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Discussione: Etimologie e strane origini

          
  1. #196
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    papà e mamma
    Verso i sei mesi, in un bambino, inizia la fase della lallazione: egli emette spontaneamente suoni costituiti da consonante seguiti da vocale (ad esempio ma, pa, ta, la ). Verso ai nove mesi il bambino tende a raddoppiare le sillabe, ripetendo più volte lo stesso suono (ma- ma, pa- pa, ta- ta, la- la).
    Ecco spiegato, allora, l'origine di queste parole. Con un pensiero ai papà (di cui ieri era la festa), ma anche alle mamme, che costituiscono con i papà il cardine della famiglia.

  2. #197
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    Protòtipo (pro-tò-ti-po)

    Tipo esemplare, paradigmatico, da cui discendono altri; deriva dal greco: prototypos il primo tipo, composto da proto, primo e typos, impronta, modello.

  3. #198
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    Archètipo (ar-che-ti-po)
    Modello, prototipo da sempre esistente.

    dal greco: arche, principio, e typos modello, esemplare.

    L'archetipo è un modello, un'immagine primigenia da cui ne discendono altre . Ma a differenza delle altre immagini prime , come il prototipo, è un esemplare primigenio che esiste , temporalmente, da sempre .

  4. #199
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    Questioni di lana caprina

    Si adopera questa locuzione ad indicare un argomento che abbia poca importanza, così come le capre produrrebbero (sic!) lana di secondaria importanza e di minor pregio di quella delle pecore. Questo è ciò che si crede.
    In realtà le capre non producono affatto lana, essendo il loro vello costituito da pelo di cheratina consistente, mentre per lana si intende pelo flessibile e lavorabile ai telai.
    Ormai il modo di dire si è attestato, e devo dire che rende abbastanza bene l'idea di un argomento su cui si vorrebbe ( ma non si dice,in realtà, per educazione verso l'interlocutore) stendere un velo pietoso.

  5. #200
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    La pietra dello scandalo

    Tra gli antichi Romani, quando un commerciante si trovava di fronte al fallimento, doveva salire su di una particolare pietra, posta di fronte al Campidoglio, e gridare forte: Cedo bona (ossìa, cedo i miei averi, sottinteso ai creditori). La pietra su cui si testimoniava il proprio fallimento era appunto chiamata pietra dello scandalo

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  6. #201
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Un saluto

    Ciao

    Trae la sua origine dalla parola della lingua veneta e più specificatamente veneziana "sciavo" che ha il significato di "schiavo", derivando dal neolatino "sclavus", che indica persone di etnia slava frequentemente usate proprio come schiavi nell'intero mondo mediterraneo, venduti spesso dalle stesse famiglie ai mercanti veneziani o arabi. Venivano "importati" nella Spagna musulmana, Egitto, Asia minore e in occidente (in quest'ultimo caso solo quelli non cattolici) passando per Venezia.

    Salutare con un ciao corrisponderebbe quindi a "Servo Vostro", formula di saluto oramai desueta (cfr. l'analogo saluto "servus", diffuso in Austria e Baviera).
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  7. #202
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    Tesoro (te-so-ro)
    Dal latino thesaurus; nel latino medievale, vale ‘repertorio enciclopedico’, nel senso di "Elenco delle parole" che costituiscono il lessico storico di una lingua: ad esempio, il thesaurus della lingua latina.

  8. #203
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    Chi trova un amico trova un tesoro

    A volte - per non dire spesso - trovare un "amico" è un'enorme bugia, perlomeno ai tempi nostri, essendo presenti parametri che spesso esulano da sentimenti che dovrebbero dettare particolari rapporti tra due o più persone; parimenti, ci si trova spesso ad atteggiamenti che sconfinano in oggettivi e traumatici dettati utilitaristici.
    Quindi, io credo (ma non tutti saranno d'accordo, naturalmente) che sia bene sia limitare l'uso di questa parola - amicizia - sia trattenere per sè qualcosa che può essere un vero e proprio miracolo.
    Inserisco questa nota di Francesco Alberoni, che mi sembra adatta allo scopo:

    http://www.alberoni.it/amicizia.asp

  9. #204
    Outsider Member L'avatar di Tregenda
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    Chi trova un amico trova un tesoro

    A volte - per non dire spesso - trovare un "amico" è un'enorme bugia, perlomeno ai tempi nostri, essendo presenti parametri che spesso esulano da sentimenti che dovrebbero dettare particolari rapporti tra due o più persone; parimenti, ci si trova spesso ad atteggiamenti che sconfinano in oggettivi e traumatici dettati utilitaristici.
    Quindi, io credo (ma non tutti saranno d'accordo, naturalmente) che sia bene sia limitare l'uso di questa parola - amicizia - sia trattenere per sè qualcosa che può essere un vero e proprio miracolo.
    Sante parole... Io infatti quando posso preferisco usare "conoscente". Ma il più delle volte non posso, perchè i conoscenti si offendono se non li chiami amici.

  10. #205
    Io L'avatar di dolores
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    Chi trova un amico trova un tesoro

    A volte - per non dire spesso - trovare un "amico" è un'enorme bugia, perlomeno ai tempi nostri, essendo presenti parametri che spesso esulano da sentimenti che dovrebbero dettare particolari rapporti tra due o più persone; parimenti, ci si trova spesso ad atteggiamenti che sconfinano in oggettivi e traumatici dettati utilitaristici.
    Quindi, io credo (ma non tutti saranno d'accordo, naturalmente) che sia bene sia limitare l'uso di questa parola - amicizia - sia trattenere per sè qualcosa che può essere un vero e proprio miracolo.
    Inserisco questa nota di Francesco Alberoni, che mi sembra adatta allo scopo:

    http://www.alberoni.it/amicizia.asp
    Scusa, Carlo, ma non sono riuscita a leggere tutta la nota di Alberoni... è più forte di me: dopo quattro righe mi addormento
    Però l'osservazione che fai sull'amicizia è sacrosanta. E questo non vale solo per la parola "amicizia", ma anche per "libertà", "amore", "bellezza", "giustizia", "speranza", "gioia"... insomma sembra che molte parole siano svuotate del loro significato profondo e vengano comprese solo superficialmente o solo intellettualmente, come se indicassero un'idea, un sentimento, un'intenzione e non, invece, un'esperienza reale.
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  11. #206
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    Pasqua (Pa-squa)
    L'etimologia di questa parola ebraica è incerta, ma pare che il suo significato fondamentale sia "passare oltre"; inoltre è inutile dire che essa è strettamente collegata con la Pasqua ebraica (e poi con quella cristiana).
    Un primo gruppo - peraltro ristretto - di Padri della Chiesa collega iltermine pascha con il verbo greco páschein, soffrire
    Un secondo gruppo ( Origene e la maggioranza dei Padrii) trova un'etimologia più esatta nel termine "passaggio" (diabasis, transitus), in memoria del passaggio del popolo ebraico alla propria terra, dopo la deportazione in Egitto, che "passa" dalla schiavitù dell'Egitto alla Terra promessa attraverso il Mar Rosso .
    Un terzo gruppo, più esiguo ( pseudo-Origene ed altri), intende pascha come "passar-oltre" (hypérbasis) e pone come soggetto "l'angelo sterminatore" che, vedendo il sangue dell'agnello, "passa oltre" le case degli Ebrei, e ad essi dona salvezza.

    Dante Alighieri pone l'inizio della sua Commedia in tempo pasquale, iniziando essa il Venerdì Santo dell'anno 1300 ( la notte tra il 7 e l'8 di Aprile). Significato intimo della Commedia è il transito di Dante e di tutti gli uomini dalla schiavitù del peccato alla liberazione. Transitando egli dallo stato di miseria umana alla visione intima di Dio, Dante elabora quindi, in senso letterario, morale e religioso (nonchè didascalico) la propria Pasqua, il proprio Passaggio.

  12. #207
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    Paturnia (pa-tur-nia)
    L'etimo primo deriva dal greco pathos.
    Si pensa anche - forse non senza una buona dose di fantasia - che la parola «paturnia» (o «paturna») sia da pensare derivata dall' incrocio del verbo latino pati (patire, subire) col nome del pianeta Saturno, con evidente allusione all' influenza non sempre positiva di Saturno sul temperamento delle persone.
    L' aggettivo "saturnino" è tuttora considerato sinonimo di triste, o anche strambo . Alcuni ricercatori tedeschi hanno rilevato come persone dalle tendenze artistiche si possano considerare "saturnini". Tornerò a breve sull'argomento.

  13. #208
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    Tirare un colpo mancino

    Quando crediamo che uno voglia colpirci, istintivamente teniamo d'occhio la sua mano destra; se il colpo ci viene invece dato con la sinistra, ecco che allora è inaspettato, e quindi doppiamente pericoloso.

  14. #209
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    Fare salamelecchi

    In arabo, il saluto Salam aleik significa 'pace a te' ; essendo però accompagnata da inchini, smorfie strane e vari gesti ossequiosi che possono anche far pensare a esagerazioni fatte a bella posta , gli Italiani, traducendo con la parola salamelecco , con essa noi italiani facciamo riferimento al modo di salutare con inchini, riverenze e smorfie ridicole.

  15. #210
    Io L'avatar di dolores
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    Tirare un colpo mancino

    Quando crediamo che uno voglia colpirci, istintivamente teniamo d'occhio la sua mano destra; se il colpo ci viene invece dato con la sinistra, ecco che allora è inaspettato, e quindi doppiamente pericoloso.
    E perché si dice scherzo da prete?
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

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