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Discussione: Il Giorno della Memoria

          

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  1. #1
    Master Member L'avatar di Claire
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    Primo Levi - Se questo è un uomo

    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  2. #2
    Master Member L'avatar di Claire
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    Wejn nischt, wejn nischt, klejner josem
    Schpor dir trern chotsch dich kwelt,
    Schpor dir trern wi briljanten
    Sest amol sej darfn sejr.

    Mordechai Gebirtig

    Non piangere, non piangere orfanello
    Conserva le tue lacrime anche se sei triste,
    Conserva le tue lacrime come fossero diamanti
    Un giorno ne avrai bisogno.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  3. #3
    Senior Member L'avatar di Baudin
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    L'annientamento finale.

    "Distruggere l'uomo è difficile, quasi quanto crearlo: non è stato agevole, non è stato breve, ma ci siete riusciti, tedeschi. Eccoci docili sotto i vostri sguardi: da parte nostra nulla più avete a temere: non atti di rivolta, non parole di sfida, neppure uno sguardo giudice."

    Primo Levi - Se questo è un uomo

  4. #4
    Master Member L'avatar di daniela
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    AUSCHWITZ

    Laggiù, ad Auschwitz, lontano dalla Vistola,
    amore, lungo la pianura nordica,
    in un campo di morte: fredda, funebre,
    la pioggia sulla ruggine dei pali
    e i grovigli di ferro dei recinti:
    e non albero o uccelli nell’aria grigia
    o su dal nostro pensiero, ma inerzia
    e dolore che la memoria lascia
    al suo silenzio senza ironia o ira.

    Tu non vuoi elegie, idilli: solo
    ragioni della nostra sorte, qui,
    tu, tenera ai contrasti della mente,
    incerta a una presenza
    chiara della vita. E la vita è qui,
    in ogni no che pare una certezza:
    qui udremo piangere l’angelo il mostro
    le nostre ore future
    battere l’al di là, che è qui, in eterno
    e in movimento, non in un’immagine
    di sogni, di possibile pietà.
    E qui le metamorfosi, qui i miti.
    Senza nome di simboli o d’un dio,
    sono cronaca, luoghi della terra,
    sono Auschwitz, amore. Come subito
    si mutò in fumo d’ombra
    il caro corpo d’Alfeo e d’Aretusa!

    Da quell’inferno aperto da una scritta
    bianca: "Il lavoro vi renderà liberi"
    uscì continuo il fumo
    di migliaia di donne spinte fuori
    all’alba dai canili contro il muro
    del tiro a segno o soffocate urlando
    misericordia all’acqua con la bocca
    di scheletro sotto le docce a gas.
    Le troverai tu, soldato, nella tua
    storia in forme di fiumi, d’animali,
    o sei tu pure cenere d’Auschwitz,
    medaglia di silenzio?
    Restano lunghe trecce chiuse in urne
    di vetro ancora strette da amuleti
    e ombre infinite di piccole scarpe
    e di sciarpe d’ebrei: sono reliquie
    d’un tempo di saggezza, di sapienza
    dell’uomo che si fa misura d’armi,
    sono i miti, le nostre metamorfosi.

    Sulle distese dove amore e pianto
    marcirono e pietà, sotto la pioggia,
    laggiù, batteva un no dentro di noi,
    un no alla morte, morta ad Auschwitz,
    per non ripetere, da quella buca
    di cenere, la morte.

    Salvatore Quasimodo
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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