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Discussione: Etimologie e strane origini

          
  1. #76
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    In Sardegna invece questo testardo animale è chiamato ainu nel sassarese derivando il suo nome dal latino asinu(m) mentre nel sud viene chiamato burricu dallo spagnolo burro (asino) oppure molenti perché adibito ad azionare la mola, antico attrezzo usato per macinare il grano e le granaglie.

  2. #77
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    Apologetico: (a-po-lo-ge-ti-co) dal greco Apologetikòs. Celebrativo, laudativo di una persona, di un pensiero, di un atto.

    Sinonimo: encomiastico

    L'Apologo è un discorso od uno scritto, di carattere morale, che pone in cattiva luce particolari azioni o uomini, allo scopo educativo, ossìa di far conoscere al lettore o allo spettatore ciò che è cattivo (secondo una legge o secondo una serie di norme, scritte od orali) allo scopo di ammaestrarlo su ciò che è ad esso contrario il bene)



  3. #78
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    Babbeo e affini
    Babbèo

    Dalla radice onomatopeica bab-, che indica il balbettio, con annesso il suffisso dispregiativo.
    Sciocco, sempliciotto, tonto, che si esprime senza sapere ciò che dice o vorrebbe dire. Si sa che i babbei non hanno memoria (Sciascia).

    Bàbbio
    Dal latino babulu(m) 'sciocco, stolto', voce onomatopeica per indicare il balbettio.
    Stolto, sciocco.

    Babbióne
    Accrescitivo di babbio.
    In Toscana: stupido, scioccone.

    Babbalèo
    Da babbeo.
    In Toscana: babbeo.

    Gli antichi Greci, per indicare gli stranieri, adoperavano - anch'essi - una matrice onomatopeica: da: ba-ba (come farebbe colui che parla male, che balbetta) derivò il termine barbaro, oì barbaros.

  4. #79
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    Diplomazia
    [di-plo-ma-zì-a]
    Complesso delle attività e delle istituzioni che intercorrono rapporti tra due o più Stati; in senso figurato significa equilibrio, avvedutezza traendo il nome dal titolo di un ufficiale imperiale proposto alle relazioni tra Stati, il Diplomarius

    dal greco: [diploma] da [diploos] doppio, ossia un documento piegato in due.

    Nome:   diploma_festa_del_papà.jpg
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  5. #80
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    mangiare [man-gia-re] ,dal latino, nutrirsi, portandosi (ducere) il cibo alla bocca con le mani, con evidente riferimento all'atto di prendere il cibo solido con le mani per portarselo in bocca.

  6. #81
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    Apotropaico

    [a-po-tro-pà-i-co]
    Si dice di qualcosa che allontana influssi maligni o li debella.

    dal greco: [apotropaios] che allontana, composto di [apo] da [trepein] allontanare.
    Sono tanti: le corna, l'aglio, le croci (vampiri), il sale gettato dietro alle spalle, lo sputo a destra o a sinistra. E poi gobbi, dita incrociate, cornetti, ferri di cavallo.
    Piero Melograni, in Storia politica della grande guerra, Laterza, cita, fra le frasi apotropaiche scritte dai fanti in bigliettini:

    B I P ZI R 16
    C ch ZI P S S

    (pag. 140, edizione 1977)

    Naturalmente, il significato è oscuro....

  7. #82
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    Bellezza e Bontà
    [bel-lez-za], [bon-tà]
    L’etimo del vocabolo italiano “bellezza” rispecchia davvero il senso teologico . La parola Bellezza deriva dal Latino “Bellus”, il termine, che a sua volta trova le sue radici nell’arcaico “Ben-lus” (da cui deriverà Bonus). Questo era un aggettivo usato per sottolineare la bontà di una persona. Quindi oltre ad evidenziare la gradevolezza estetica esso indicava la bontà intrinseca.Tra il bello e il buono, allora, si deve pensare anche ad un’antica origine comune, filetica, di questi due termini, in quanto sottolineano dunque un intimo legame profondo. Va detto che probabilmente noi moderni abbiamo perso il senso di questa filiarità, separando i due termini: il primo, confinandolo nella speculazione estetica; il secondo, appannaggio dell'interiorità etica dell'individuo.

  8. #83
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    Misericordia
    [mi-se-ri-cor-di-a]

    Deriva dai termini: misereo, ho pietà, e cordis, cuore.
    il misericordioso è colui che ha cuore per le miserie altrui e questo cuore aperto nell'accoglienza degli altri richiama molto da vicino quello che il mondo ebraico intendeva per misericordia , adoperando il termine rahamim,che indica le viscere materne che accolgono la vita che nasce.

  9. #84
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    Busillis: parolina che si adopera spesso, ad indicare un punto difficile del discorso o dell'operatività.
    Diciamo subito che nel vocabolario questa parola non esiste. Si racconta che....
    ...un giorno, al Liceo, il professore diede una traduzione dal latino all'italiano, e il cui testo cominciava così: In diebus illis....(in quei giorni, in quei tempi)
    Il nostro (solito ) studente aveva ricopiato male la scansione delle parole, e al posto di In diebus illis scrisse: In die busillis...
    Ora, in die è traducibile con : in quel giorno; ma busillis? Cosa avrà mai voluto significare? Nel vocabolario non c'era, una simile parola....
    Da allora, Busillis è passata nel parlar comune col significato di intoppo, difficoltà insormontabile.

  10. #85
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    libro
    [li-bro]

    La parola italiana libro ha origine dal latino liber ( libro, volume, tomo). Liber indicava originariamente la parte interna della corteccia delle piante,un tessuto duro ma lavorabile, che a volte prende l’aspetto di una pellicola che, disseccata, veniva utilizzata dagli antichi per scrivere. Con gli Egizi ci sarà della scoperta del papiro, piantina a fusto eretto e lavorabile .Fusti che , tagliati e uniti insieme, servivano egregiamente da pagina su cui scrivere .


  11. #86
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    Befana [be-fa-na]

    Niente di beffardo, in questa parola, perlomeno stando al significato antico: questa parola è infatti la conversione popolare (Befanìa) della Epifanìa, cioè manifestazione (di Gesù al mondo. Seconda epifanìa, in realtà, dopo il Natale)
    Nome:   befana+palermo.jpg
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    Le tradizioni etnico-popolari, rivelano invece tratto ambiguo, quasi da strega. La Befana potrebbe avere una parentela con la vecchia, una tradizione dei popoli celtici, che si erano insediati su tutta la pianura padana e su alcune montagne alpine. Il simbolo della vecchia veniva bruciata in piazza per festeggiare la fine dell'anno: un simbolo della ciclicità del tempo .

  12. #87
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    icona [i-co-na]
    l'etimo della parola icona è eicón, ossìa immagine, ed ha affinità con eicós, eoica, rassomiglio, sono simile, sembro, si addice; nella parola icona si raccoglie una costellazione semantica che converge verso un rapporto di affinità tra originale e copia. Il termine icona , inoltre, stabilisce un forte nesso tra idea e realtà, nel senso che per icona si deve intendere la rappresentazione visiva e materiale di un soggetto in sè non reale. Icona è copia, modello reale, quindi, dell'archetipo, secondo una visione platonica.

    Diverso è il discorso per idea, [i-de-a], Eidolon in greco, per Platone diretta discendenza del mondo meta-empirico o modello perfetto . Tale nome significa “ideale rappresentazione di qualcosa” ed è riferito ad entità astratte, impalpabili ma pur sempre definibili da un concetto: idea. Così, si potranno avere idee della bellezza, dell'amicizia, della lealtà, della forza, dell'interiorità e via dicendo.

  13. #88
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    Bacìo [ba-cì-o] Luogo esposto a tramontana e perciò freddo, spesso oscuro. Geograficamente è il contrario di "mezzogiorno".
    Trae il nome dal latino opacus (a sua volta derivante da opacivus), e che sta per ombròso.

  14. #89
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    Appioppare [ap-piop-pa-re]

    Sia adopera, nel parlar comune, in linguaggio figurato: attribuire, affibbiare (ti appioppo uno schiaffo, se non stai zitto!)
    In realtà, deriva dal linguaggio degli agronomi e dei contadini. Quando, infatti, si vuol sostenere una vite con un tutore, ora si usano dispositivi in cemento; una volta si adoperavano gli alberi, e tali alberi erano o l'acero [Acer campestris] o il pioppo [Popolus nigra] (appunto, maritar la vite all'oppio).

  15. #90
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    egoismo (e-go-i-smo)
    Tendenza a porre la propria persona e le proprie esperienze al di sopra di ogni valutazione.
    Nome:   27179.jpg
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    Egotismo - (e-go-ti-smo)
    L’egotismo è proprio di chi pone il proprio interesse come base di ogni motivazione e scelta.


    L’egotista considera la propria persona e le proprie esperienze migliori degli altri e delle esperienze che vengono al di fuori della propria persona. L'egotista attribuisce un estremo valore valore solo alle proprie esperienze di vita e quindi ha una eccessiva stima di sé.
    Egoismo posto all’estremo.


    In Letteratura italiana, una posizione egotistica la si riscontra in Gabriele D'Annunzio.

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