Il tuo corpo
mi disloca,
mi contiene.
Coricato mi ergo
dentro di te.
Ghiannis Ritsos
Il tuo corpo
mi disloca,
mi contiene.
Coricato mi ergo
dentro di te.
Ghiannis Ritsos
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Anne Sexton
Poi a letto penso a te,
la tua lingua metà oceano, metà cioccolata,
alle case dove entri con disinvoltura,
ai tuoi capelli di lana d’acciaio,
alle tue mani ostinate
e come rosicchiamo la barriera
perché siamo due.
Come vieni e afferri la coppa di sangue,
mi ricompatti e bevi la mia acqua salata.
Siamo nudi.
Ci siamo denudati fino all’osso
e insieme nuotando risaliamo il fiume,
l’identico fiume chiamato Possesso
e vi sprofondiamo insieme. Nessuno è solo.
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
Io adoro questa di Octavio Paz...
ASSE
Nella noria di sangue
il mio corpo nel tuo
sorgente notturna
la mia lingua di sole nel tuo bosco
madia il tuo corpo
grano rosso io
Nella noria d'osso
io notte io acqua
io bosco che avanza
io lingua
io corpo
io osso di sole
nella noria di notte
sorgente di corpi
tu notte del grano
tu bosco nel sole
tu acqua in attesa
tu madia d'ossa
Nella noria di sole
la mia notte nella tua
il mio sole nel tuo
il mio grano nella tua madia
il tuo bosco nella mia lingua
Nella noria del corpo
l'acqua nella notte
il tuo corpo nel mio
Sorgente d'ossa
Sorgente di soli
Octavio Paz
La vita morde forte alle spalle e quando sorride ti fa solo del male (Mauro Berchi)
Signora,
io ti toccherò con la mia mente.
Ti toccherò e toccherò e toccherò
finché tu non mi
farai di colpo un sorriso, timidamente osceno
(signora io ti
toccherò con la mia mente.) Toccherò
te, tutto qui,
lievemente e tutta te stessa sarai
con infinito agio
la poesia che io non so scrivere.
Edward Estlin Cummings
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
"Nel luglio altero, lui tenero audace":
Nel luglio altero, lui tenero audace,
sensualmente a me lanciava da là:
prima di sera io ti scopo. Ah.
Fra trafficar di sguardi dove pace,
dove l'incompenetrabilità...
dove il tempo in quest'ombra... Lui tace
in un empio silenzio a farne fornace.
Poi apri, m'intima, apri... più dentro già
si spinge con suo tal colpo segreto.
Umidore, pare bacio di calore
su ammucchiarsi d'umano, alto m'accappia.
O inverni e lirici slanci (con metodo).
Mi sale... mi scende... io come granata
esplosa, contusa, to', che si sappia.
Patrizia Valduga
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Celebrazione
Quando ti inginocchi sotto di me
e nelle tue mani
tieni la mia virilità come uno scettro,
Quando avvolgi la lingua
sul gioiello d’ambra
e solleciti la mia benedizione,
Capisco quelle ragazze romane
che danzavano attorno a una verga di pietra
e la baciavano finchè la pietra non era calda.
Inginocchiati, amore, mille metri sotto di me,
che a malapena possa vederti la bocca e le mani
che celebrano il rito,
Inginocchiati finchè non mi rovescio sulle tue spalle
con un rantolo, come quegli dei sul tetto
che Sansone fece crollare.
Leonard Cohen
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Che cosa è per me la tua bocca?
Un calice di incenso desolato,
un albero di foglie smaniose,
un alto vascello impaziente,
una faretra di spendide frecce.
Che cosa è per me il seno tuo?
Un fiore di nuove preghiere,
un poema di luce continua,
una polla di uccelli spavaldi,
un tremulo arco in tensione.
Che cosa è per me il tuo corpo?
Un teatro di perfetto silenzio,
un cocchio di rossa lestezza;
e ancora, Oh, il passo incerto
di bianco-chiomati desideri!
ee cummings
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
Lingua vinaccia di sole flagellato
Lingua vinaccia di sole flagellato
lingua che lambisce il tuo paese d'insonni dune
chioma
lingua di fruste
linguaggi
snodati sulla tua schiena
intrecciati
sui tuoi seni
scrittura che ti scrive
con gli sproni delle lettere
ti nega
con i tizzoni dei segni
vestito che ti sveste
scrittura che ti veste di enigmi
scrittura in cui mi seppellisco
Chioma
grande notte improvvisa sul tuo corpo
giara di vino caldo
versato
sulle tavole della legge
nodo d'urli e nube di silenzi
grappolo di serpi
grappolo d'uva
pestata
dalle gelide piante della luna
pioggia di mani di foglie di dita di vento
sul tuo corpo
sul mio corpo sul tuo corpo
Chioma
fogliame dell'albero d'ossa
l'albero di aeree radici che suggon notte dal sole
Albero carnale
Albero mortale
Octavio Paz
La vita morde forte alle spalle e quando sorride ti fa solo del male (Mauro Berchi)
Acqua e vento
Distesa d'acqua scintilli
sotto un fulmine lascivo
il mio pensiero azzurro e nero.
Cammini per il bosco del mio sangue
alberi odorosi di seme
alberi bianchi alberi neri.
Abiti un rubino
istante incandescente
goccia di fuoco
incastonata nella notte
corpo senza limiti
in un'alcova minuta.
Il mare ti solleva fino al grido più bianco
l'edera del gemito mi conficca le unghie nella nuca
il mare ti squarcia strappandoti gli occhi
torre di sabbia che si sgretola
i tuoi lamenti scoppiano e svaniscono
galli neri
cantano la tua morte e la tua resurrezione.
Sul bosco carbonizzato
passa il sole con un'ascia
Octavio Paz
La vita morde forte alle spalle e quando sorride ti fa solo del male (Mauro Berchi)
Previsione
Pazienza, piccolo Amore!
Una donna dal petto pesante, calda come giugno entrerà
un giorno e chiuderà la porta, per restare.
E quando l'animo tuo, oppresso, avrebbe reclamato
una fresca notte solitaria, il suo petto la notte coprirà
pendente nella stanza tua come una coppia di gigli tigrati,
che i loro petali oro-pallido schiudono con ferma intenzione
e soffocano le tenebre blu con acre profumo, fiaccando
il tuo corpo con la spinta dei suoi capezzoli, finché
freschezza bramerai con una forte sete.
E ti ricorderai allora, con desiderio vero
per la prima volta, quel che ero per te.
Così profondamente sogna un narciso selvatico
e ti attende attraverso l'oscurità
fredda ed azzurra, brillando allegramente
ai tuoi piedi come piccola luce.
Pazienza, piccolo Amore! Negli anni a venire
io sarò dolce per te, nella memoria.
David Herbert Lawrence
Due cose mi hanno sempre sorpreso: l'intelligenza degli animali e la bestialità degli uomini. Bertrand Russell
NELLA DOLENTE SOLITUDINE DELLA DOMENICA
Sono qui,
nuda,
sulle lenzuola solitarie
di questo letto in cui ti desidero.
Guardo il mio corpo,
liscio e rosato nello specchio,
il mio corpo
che è stato avido territorio dei tuoi baci,
questo corpo pieno di ricordo
della tua incontenibile passione
sul quale hai combattuto sudate battaglie
nelle lunghe notti di gemiti e di risa
e di sudori dalle mie cavità profonde.
Guardo i miei seni
che sistemavi sorridendo
nel palmo della tua mano,
che stringevi come uccellini nelle tue gabbie di cinque sbarre,
mentre un fiore mi si accendeva
e arrestava la sua dura corolla
contro la tua dolce carne.
Guardo le mie gambe,
lunghe e lente conoscitrici delle tue carezze,
che ruotavano rapide e nervose sui loro cardini
per aprirti il sentiero della perdizione
proprio verso il mio centro
verso la dolce vegetazione del campo
dove hai ordito taciti combattimenti
coronati dal piacere,
annunciati da raffiche di fucile
e da arcaici tuoni.
Mi guardo e mi vedo,
è lo specchio di te che si tende dolente
su questa solitudine domenicale,
uno specchio rosato,
un calco vuoto che cerca l'altro suo emisfero.
Piove a dirotto sul mio volto
e penso soltanto al tuo amore lontano
mentre difendo
con tutte le mie forze,
la speranza.
Gioconda Belli
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
Corpo intero
Separare il tatto dalle mani
verso un repertorio differente
di esercizi di sottrazione
Toccare solo la tua voce
Poi: solo il tuo odore
Poi: solo la tua luce
Poi:
l’incompiuto in tua presenza
non conoscere
E calzare di nuovo il tatto
per toccare il tuo corpo
per toccare nella tua nudità
là nudità stessa della nudità
Ulalume González De León
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
Sospiri tramano reti tra le cosce. Mi apro
come il piú rosso dei frutti. Tra i rapidi spazi
della pioggia il mondo suda mari e corde
umide tremano per un suono perfetto.
Un arco pizzica la corda. Qualcosa dentro di me
cammina su una fune dove cerchi nel cremisi
un filo d’argento. Una rosa arde sotto
una pioggia di aghi di pino. Ti mordo il labbro, persa.
Vieni piú dentro, dove gli occhi fissano l’interno
del cranio mentre la sommità del cervello
s’alza in volo. Con la bocca lambisci petali finché il nostro
volto
è un fiore impregnato del suo stesso profumo.
I pianeti ci abbandonano.
(Carol Ann Duffy, "Lo splendore del tempio, poesie d'amore", Crocetti Editore)
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Quando vado in bianco
Quando vado in bianco
troppo a lungo
le mie poesie
come me
non vengono
e ci vuole un certo
quantitativo di nudo, morte, cipolle,
o malattie
per indurmi a
una poesia
e giovedì sera
un uomo del tutto improbabile
ha fatto proprio questo; mi ha indotto
a uscire dal bar dei poeti per entrare
nel suo salotto, a uscire dalla
mia gonna e dagli stivali neri per entrare
nelle sue lenzuola, nel lavandino e nei suoi Levis ed ora
è già domenica sera
e non ha ancora chiamato.
Entro lunedì lo odierò
ed esaurirò la vena
e se nessuno muore o s’ammala
le poesie finiranno
ma oggi
ne ho già scritte quattro.
Woow, che uomo!
Lisa Glatt
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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