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Discussione: BRUNO MORCHIO: noir...genovese.

          

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  1. #1
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Il consiglio l'ho già seguito e devo dire che è stato amore a prima vista , un po' per il personaggio decisamente affascinante, un po' per le pennellate con cui Morchio descrive Genova e i suoi dintorni che fanno scendere una sorta di "saudade" nell'animo di quei milanesi che, come me, si sentono irresistibilmente attratti da una città grande, viva, popolare e che soprattutto ha il mare al posto della nebbia.
    Il mio rammarico è che non riesco a trovare "Maccàia" ma gli altri li ho tutti e un po' per volta farò le mie gite letterarie in Liguria.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  2. #2
    Master Member L'avatar di Rosy
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    Smile Maccaia

    Visto che l'amico Mauro mi ha...scatento il ricordo, vorrei postare qui il mio commento su MACCAIA, il romanzo di Morchio che ho preferito fra tutti.



    "...lo scirocco spira su
    Genova per tre quarti dell'anno. Fino ad estenuarsi in un'aria immobile e
    fradicia di umidità.Quell'aria sospesa, dove tutto può accadere e niente accade
    mai per noi genovesi , ha un nome preciso.
    La chiamiamo MACCAIA."

    Questo è , secondo me, il miglior romanzo di Morchio; protagonista
    l'investigatore privato Bacci Pagano, la sua moto amaranto,
    la sua casa nei vicoli di Genova,le sue donne vecchie e nuove, la sua sottile
    malinconia...
    Un pensionato viene ritrovato sulle alture della città addirittura sbranato da
    un ..lupo.
    E' un caso inusuale, ed all'insolita indagine è chiamato, manco a dirlo, il
    nostro Giovanni Battista (Bacci), che si butta a capofitto nelle ricerche,
    aiutato più che da prove certe, dal suo intuito.
    Del resto l'autore è uno psicologo, a qualcosa gli servirà, la professione!
    La storia è avvincente, un perfetto esempio di NOIR mediterraneo.
    Il bello di questi romanzi è che "scorrono" uno dopo l'altro,
    mescolando vicende private e casi da risolvere, alla maniera della Giménez
    Bartlett, tanto per intenderci.
    E poi , nello sfondo, c'è una Genova così affascinante, che credo possa
    incantare non solo i genovesi!
    In certi momenti pare quasi di respirare l'odore dei "caruggi",
    l'odore di pesto, di stoccafisso.
    Di vivere l'atmosfera suggestiva del "caffè degli Specchi" dove va
    spesso Bacci...(quando vado lì a prendere il caffè, mi guardo sempre intorno,
    per vederlo apparire.....)
    Ultime, ma non ultime per importanza, le sue...vicende di cuore, che mi
    intrigano moltissimo! e non mancano mai.
    Gradevolissima lettura.
    Rosy

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    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  3. #3
    Master Member L'avatar di Rosy
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    3. La creuza degli ulivi ( le donne di bacci pagano)

    Ecco la terza avventura del nostro investigatore Bacci Pagano, genovese doc, con tante caratteristiche che lo rendono unico. Una , per esempio, che non credo di avere ancora citato- e che mi pare simpatica- è che non porta le mutande!

    Qui è alle prese con un caso piuttosto ordinario: il pedinamento per questione di corna , commissionato da una moglie.
    Peccato che subito dopo la possibile amante del marito sia trovata assassinata. ...e guarda caso, questa fosse amica della nuova fidanzata di Bacci, separato in attesa di divorzio.
    Intanto spunta una vecchia fiamma, Valeria...
    Insomma: qui si capisce perchè il sottotitolo sia LE DONNE DI BACCI PAGANO!!

    Perchè ne...girano parecchie.

    Infatti questa storia mi è piaciuta perchè va oltre il "caso" noir. E' un romanzo (giallo) psicologico, che indulge in riflessioni, malinconie, stati d'animo...e mi piace moltissimo..
    Vi cito un breve brano; un pensiero di Bacci sul suo defunto matrimonio. Bellissimo, secondo me.

    "Un matrimonio finito male è una ferita aperta che ti porti dentro.Dovunque tu vada.
    ...Un matrimonio finito ti sanguina dentro, perchè i ricordi belli son duri a morire.E fanno tanto, tanto male.
    E ogni volta che fanno capolino, bisogna sfoderare il bisturi della razionalità per tenere duro.

    ...a quel punto, la sola terapia rimane il cinismo.
    L'estrema risorsa che ci resta quando sentiamo che il mondo ci ha fregati, oppure che ci siamo fregati da soli con le nostre mani.
    Noi non siamo fatti per vivere una vita sola.
    E in quella che abbiamo vorremmo farci star dentro ben altro di quanto possa contenere.
    E così diventa maledettamente difficile accettare l'idea di perdere qualcosa. Qualunque cosa che sia bella.
    E che ci abbia dato un poco di gioia e di senso del vivere."

    Ma secondo voi, un uomo che ha di questi pensieri, non è da amare tanto?e da..."stropicciare"?

    Rosy

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  4. #4
    Member L'avatar di Marmy
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    Brava, Rosy, che stai riproponendo queste recensioni! Peccato che sia andato perso tutto quello che ne avevamo scritto "di lá".

    A me era piaciuto tanto, oltre ai primi che sono fantastici, anche Rossoamaro. L'ultimo invece un po' troppo spy story, troppo stile america e poca Genova poetica...

  5. #5
    Master Member L'avatar di Rosy
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    Smile Proseguo!

    Se mi fai di questi complimenti...io proseguo! Il prossimo nell'ordine è
    CON LA MORTE NON SI TRATTA.


    Bacci, stavolta, in trasferta: gli è commissionata la ricerca di una persona, un ragazzo tossicodipendente, in Sardegna.
    In questa avventura, abbandoniamo perciò i noti "scenari" genovesi, carrugi e stradine malfamate della città vecchia, per trasferirci in una ventosa ed affascinante Sardegna, a Tertenia.

    Il soggiorno sardo non sarà per Bacci solo un' occasione di vacanza, ma una possibilità meravigliosa.
    Quella di rivedere dopo dieci anni la figlia diciottenne che la moglie , piena di rancore, gli aveva proibito di vedere, dopo il divorzio.
    La ragazza dovrebbe raggiungerlo, salvo imprevisti.
    E' una spina del cuore del nostro protagonista, questo distacco che pareva non finire mai.
    E Aglaia ( così si chiama) arriva.
    E qui la storia procede su due strade: la ricerca del ragazzo- e relativa conoscenza di strani personaggi collegati- e il "ritrovarsi", emozionante, dolcissimo. Anche se non sempre facile: dieci anni di lontananza sono lunghi...e duri.

    Trascrivo il brano - struggente, secondo me- dell'incontro tra padre e figlia.

    "....Quando mi fu davanti, a pochi centimetri dal volto,entrambi non sapevamo cosa fare.
    Ma fu un attimo.
    Allungò le mani perchè io le afferrassi e le stringessi nelle mie. Erano morbide e fredde, e si lasciarono prendere e tenere come due palpitanti animaletti bisognosi di cure e di infinita tenerezza.
    Forse avremmo entrambi voluto piangere e abbracciarci.
    Forse avremmo potuto provare a parlare e a colmare il vuoto di dieci anni di silenzio con parole che sarebbero rimaste impresse nella nostra memoria.
    Forse.
    Invece entrambi tacevamo, persi ciascuno dentro gli occhi dell'altro. Come in uno specchio che rifletteva un'acuta, dolorosa felicità. Una temeraria promessa di futuro, dove la nostalgia per tutto quello che avevamo perduto trovava requie e poteva evitare di corrompersi.
    Senza diventare rancore e recriminazione del passato".

    Poco giallo poco NOIR, quindi; molto romanzo di sentimenti forti. Consigliato.

    Rosy
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  6. #6
    Master Member L'avatar di Rosy
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    Smile Le cose che non ti ho detto

    Un pò di trama...
    Bacci Pagano è un uomo insieme complicato e semplice. Detesta le ipocrisie del potere ma anche il ricatto dei buoni sentimenti. Non sa dire di no alla richiesta di Mara, una delle donne della sua vita: deve tenere a bada le inquietudini del dottor Nicolò Ingroia, detto il Gigante, uno psicoanalista che vive sulle alture che sovrastano Genova Nervi. Bacci avrebbe avuto più di un motivo per rifiutare l'incarico: non è il suo mestiere occuparsi di un alcolizzato che ha tentato il suicidio; e poi il Gigante l'aveva già incontrato vent'anni prima, quando indagava sulla morte di un suo giovane paziente, misteriosamente ucciso in Thailandia. Tra memoria e presente, dall'Estremo Oriente ai carruggi della città vecchia, Bacci Pagano deve mettere alla prova tutta la sua tenacia, in una vicenda in cui all'odio e alla disperazione si oppongono l'intelligenza e la ragione, alla ricerca di una verità elusa e sepolta. Nei serrati duelli verbali tra Bacci e il Gigante, l'investigatore "analfabeta dei sentimenti" e lo psicanalista allo sbando, spesso uno sguardo e un silenzio - o magari una citazione di Proust - contano più delle parole. Un romanzo che dà voce a una città irripetibile, dove si sfiorano e s'intrecciano di continuo mondi diversi: dall'alta borghesia chiusa nel suo orgoglio alla casbah di immigrati e prostitute, passando per la memoria di una metropoli industriale che non c'è più.

    Il mio commento.

    Un'altra avventura del mio italianissimo eroe Bacci Pagano; l'ultima, "Colpi di coda" è già al calduccio nella mia libreria, ma aspetterà il suo turno, con pazienza.

    Ritorniamo a Genova, stavolta, dopo la parentesi sarda del precedente romanzo, che Morchio ha secondo me voluto per un tributo all'amata Sardegna.
    La sua Genova , descritta magistralmente, con dei "tocchi" da artista.

    In questa storia , il nostro investigatore deve aiutare un vecchio conoscente, uno psichiatra soprannominato Il Gigante, alcoolizzato e con tendenze suicide.
    Bacci aveva conosciuto l'uomo vent'anni prima in occasione di un'indagine in Thailandia, la morte di un ragazzo. Così, di malavoglia , si rifugia nella sua villa, con la giovane moglie del medico , un pò ambigua...
    E Qui decolla la storia, che ciascuno andrà a scoprire, se lo ritiene!

    Il romanzo è tutto un intrecciarsi di presente e passato, e , soprattutto , non è un giallo tradizionale, che segua i canoni classici; indulge molto sulle sfumature psicologiche dei personaggi, che sono molto bene caratterizzati.

    Non posso trattenermi dal citare alcune righe, che mi piacciono particolarmente...
    Forse, avulse dalla storia, sembreranno strane, ma mi "intrigava" questo concetto.
    Premessa:la protagonista delle parole è Mara, la sua storica donna, quello che lo chiama bonariamente "L'analfabeta dei sentimenti" ( nota mia: QUANTI analfabeti dei sentimenti ci sono in circolazione??)

    "...Erano trascorsi diversi mesi, dall'ultima volta che avevamo fatto l'amore.
    La nostra storia era diventata questo, estemporanei sussulti su un mare piatto e senza sole.
    In questi anni Mara aveva avuto diverse storie e aveva anche provato a giocare l'azzardo di una nuova relazione importante.
    Di quelle che portano all'altare e da cui può arrivare un figlio.

    Ma era finita male e non ne avevano fatto niente. Nè dell'altare, nè del figlio.......
    Quelle poche scopate che siamo riusciti a racimolare dopo la fine del nostro amore avrebbero potuto aver luogo comunque.
    Anche dopo l'altare e il figlio, e persino se avesse deciso di farsi suora.
    Perchè quello che ci legava era il sesso.
    E il sesso non ha bisogno di crismi, per trovare soddisfazione.
    E' indifferente alle carte dello stato civile non meno che ai legami sentimentali sui quali si investe per costruire il futuro".
    Bella storia!
    Rosy

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    M.Medeiros

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