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Discussione: Etimologie e strane origini

          
  1. #91
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    Buonismo [buo-ni-smo]
    Secondo il dizionario Zingarelli «atteggiamento bonario e tollerante che ripudia i toni aspri del linguaggio politico».
    Il dizionario De Mauro associa la parola soprattutto al linguaggio giornalistico e politico «atteggiamento di benevolenza anche eccessiva e moralistica nei rapporti sociali e di continua ricerca di mediazione tra posizioni divergenti».
    Gli -ismi, pur tuttavia, segnalano sempre una connotazione negativa di un concetto.
    Pur con tutto il rispetto per i vari dizionari e le varie ideologie, bisogna anche tener conto delle motivazioni psicologiche che spingono ad usare un termine piuttosto che un altro. A proposito di Buonismo, Wikizionario recita così:



    1. atteggiamento di chi attraverso parole o azioni vuole essere (o apparire) buono sempre e comunque, più preoccupato ad ottenere una buona valutazione dagli altri

    La definizione ci sembra quanto mai azzeccata. Pensiamo che i buonisti, al contrario dei buoni, tendano a mettere l'accento, infatti, sulle possibili valutazioni (negative) che gli altri potrebbero avere nei loro confronti.
    E' vero. Qualcuno, potrebbe parlare di politically-correct. Qualcun altro, di finzione ben calcolata. Il fenomeno, che ha dimensioni sociologiche oramai, investe i rapporti tra persone. Per non suscitare reazioni inconsulte, adoperiamo termini e definizioni che nascondono la realtà o il nostro vero pensiero, lasciando inalterata la realtà.
    Alcuni esempi? Volentieri!
    Lo spazzino? Nooooo! Operatore ecologico!
    Il bidello? Ma sei matto? Cooperatore scolastico! E via dicendo...
    La persona che viene dall'Africa una volta era chiamata, senza tema di offese o pregiudizi razziali, negro. Negro perchè traeva dal latino niger, e nessuna persona mai si sarebbe sentita offesa. Tantomeno i nostri amici africani, che hanno sempre lavorato e sgobbato sodo, e a volte ci han dato esempio di civiltà (e, di converso, gli Europei han dato esempio di inciviltà e di razzismo nei loro confronti)!
    "I tempi cambiano", direbbe qualcuno che non ha alcuna intenzione di prendersi responsabilità in merito, glissando sull'argomento, ed adoperando terminologie che fanno, sì, ridere, ma fanno tanto radical-chic!

  2. #92
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    anguria [an-gu-ri-a]
    dal greco antico angourion [angurion], cetriolo
    Mi dicono che in greco moderno, cetriolo si dice aggouri ( pronuncia [aghùri]), termine molto vicino ad anguria. D'altra parte, dal punto di vista botanico sono parenti.
    Cetriolo [ce-trio-lo]: dal latino citreolus, piccolo cedro, forse per la somiglianza; il cetriolo è, comunque, più oblungo del cedro.

  3. #93
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    Cliccare: parola onomatopeica; trae dal suono, singolo o doppio (clic) che si ode premendo il dispositivo di collegamento (mouse).

  4. #94
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    Modi di dire

    Ab ovo: cominciare un discorso partendo "alla lontana", sviscerando gli antefatti più oscuri o meno noti.L'espressione, che significa "dall'uovo", da alcuni linguisti si pensa esser tratta dall'Ars poetica di Orazio, in cui l'autore loda Omero per esser entrato, con l'Iliade, subito nel tema : ossìa, la rabbia di Achille per esser stato scippato della sua bella schiava Criseide da Agamennone. E per aver parlato subito del play-boy Paride,che rapì Elena, la bonotta.
    Altri linguisti, però - e sono i più - pensano che l'espressione ab ovo derivi dalle Satire, sempre di Orazio, vhe recita:
    Ab ovo usque ad mala...
    Riferendosi, così, all'usanza romana di iniziare un pasto con l'uovo e terminandola con le mele.
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  5. #95
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    La persona che viene dall'Africa una volta era chiamata, senza tema di offese o pregiudizi razziali, negro. Negro perchè traeva dal latino niger, e nessuna persona mai si sarebbe sentita offesa. Tantomeno i nostri amici africani, che hanno sempre lavorato e sgobbato sodo, e a volte ci han dato esempio di civiltà (e, di converso, gli Europei han dato esempio di inciviltà e di razzismo nei loro confronti)!
    "I tempi cambiano", direbbe qualcuno che non ha alcuna intenzione di prendersi responsabilità in merito, glissando sull'argomento, ed adoperando terminologie che fanno, sì, ridere, ma fanno tanto radical-chic!
    Finalmente... Grazie per averlo ricordato, Carlo. Non sai quante volte mi è capitato di spiegarlo a qualche buonista. Il bello è che pensano di essere più civili usando la locuzione di colore, mentre invece un negro mi diceva che proprio "di colore" è per loro molto offensivo. Giustamente osservava: perchè, voi siete senza colore?
    Ma, come dici tu, è un continuo e compiaciuto trionfo del radical-chic. Lo so, è una battaglia contro i mulini a vento, ma noi non ci arrendiamo. Insistimos!



    Ciao e grazie per l'impegno con il quale curi questo meraviglioso spazio.
    Alice

  6. #96
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    Ciao e grazie per l'impegno con il quale curi questo meraviglioso spazio.
    Alice
    Grazie a te, Alice, e grazie tante per le belle parole, anche se non ne ho alcun merito (infatti non faccio altro che spulciare libri e vocabolari, e riportare quel che ho letto). Sono fiero delle tue parole perchè so che sono vere e vengono dal cuore.

  7. #97
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    Deficit :
    Terza persona singolare dell'indicativo presente del verbo latino defìcere, mancare.
    In genere, si adopera in gergo tecnico, in Economia, per indicare una voce di passivo.

    Barzelletta: Si racconta di un Sindaco che, nella riunione di Giunta, ripeteva: "Abbiamo un deficit, abbiamo un deficit! ", diventando rosso-paonazzo.
    Al che, un Consigliere (illetterato) rispondeva:
    "Non s'arrabbi, cominciamo col vendere quello, Sindaco!

  8. #98
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    Genio
    Dal greco ghéneion, produrre. Si riferisce alla forza creativa, al quid capace di generare. Le due caratteristiche sono, quindi: capacità e generare. Una persona, ad esempio, che non è capace di pensare, non è un genio sensu strictu; così si dice anche per colui che, pur pensando o immaginando, non ha la capacità di esternare il pensiero e l'immaginazione.
    Ha un significato, quindi, diverso da quello insito nel parlar comune.

    Il genio è la capacità di vedere dieci cose là dove l'uomo comune ne vede solo una, e dove l'uomo di talento ne vede due o tre. (Ezra Pound)

    Il genio stesso non è che una forte capacità di osservazione, unita a fermezza di carattere. Qualsiasi uomo tenga aperti gli occhi e sappia restar fedele alle decisioni prese, senza neanche rendersene conto diventa un genio
    .
    ( Edward Bulwerd-Lytton)

    Lui folgorante in solio
    Vide il mio genio e tacque;
    Quando, con vece assidua,
    Cadde, risorse e giacque,
    Di mille voci al sonito
    Mista la sua non ha:
    (Alessandro Manzoni, il Cinque Maggio)

  9. #99
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    Polemica [po-le-mi-ca]

    Parola oggi usata a volte a sproposito. O, perlomeno, in modo limitativo. Nel parlar comune, si intende, con ciò, uno stato di conflittualità, di rapporti spinosi tra persone o modi di intendere.

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    In realtà, l’etimologia del termine polemica (greco) è: “attinente alla guerra”. Con ciò, allora, si intende quindi una sorta di guerra, di combattimento, di schermaglia per lo più verbale, condotta contro un avversario.
    La polemica, quindi, è - se lo vogliamo -fonte di crescita, per la persona, che si trova a esternare i propri convincimenti e a confrontarli con altri, spesso di carattere opposto. Infatti, così intesa, la polemica non è più fine a se stessa ma ha carattere costruttivo.
    In filosofia, con Eraclito, tale termine è fonte di perenne divenire, sorgente delle continue mutazioni: πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός (panta rei os potamos), Tutto scorre come un fiume. Per Eraclito, contrariamente a Parmenide e Zenone di Elèa, il divenire è determinato dai rapporti di "tensione" tra contrari: anche la guerra, lotta di opposti, è considerata, da Eraclito [ma non dalla scuola eleatica], madre di tutte le cose. La legge secondo la quale si compie il processo del divenire, tramite la polemica, è chiamata logòs che governa, anche nell'Etica, l'unità degli opposti (tramite il divenire): " Dal tutto l'uno e dall'uno il tutto"

  10. #100
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    Oggi ho scoperto che persona deriva dall'etrusco phersu, ovvero maschera teatrale. Lo studio delle etimologie è affascinante proprio nella misura in cui rivela che, quando parliamo, il più delle volte non sappiamo nemmeno cosa stiamo dicendo.

  11. #101
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    ...a proposito di persona, dato che la lingua etrusca è assai misteriosa, fin dall'antichità il termine è stato anche spiegato attraverso un'etimologia che lo latinizza: per sonum, personare, poiché la maschera nel teatro antico aveva anche la funzione di amplificare il suono della voce degli attori. E' un'etimologia evidentemente falsa, una paretimologia, però è affascinante; gli antichi avevano una vera passione per le false etimologie, il che è interessante, perché l'etimologia della parola 'etimologia' riporta proprio al concetto della 'verità': l'aggettivo etymos in greco significa 'vero'...a proposito, avete mai letto il Cratilo di Platone?
    "...she lives for the written word, and people come second or possibly third..." Morrissey

  12. #102
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    ...a proposito di persona, dato che la lingua etrusca è assai misteriosa, fin dall'antichità il termine è stato anche spiegato attraverso un'etimologia che lo latinizza: per sonum, personare, poiché la maschera nel teatro antico aveva anche la funzione di amplificare il suono della voce degli attori. E' un'etimologia evidentemente falsa, una paretimologia, però è affascinante; gli antichi avevano una vera passione per le false etimologie, il che è interessante, perché l'etimologia della parola 'etimologia' riporta proprio al concetto della 'verità': l'aggettivo etymos in greco significa 'vero'...a proposito, avete mai letto il Cratilo di Platone?
    Oh! Silvia,eccoti!!!!!!!!! Dopo i convenevoli di rito, passo al dunque: vedo che sei ferratissima in materia (e come potevamo dubitarne?). Per cui, non ti puoi più sottrarre a parlarci di etimologia (nghè nghè). Che bello, la famiglia degli appassionati di etimologia aumenta!!!
    Ciao e grazie del contributo
    Carlo

  13. #103
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    Contraddanza o Contradanza (Con-trad-dan-za, Con-tra-dan-za): tipo di danza popolare (anzi, contadina), in voga nel XVIII° secolo, ed in cui i ballerini danzavano l'uno di fronte all'altra. Ben presto se ne impossessarono, come stile, i musicisti degli ambienti borghesi e scrissero contraddanze di valore, assurte a dignità d'arte. Sono famose le contraddanze di Mozart. Da questo ballo derivò la "quadriglia" ottocentesca.
    Ma l'etimo della parola ci avverte che non si trattava di una danza "venendosi incontro", come farebbe pensare il movimento del ballo, bensì la parola deriva dall'inglese country, campagna. Quindi, danza campagnola.


  14. #104
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    Porco (Por-co). Non è sempre una parolaccia,al femminile. E addirittura c'è una connessione con gli antichi Greci.
    Il nome di "porchetta" designava, nel tardo latino, un piatto gustoso: con esso si intendeva, infatti, il maiale ripieno, chiamato anche porcus troianus, perchè era ripieno, come il famoso cavallo di Troia lo fu di Achei. Anzi, si dice che che femmine del porco fossero (e lo siano tuttora) più buone del maschio ( sintesi da: Non si direbbe! di Raddi Fortunato, ELLE DI CI Editrice)
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    Va sottolineato che porcus troianus era farcito con volatili, selvaggina e carni diverse e poi cucinato arrosto fatto arrosto. Una volta in tavola se ne faceva uscire, non di rado in maniera spettacolare, il contenuto, così come era avvenuto quando dal cavallo di Troia erano usciti i guerrieri Achei. In modo analogo era detta troia la femmina gravida, che al suo interno ospitava maialini.

  15. #105
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    Cadere (Ca-de-re): scendere.Per estensione di concetto, si indica Incorrere, accadere, succedere in un dato momento.

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