Magari: (ma-ga-ri) sta per " beato", e per traslato "volesse il cielo", "speriamo che sia così", ecc.
Trae dal greco Makarios, beato, felice.

Così scriveva Ciullo (Cielo) d'Alcamo in "Rosa fresca aulentissima" (parafrasi di Gianfranco Contini)

"Macara se dolés[s]eti che cadesse angosciato:
la gente ci cor[r]es[s]oro da traverso e dallato;
tut[t]'a meve dicessono: 'Acor[r]i esto malnato'!
Non ti degnara porgere la mano
per quanto avere ha 'l papa e lo soldano."


Almeno [magari] ti dolessi da cadere privo di sensi:
la gente correrebbe da tutte le parti;
tutti mi direbbero: "Soccorri questo malnato!".
Non mi degnerei di porgerti la mano
nemmeno per quanto ha il Papa e il Sultano.


Va adoperato, magari, in espressioni in cui ci si augura un risultato felice. Da evitare , invece, di usarlo a sproposito, come in espressioni del tipo: "Magari stamani al lavoro vado in tram....", "vedi un po' se magari piove....", e cose del genere. Utilissimo invece in locuzioni del genere: "Magari cadesse questo governo ...."