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Discussione: La poesia del dolore

          

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  1. #1
    Master Member L'avatar di Claire
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    Ofelia

    I

    Dove dormono le stelle, nell'onda calma e nera
    la bianca Ofelia ondeggia come un grande giglio,
    ondeggia lentamente, stesa nei suoi lunghi veli...
    - Arrivano dai lontani boschi i gridi della caccia.


    Sono più di mille anni che la triste Ofelia
    passa, bianco fantasma, sul lungo fiume nero.
    Sono più di mille anni che la sua dolce follia
    mormora una romanza alla brezza della sera.


    Il vento bacia i suoi seni, sciogliendo in corolle
    i suoi grandi veli cullati mollemente dalle acque;
    i salici fruscianti piangono sulla sua spalla,
    sulla sua ampia fronte sognante s'inchinano i fuscelli.


    Le sfiorate ninfee intorno le sospirano;
    talvolta Ofelia sveglia, in un ontano che dorme,
    qualche nido, da cui sfugge un breve fremito d'ala:
    - un canto misterioso scende dagli astri d'oro.




    II


    O pallida Ofelia, bella come le nevi!
    Tu sei morta bambina rapita dalle correnti!
    - I venti di Norvegia dalle alte vette
    ti avevano parlato dell'aspra libertà;


    e un soffio, scompigliando la tua folta chioma,
    al tuo animo sognatore portava strani rumori;
    e il tuo cuore ascoltava il canto della Natura
    nei pianti degli alberi, nei sospiri notturni;


    e la voce dei mari folli, immenso rantolo,
    spezzava il tuo sesso fanciullo; troppo dolce e umano,
    e un mattino d'aprile, un bel cavaliere pallido,
    un pazzariello, si accoccolò muto ai tuoi ginocchi!


    Cielo! Amore! Libertà! Quale sogno, o pazza mia!
    Tu ti scioglierai in lui come la neve al sole:
    le tue grandi visioni strozzavano la tua parola
    - e l'Infinito terribile sbigottì il tuo occhio cupo.




    III


    - E il poeta dice che ai raggi delle Stelle
    vieni a cercare, di notte, i fiori che cogliesti;
    e d'avere visto sull'acqua, distesa fra i suoi lunghi veli,
    la bianca Ofelia, come un gran giglio, ondeggiare.

    Arthur Rimbaud
    15 maggio 1870


    traduzione di Dario Bellezza
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  2. #2
    Senior Member L'avatar di Andrea
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    La disperazione è un contabile.
    Vuol far tornare i conti. Niente le sfugge.
    Addiziona tutto. Non molla neppure i centesimi.
    Rimprovera a Dio i fulmini e i colpi di spillo.
    Vuole sapere come regolarsi con il destino.
    Ragiona, pesa e calcola.

    Victor Hugo
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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