è quindi possibile: i corridoi umanitari, che coniugano solidarietà e sicurezza, devono essere presto adottati da altri Stati europei.




    http://appelli.amnesty.it/canali-sic...mpaign=DEM3085
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    Con video messaggio Papa Francesco si rivolge a tutte le autorità, le associazioni, gli attivisti e la società civile presenti a Oslo in occasione del sesto Congresso Mondiale contro la Pena di Morte

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    Ecco le sue parole:

    “Spero che questo Congresso possa dare nuovo impulso all’impegno per l’abolizione della pena capitale”.

    “Oggi la pena di morte è inammissibile, per quanto sia grave il reato commesso dal condannato. È un affronto all’inviolabilità della vita e della dignità della persona umana che contraddice il disegno di Dio sull’uomo, la società e la sua giustizia misericordiosa (…). Essa non rende giustizia alle vittime, ma incoraggia la vendetta. Il comandamento ‘Non uccidere’ ha un valore assoluto e riguarda sia l’innocente sia il colpevole”.

    Nell’Anno Santo della misericordia, il Papa riconosce “una buona occasione per promuovere nel mondo forme sempre più mature di rispetto per la vita e la dignità di ogni persona”, giacché – ribadisce – “il diritto inviolabile alla vita, dono di Dio, appartiene anche a chi ha commesso un crimine”: “Vorrei incoraggiare tutti a lavorare non solo per l’abolizione della pena di morte, ma anche per il miglioramento delle condizioni della detenzione, a rispettare pienamente la dignità umana delle persone private della libertà. ‘Fare giustizia’ non significa una pena fine a se stessa, ma che le pene hanno come scopo principale la riabilitazione del reo”. La questione, conclude Francesco, deve essere “inquadrata nell’ottica di una giustizia penale aperta alla speranza di reinserimento del reo nella società”: “Non c’è nessuna pena valida senza la speranza! Una pena chiusa in se stessa, che non porta alla speranza, è una tortura, non una pena”.

    http://dirittiumani1.blogspot.it/2016/06/papa-francesco-la-pena-di-morte-e.html
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  16. #190
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    ITALIA: È MORTO UMBERTO VERONESI, SCIENZIATO E ABOLIZIONISTA SULLA PENA DI MORTE E SULL’'ERGASTOLO

    8 novembre 2016: All’età di 90 anni è morto Umberto Veronesi, uno scienziato che nella sua vita si è sempre battuto per l’abolizione sia della pena di morte sia dell’'ergastolo. Ha fondato il movimento Scienze for Peace per dar voce alla scienza contro ogni forma di violenza, dalla pena capitale all’ergastolo ostativo, da lui considerato “una pena di morte civile”. “Una persona che entra in cella sapendo di essere destinato a morirvi è condannata a un’agonia lenta e spietata”, ha sempre detto Veronesi.

    Veronesi ha fornito anche solide basi scientifiche alla sua campagna contro la pena di morte e la pena fino alla morte, che ha sintetizzato come segue: “Innanzitutto, il nostro sistema di neuroni non è immutabile, ma si rinnova perché il cervello è dotato di cellule staminali in grado di generare nuove cellule. Quindi la persona che abbiamo chiuso in un carcere non è la stessa vent'’anni più tardi. Per ogni uomo esiste la possibilità di cambiare ed evolversi. In secondo luogo, gli studi sul DNA dimostrano che la violenza non è un imperativo biologico. Al contrario il messaggio del nostro codice genetico è la perpetuazione della specie, una naturale predisposizione alla solidarietà. Vi sono poi molti studi a sostegno dell’'ipotesi ambientale della violenza: chi agisce con aggressività è stato esposto a fattori esterni sfavorevoli che lo spingono all’'atto violento”.
    tratto da Nessuno tocchi Caino (Fonti: NtC, 08/11/2016)
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    Si rafforza la pena di morte negli Stati Uniti

    L’8 novembre, nello stesso momento in cui si sono svolte le elezioni presidenziali e politiche negli Stati Uniti, tre stati hanno organizzato un referendum sulla pena di morte (il Nebraska, l’Oklahoma e la California). La pena capitale è stata ristabilita in Nebraska, dopo essere stata abolita nel maggio del 2015. Più del 57 per cento degli elettori si è espresso in favore di questa decisione.

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    In Oklahoma agli elettori è stato chiesto di legittimare il ricorso alla pena di morte, che era stato messo in discussione da chi accusava lo stato di usare metodi crudeli e inumani durante le esecuzioni capitali. “L’Oklahoma, che ha il più alto numero di esecuzioni pro capite negli Stati Uniti, diventerà in questo modo il primo stato che garantirà la legittimità della pena di morte, includendola nella costituzione”, scrive Time.

    Il 67 per cento degli elettori dell’Oklahoma ha approvato un nuovo articolo della costituzione e in questo modo non potrà più essere invocato l’ottavo emendamento della costituzione degli Stati Uniti per fermare le esecuzioni capitali. L’ottavo emendamento prevede infatti che siano vietate “punizioni crudeli e inusuali”.

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    Dopo il Nebraska e l’Oklahoma, “tutti gli occhi erano puntati sulla California”, roccaforte dei democratici. I californiani erano chiamati a esprimersi su due misure contraddittorie: la proposta 62 per abolire del tutto la pena di morte; e la proposta 66 che invece proponeva di accelerare la procedura per l’esecuzione capitale. Quest’ultima misura è stata votata dal 52 per cento degli elettori.

    Il voto in questi tre stati aveva il valore di una prova del nove per sondare l’opinione pubblica su questo tema controverso. Il voto della California ha avuto una grande risonanza a livello nazionale. In questo stato, il più popoloso degli Stati Uniti, quasi 750 detenuti sono in attesa nel braccio della morte.
    La pena capitale non sta quindi per scomparire, come era stato auspicato dal Financial Times una settimana prima del referendum.
    La tendenza tuttavia è chiara: il numero delle esecuzioni negli Stati Uniti è sceso da 98 nel 1999 a 28 del 2015. La proposta 66 non potrà essere certo applicata alla lettera, suggeriscono i giuristi, altrimenti in California un giudice dovrebbe ordinare “l’esecuzione di una persona a settimana per 14 anni”.

    http://www.internazionale.it/notizie/2016/11/11/pena-di-morte-referendum-stati-uniti


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  19. #192
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    «Si può vivere, si può morire, ma nessuno dovrebbe vivere aspettando di morire».
    FERNANDO EROS CARO

    Nativo americano di ascendenza yaqui, il 67enne Fernando Eros Caro è stato prigioniero nel braccio della morte di San Quentin per 35 anni e ha avuto segnate sul calendario ben tre date di esecuzione. Il 28 gennaio 2017 lo hanno trovato senza vita nella sua cella. Al telefono il medico del carcere ha sostenuto il fatto che Fernando comunque non presentasse patologie che ne lasciassero prevedere la morte. Dall’autopsia risulterebbe un infarto, ma la stranezza è che questo è il secondo decesso nel giro di pochi giorni a San Quentin.

    Uomo di pace, di profonda spiritualità e saggezza, scrittore, poeta, pittore autodidatta, aveva imparato l'italiano per scrivere ai numerosi sostenitori nel nostro paese. Il suo lavoro è stato apprezzato anche dalla direzione carceraria, che gli ha permesso di affrescare alcune delle tetre sale della prigione, soprattutto quelle dove i detenuti ricevono le visite di amici e congiunti.


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    "La mentalità dei giurati americani sarà sempre un’incognita in un Paese che permette l’incremento dei senzatetto, l’abbandono nelle strade dei malati di mente, che sottrae il denaro all’educazione scolastica per investirlo nel prolungamento delle guerre. In un Paese che fu creato sterminando la popolazione che già vi risiedeva, come si fa a credere che una giuria sia infallibile?».

    "Diòs Emcaniavu" questo è il modo in cui la mia gente usa salutarsi, vuol dire: "Che Dio ti aiuti"

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    ".. Qui negli Stati Uniti, la legge dice che le persone hanno tutte gli stessi diritti. In realtà questi diritti sono migliori per quelli che hanno più quattrini.
    Quando ero sotto processo, non avevo i soldi per pagare un avvocato, e neanche la mia famiglia ne aveva. Così mi venne assegnato un avvocato che era un poco di buono, un "mozzaorecchie". Era più preoccupato della sua immagine che a difendermi. No, non era bravo, era proprio un pessimo avvocato...
    Anche qui in America il potere cambia la mente di chi lo esercita.
    Quando qualcuno detiene un potere, fa di tutto per mantenere questa posizione, tutto; fino al punto di cambiare o infrangere le leggi.
    I politici, i giudici, i poliziotti, fino agli impiegati governativi; sono arroganti nella difesa del loro potere, trattano la gente come spazzatura!
    Credo anch'io, come te, che la giustizia sia subordinata al potere.
    Qui dove sto, sono uno degli ostaggi di questo potere, ma nessuna sbarra e nessun muro potrà tenere prigioniero il mio spirito e la mia dignità.
    Non perderò mai la fede, un giorno tornerò ad essere libero..."

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    Il mondo dei fiori
    ...
    Da dove la vostra musica, fiori
    che non mi stanco mai di ascoltare
    da dove questa felicità, questa delizia
    questi sussurri e sorrisi e respiri

    Voci e immagini all’unisono
    vivono nel bisbiglio di anime antiche
    e spalancano una finestra sul mio sentire
    diffondendo il profumo della vita

    Fiori, seminati in terra, sbocciati al cielo
    dove la pace regna, come dovrebbe tra noi
    ma questa bellezza confonde, mi spezza il cuore
    perché è qui, in loro, che trovo il mio El Dorado

    Quando me ne andrò, sarò fiori di cielo
    e fiori sulla terra e verità e vita eterna

    Guardo la Terra dei Fiori
    e tutto, tutto di lei, ogni cosa
    è me.

    Fernando Eros Caro

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    Qui i suoi dipinti: https://www.flickr.com/photos/51979531@N08/

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  21. #193
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    TEXAS (USA): GENITORI DELLA VITTIMA CHIEDONO CLEMENZA PER L’OMICIDA
    27 marzo 2017: I genitori della vittima chiedono un provvedimento di clemenza per Paul Storey, la cui esecuzione è fissata per il 12 aprile.

    Storey è stato condannato a morte nel 2008 con l'accusa di aver ucciso, il 16 ottobre 2006 durante una rapina, Jonas Cherry, 28 anni, bianco. La sua esecuzione è fissata per il 12 aprile.
    Glenn e Judy Cherry, genitori di Jonas, hanno scritto una lettera in cui chiedono che la condanna venga commutata in ergastolo senza condizionale.
    Hanno inviato la lettera al Procuratore Distrettuale della Tarrant County Sharen Wilson, al Governatore Greg Abbott, al giudice Rob Catalano, e alla Texas Board of Pardons and Paroles, la commissione che vaglia, nell’imminenza delle esecuzioni, l’ultima richiesta di clemenza degli imputati.
    Nella lettera i signori Cherry scrivono: “L’esecuzione di Paul Storey non riporterà indietro nostro figlio, non ci darà soddisfazione, né ci porterà conforto o ci darà pace”. I Cherry hanno anche pubblicato un video, in cui illustrano la loro posizione. Tra le altre cose, vorrebbero risparmiare alla famiglia di Storey quello stesso tipo di dolore che hanno provato loro per la perdita di un figlio. “Non siamo mai stati favorevoli alla pena di morte, ma comunque, oltre a questo, ci provoca dolore il pensiero che a causa della morte di nostro figlio una persona venga scientemente uccisa. Pensiamo soprattutto alla madre e alla nonna di Storey, se è ancora viva, e all’idea che debbano vedere fisicamente l’esecuzione del loro congiunto. Loro sono innocenti, non hanno colpa di quello che è successo”.

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    A favore di Storey si è recentemente schierato anche uno dei giurati popolari che ne decretò la condanna a morte, Sven Berger, 36 anni, bianco, ingegnere informatico. In una serie di dichiarazioni alla stampa e in una dichiarazione giurata consegnata ai difensori di Storey ha detto che nessuno all’epoca del processo era stato informato dei deficit cognitivi dell’imputato, e che di sicuro lui, ma forse altri giurati, avrebbero votato diversamente.
    Inoltre Berger ha lamentato che la pubblica accusa ha tenuto i giurati all’oscuro del fatto che il complice di Storey, Mike Porter, aveva ottenuto proprio dalla pubblica accusa un accordo per una condanna all’ergastolo senza condizionale in cambio della testimonianza contro Storey, quando è del tutto evidente che tra i due la personalità preminente fosse Porter.
    Berger ha detto che l’aver appreso questa circostanza lo ha fatto infuriare. Inoltre ha accusato i procuratori di aver tenuto la giuria all’oscuro del fatto che già all’epoca del processo i familiari della vittima avessero chiesto di non condannare a morte Storey. “Tutte circostanze che avrebbero sicuramente indotto me a votare diversamente, e credo anche altri giurati”.

    tratto da Nessuno tocchi Caino

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  22. Thanks DarkCoffee, Mauro thanked for this post
  23. #194
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    Ho cercato qualcosa sul caso e mi sono imbattuto in questa inquietante pagina.

    Catalogati come animali con tanto di distinzione razziale sia per i colpevoli che per le vittime.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  25. #195
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    Veramente inquietante...
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

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