I Giorni e le Notti
suonano
in questi miei nervi d'arpa
Vivo
di questa gioia malata
d'universo
e soffro
per non saperla accendere
nelle mie parole
Ungaretti
I Giorni e le Notti
suonano
in questi miei nervi d'arpa
Vivo
di questa gioia malata
d'universo
e soffro
per non saperla accendere
nelle mie parole
Ungaretti
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
O notte
Dall'ampia ansia dell'alba
Svelata alberatura.
Dolorosi risvegli.
Foglie, sorelle foglie,
Vi ascolto nel lamento.
Autunni,
Moribonde dolcezze.
O gioventù,
Passata è appena l'ora del distacco.
Cieli alti della gioventù,
Libero slancio.
E già sono deserto.
Preso in questa curva malinconia.
Ma la notte sperde le lontananze.
Oceanici silenzi,
Astrali nidi d'illusione,
O notte.
Ungaretti
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Stelle
Tornano in alto ad ardere le favole.
Cadranno colle foglie al primo vento.
Ma venga un altro soffio,
Ritornerà scintillamento nuovo.
1927 - Ungaretti
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Nelle vene
Nelle vene già quasi vuote tombe
L'ancora galoppante brama,
Nelle mie ossa che si gelano il sasso,
Nell'anima il rimpianto sordo,
L'indomabile nequizia, dissolvi;
Dal rimorso, latrato sterminato,
Nel buio inenarrabile
Terribile clausura,
Riscattami, e le tue ciglia pietose
Dal lungo tuo sonno, sommuovi;
Il roseo improvviso tuo segno,
Genitrice mente, risalga
E riprenda a sorprendermi;
Insperata risùscitati,
Misura incredibile, pace;
Fa, nel librato paesaggio, ch'io possa
Risillabare le parole ingenue.
G. Ungaretti
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Segreto del poeta
Solo ho amica la notte.
Sempre potrò trascorrere con essa
D'attimo in attimo, non ore vane;
Ma tempo cui il mio palpito trasmetto
Come m'aggrada, senza mai distrarmene.
Avviene quando sento,
Mentre riprende a distaccarsi da ombre,
La speranza immutabile
In me che fuoco nuovamente scova
E nel silenzio restituendo va,
A gesti tuoi terreni
Talmente amati che immortali parvero,
Luce.
Ungaretti
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Il lampo della bocca
Migliaia d'uomini prima di me,
ed anche più di me carichi d'anni,
Mortalmene ferì
Il lampo d'una bocca.
Questo non è motivo
che attenuerà il soffrire.
Ma se mi guardi con pietà,
e mi parli, si diffonde una musica,
dimentico che brucia la ferita.
Ungaretti
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Come allodola ondosa
nel vento lieto sui giovani prati,
le braccia ti sanno leggera,vieni.
Ci scorderemo di quaggiù,
e del male e del cielo,
e del mio sangue rapido alla guerra,
di passi d’ombre memori
entro rossori di mattine nuove.
Dove non muove foglia più la luce,
sogni e crucci passati ad altre rive,
dov’è posata sera,
vieni, ti porterò
alle colline d’oro.
L’ora costante, liberi d’età,
nel suo perduto nimbo
sarà nostro lenzuolo.
Giuseppe Ungaretti
Rosy
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
Universo
Devetachi il 24 agosto 1916
Col mare
mi sono fatto
una bara di freschezza
Giuseppe Ungaretti
Sono una creatura
Valloncello di Cima Quattro il 5 agosto 1916
Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disaminata
Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo
Giuseppe Ungaretti
LA TUA LUCE
Scompare a poco a poco, amore, il sole
Ora che sopraggiunge lunga sera.
Con uguale lentezza dello strazio
Farsi lontana vidi la tua luce
Per un non breve nostro separarci.
Ungaretti
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
"Questo sole e tanto spazio ti calmino.
Nel puro vento udire puoi il tempo
e la mia voce
Ho in me raccolto a poco a poco e chiuso
lo slancio muto della tua speranza.
Sono per te l'aurora e intatto giorno"
Ungaretti
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Anch'io amo molto Ungaretti. Questa poesia, esempio mai superato di sintesi ermetica e profondità, non può mancare:
Mattina
M'illumino
D'immenso
Santa Maria la Longa il 26 gennaio 1917
Sono un poeta
un grido unanime
sono un grumo di sogni
Sono un frutto
d’innumerevoli contrasti d’innesti
maturato in una serra
Ma il tuo popolo è portato
dalla stessa terra
che mi porta
Italia
E in questa uniforme
di tuo soldato
mi riposo
come fosse la culla
di mio padre
Ungaretti
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Silenzio
Conosco una città
che ogni giorno s’empie di sole
e tutto è rapito in quel momento
Me ne sono andato una sera
Nel cuore durava il limìo
delle cicale
Dal bastimento
verniciato di bianco
ho visto
la mia città sparire
lasciando
un poco
un abbraccio di lumi nell’aria torbida
sospesi
Ungaretti
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Sereno
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle.
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore
del cielo.
Mi riconosco
immagine
passeggera
presa in un giro
immortale
Ungaretti
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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